Per la legalita’ nelle carceri: ci sono anch’io!

Bernardetta Graziani
Ho deciso di aderire alla battaglia nonviolenta di Marco Pannella: dalla mezzanotte di oggi, per tre giorni (dal 19 al 21 Luglio), sarò in sciopero della fame.
Potrei dire che lo faccio per non avere sensi di colpa (molto devo a Pannella, se sono quella che sono, e non mi sento di non condividere almeno per un po’ il suo faticoso e massacrante cammino). Ma non di colpa voglio parlare; è una sensazione che, seppur con difficoltà, respingo e che ritengo inutile se non dannosa. Lo faccio convintamente nella consapevolezza che la lotta nonviolenta richiede che i fatti seguano alle parole; lo faccio per assumermi assieme ad altri un po’ di responsabilità. Lo faccio per non sentirmi complice.
Mi è capitato di visitare più di una volta il carcere di Sant’Anna di Modena e le case di lavoro di Saliceta e Castelfranco e anche il CIE (centro d’identificazione ed espulsione) della mia città. E’ un’esperienza che dovrebbero fare tutti perché davvero formativa.
Lì ti trovi davvero fra gli ultimi e la sensazione che immediatamente avverti, e che tutta ti prende, è quella dell’impotenza. Pesantemente comprendi fino a che punto possa arrivare la negazione della dignità umana e questo ti mette a disagio, forse ancora di più quando pensi che presto da lì te ne andrai e li lascerai di nuovo soli.
Ti cattura subito la loro umanità: ti si accalcano attorno, ti raccontano la loro storia, ti mostrano fotografie, ti offrono il caffè. Ho sempre pensato che sia sbagliato generalizzare: il mondo, gli uomini, non si possono dividere in categorie come fa troppo spesso la Tv, come fa la partitocrazia assieme ai sindacati. Ogni uomo vale uno, ogni uomo è diverso dall’altro: e ciò lo comprendi immediatamente quando entri in un carcere. Ogni uomo vale uno perché ogni uomo è una storia, la sua, che lo rende unico nella sua esperienza. E ogni uomo ha i suoi affetti: una madre, una moglie e spesso dei figli che non può abbracciare né veder crescere.
Sta lì dentro per essere rieducato, secondo quanto prevede la Costituzione; in realtà lì viene solo umiliato.
Almeno per tre giorni ho deciso di stare assieme a Marco Pannella e a Rita Bernardini semplicemente perché sono radicale.
Fonte: http://www.radicalimodena.it/wp/per-la-legalita-nelle-carceri-ci-sono-anchio.html
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