Comunicato Rientro Dolce su TAV
L'associazione Radicale Rientrodolce considera inaccettabili le posizioni assunte dal Presidente di Radicali Italiani Silvio Viale ed esprime la propria solidarietà con i cittadini che manifestano il proprio dissenso sulla costruzione della linea ad alta capacità Torino-Lione.
1) La sottolineatura della "violenza" dei manifestanti da parte della Polizia e degli organi di informazione è strumentale ai fini di deviare l'attenzione dalla sostanza del dissenso ai modi in cui verrebbe manifestato e di ottenere l'appoggio dell'opinione pubblica alle decisioni del governo con l'appoggio di almeno una parte dell'opposizione.
2) La cosiddetta "violenza" dei manifestanti si è limitata ad una resistenza formale e dimostrativa, rispetto alla quale anche la resistenza dei papalini a Porta Pia potrebbe essere considerata "guerra".
3) Non è vero che ci sono maggioranze a favore della TAV, ci sono maggioranze disinformate e male informate dalla demagogia sviluppista proposta con toni apocalittici come quelli di Viale.
4) Diverse analisi tecniche mostrano l'inutilità dell'opera, ma non sono mai state prese in considerazione per la pressione della lobby dei cementificatori.
5) L'opera non è finanziariamente sostenibile ed è destinata ad aumentare il debito pubblico, in una situazione in cui, mentre i partiti in Italia discutono sui tagli, e da molte parti ci si chiede quanto sia lontano un défault finanziario mondiale.
6) La maggioranza della popolazione della Val di Susa è contraria all'opera.
L'associazione Rientrodolce ritiene che le motivazioni della posizione di Silvio Viale siano ideologiche e discendano da una concezione del liberismo già sconfitta dai fatti, in quanto favorevole a una crescita economica illimitata, ormai incompatibile con la realtà di un pianeta che si trova ad affrontare un aumento di popolazione insostenibile con le relative conseguenze. Tra esse, le conseguenze del picco del petrolio in corso e di tutti i combustibili fossili in un futuro sempre più prossimo, i cambiamenti climatici provocati dall'uomo, la distruzione della biodiversità e dell'ambiente da cui dipende la vita, la crisi alimentare e agricola che sta provocando aumenti del costo del cibo insostenibili in larga parte del mondo, la scarsità di acqua, l'esaurimento delle zone di pesca, la desertificazione, mineralizzazione e deforestazione dei suoli e conseguenti movimenti di migrazione imponenti. Tutto ciò mentre il numero di morti per fame e malattie sta crescendo drammaticamente nel mondo e mentre già sono in corso guerre e rivolte delle quali non è difficile riconoscere l'origine nelle crisi geoambientali sopra elencate.
Luca Pardi
Paolo Musumeci
Stefano Bilotti
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