Voce ai contributi silenti

di Michele De Lucia pubblicato su Italia Oggi, il 26/05/11

Lo scorso 20 febbraio si è tenuta la Prima giornata nazionale dei contributi Silenti, con manifestazioni, tavoli di raccolta firme e presidi davanti alle Direzioni provinciali Inps di tutta Italia. L’iniziativa, promossa e organizzata da Radicali italiani e dall’Ancot. (Associazione nazionale consulenti tributari) ha l’obiettivo di ottenere la calendarizzazione e la discussione, entro la fine del 2011, della proposta di legge radicale (primo firmatario il deputato Maurizio Turco, Atto camera n. 1611) che chiede l’introduzione nel nostro ordinamento di un principio tanto semplice quanto giusto: il diritto alla restituzione, su richiesta, dei contributi previdenziali versati ma che non abbiano dato luogo alla maturazione di un corrispondente trattamento pensionistico. Una situazione che riguarda in particolare gli iscritti alla Gestione separata dell’ente previdenziale: precari, parasubordinati, liberi professionisti non iscritti a un ordine.

Queste persone, infatti, molto spesso, e per i più svariati motivi (periodi di lavoro precario ai quali si alternano altri periodi di disoccupazione o di lavoro nero, donne che cessano l’attività per potersi dedicare all’assistenza degli anziani o dei figli, periodi di contribuzione per i quali non sono possibili la ricongiunzione, comunque onerosa, né la totalizzazione ecc.), pur avendo versato fior di contributi, che, tra l’altro, hanno superato il 27% dello stipendio!, si ritrovano alla fine della carriera con un palmo di naso: pensioni bassissime, nella migliore delle ipotesi; nessuna pensione, nella peggiore. Si tratta di una vera e propria emergenza sociale, che la politica deve affrontare e risolvere senza perdere altro tempo: nei prossimi anni arriverà un conto salato, per cui o le nostre città si ritroveranno circondate da bidonvilles abitate da povera gente, come in brasile, o bisognerà trovare una soluzione, mettendo mano alla fiscalità generale. Il principio che proponiamo di introdurre è semplice e giusto: l’Inps si è presa i miei soldi, li ha usati per pagare le pensioni di altri (e questo è giusto), ma a me non darà niente per cui avrò versato i miei contributi a fondo perduto (e questo è sbagliato)? Bene, almeno ridatemeli, perché non è accettabile che un solo euro di quanto versato possa andare perduto.

La Prima giornata nazionale dei contributi silenti ha visto Radicali italiani e Ancot (due organizzazioni diversissime tra loro: nel primo caso si tratta di un partito, nel secondo di una libera associazione di professionisti i cui membri hanno i più diversi orientamenti politici) manifestare in contemporanea davanti alle sedi Inps di oltre cinquanta città italiane, raccogliendo ai tavoli migliaia di firme. Nei prossimi giorni si terrà una conferenza stampa per fare un primo bilancio della campagna, ma la risposta che si è registrata il 20 maggio scorso è molto incoraggiante e ci spinge sin d’ora a preannunciare il lancio di una Seconda giornata nazionale. Nel frattempo ci auguriamo che anche altri soggetti vogliano aggiungersi a noi per sostenere la campagna sui Silenti. Pensiamo per esempio al Colap, ma le porte sono aperte ad ogni altro soggetto che vorrà essere della partita, compreso il movimento dei precari a sostegno del manifesto «Il nostro tempo è adesso». Intanto è importante far crescere le adesioni all’appello, che può essere sottoscritto anche su internet, alla pagina www.radicali.it/contributi-silenti.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=3477

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