Informazione e Referendum: Quando il regime stacca la spina e le vittime sono "vittimiste"

Latronico, 25 maggio 2011
 
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
 
Si reitera in queste ore l’attentato ai diritti civili e politici dei cittadini italiani e per l’ennesima volta si materializza il tentativo di mandare al macero milioni di firme referendarie. Considerando che questo paese è sempre più una democrazia reale, verrebbe da chiedersi se poteva andare diversamente. Verrebbe da chiedersi se poteva andare diversamente, visto quanto è avvenuto in tutte le ultime tornate referendarie. I deputati radicali, intervenendo sul cosiddetto decreto omnibus, hanno sottolineato che la scheda referendaria “è stata stracciata decine di volte”. Sono gli stessi radicali che con Marco Pannella hanno vestito i panni dei fantasmi: il fantasma della democrazia, della legalità, dei riformatori, dei referendum, dell’informazione. Sono gli stessi radicali che nel dossier “La Peste italiana” raccontano che per quasi 30 anni la partitocrazia ha negato ai cittadini la scheda referendaria. Quei radicali che solo l’anno scorso affermavano che senza democrazia non ci sono “elezioni”, ma solo violente finzioni contro diritti civili e umani. Quei radicali che nel 2000 chiedevano di pulire le liste elettorali da morti e fantasmi. Quei radicali che ancora una volta denunciano, attraverso uno straordinario documento a firma Gianni Betto, le purghe operate dal sedicente servizio pubblico radiotelevisivo, e quel Marco Pannella che dal 20 aprile conduce un’iniziativa nonviolenta per la democrazia, la legalità e la giustizia ovviamente rimossa, censurata, cancellata dal manganello di regime. A chi sembra aver scoperto solo oggi che in questo paese c’è stata una scientifica demolizione dell’istituto referendario, forse gioverà ricordare quello che lo stesso Pannella scriveva il 7 luglio 1997 su “Terzo Stato”:
“La politica, la società, l’economia, la stessa vita civile di un paese, vivono – o muoiono – di informazione. L’iniziativa referendaria, da sempre ed in modo assoluto negli ultimi 18 mesi, ha dovuto fare i conti con un vuoto pneumatico di informazione, che i cosiddetti media hanno frapposto fra i referendum e i cittadini. Così facendo, si è negata la stessa possibilità di esistenza, e non diciamo di successo, di un’alternativa democratica e popolare, resa vieta e clandestina, sistematicamente abolita dal dibattito politico, e “nemica” – anche culturalmente e storicamente – di ciascuna delle fazioni che si contendono il potere, ma che non saprebbero usarlo se non su una linea di perfetta continuità con il proprio passato, e con il passato di quell’Italia partitocratica che in uguale misura rappresentano. Allora, è evidente che non c’è lotta o dibattito politico che possa sopravvivere al silenzio, e ad un’informazione che “stacca la spina”. Del resto questa pervicace, sistematica, ossessiva ricerca e imposizione del silenzio sui referendum non è un’esplicita conferma della loro possibile forza “rivoluzionaria”?”
La “continuità” e il sessantennio partitocratico, denunciato e raccontato dai radicali ne “La Peste”. Quella di Marco Pannella è una vita spesa a difendere la legalità, la democrazia, la costituzione, lo Stato di diritto ed è ignobile che da oltre un anno il leader radicale sia stato letteralmente cancellato e con lui la storia dei referendari radicali.  
 
Approfondimenti
 
 
 
 

Fonte: http://lucania.ilcannocchiale.it/post/2651744.html

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