Sassari: la “non vita” tra le antiche mura, in attesa del trasferimento nel nuovo carcere
La Nuova Sardegna, 8 giugno 2011
Su una cosa concordano tutti: amministratori, politici, sociologi e operatori penitenziari. Quando il portone di San Sebastiano si chiuderà alle spalle dell’ultimo detenuto sarà un bellissimo momento. Mentre si avvicina il trasferimento nella nuova struttura, in costruzione da anni a Bancali, dietro le antiche mura detenuti e personale soffrono i disagi che provoca una struttura ottocentesca fatiscente e completamente inadeguata.
“Il carcere di San Sebastiano risulta non redimibile e non riformabile, va chiuso subito” aveva tagliato corto ad agosto Luigi Manconi, presidente dell’associazione “A buon diritto”. Manconi è uno dei firmatari dell’esposto presentato da alcuni parlamentari sardi del Pd (Guido Melis, Giampiero Scanu e Arturo Parisi) e dalla radicale Irene Testa per chiedere la chiusura del carcere sassarese.
Problemi di sovraffollamento, di spazi angusti, di assoluta carenza di locali idonei alle attività di rieducazione. “Lo spazio a disposizione di ciascun detenuto - si leggeva nell’esposto - a San Sebastiano è inferiore allo standard fissato dalle norme europee, pari a 7,5 metri quadrati, e in diverse celle sono ammassati fino a sei detenuti in non più di due metri per un metro e mezzo”.
Su una cosa concordano tutti: amministratori, politici, sociologi e operatori penitenziari. Quando il portone di San Sebastiano si chiuderà alle spalle dell’ultimo detenuto sarà un bellissimo momento. Mentre si avvicina il trasferimento nella nuova struttura, in costruzione da anni a Bancali, dietro le antiche mura detenuti e personale soffrono i disagi che provoca una struttura ottocentesca fatiscente e completamente inadeguata.
“Il carcere di San Sebastiano risulta non redimibile e non riformabile, va chiuso subito” aveva tagliato corto ad agosto Luigi Manconi, presidente dell’associazione “A buon diritto”. Manconi è uno dei firmatari dell’esposto presentato da alcuni parlamentari sardi del Pd (Guido Melis, Giampiero Scanu e Arturo Parisi) e dalla radicale Irene Testa per chiedere la chiusura del carcere sassarese.
Problemi di sovraffollamento, di spazi angusti, di assoluta carenza di locali idonei alle attività di rieducazione. “Lo spazio a disposizione di ciascun detenuto - si leggeva nell’esposto - a San Sebastiano è inferiore allo standard fissato dalle norme europee, pari a 7,5 metri quadrati, e in diverse celle sono ammassati fino a sei detenuti in non più di due metri per un metro e mezzo”.
Fonte: http://detenutoignoto.blogspot.com/2011/06/sassari-la-non-vita-tra-le-antiche-mura.html
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