Caro Pisapia, giustizia alla Storia

 A Milano sono giorni in cui si gioca tutto, politica nazionale e locale, fine di Berlusconi e ci auguriamo del berlusconismo o continuazione della giunta Moratti con tutte le illegalità e i controsensi che la campagna elettorale ha messo in luce. Ma a Milano, nella Milano laboratorio politico ( del centrodestra, del centrosinistra, del socialismo riformista e anche dell’anarchismo) si gioca anche la storia e così dopo anni di silenzio si rievoca la storia di Giuseppe Pinelli e del commissario Calabresi. Le dichiarazioni del ex sindaco  Riccardo De Corato tornato alla carica, proprio in campagna elettorale, per richiedere la rimozione della lapide dedicata a Giuseppe Pinelli in piazza Fontana fanno riflettere ma a dispiacere sono le parole di Pisapia: "è da tutti ormai riconosciuto" - queste le sue parole - "il fatto che Luigi Calabresi è un servitore dello Stato e ha fatto il suo dovere senza avere responsabilità sulla morte di Pinelli come di fatto ha ricostruito con estrema correttezza il magistrato D'Ambrosio che non a caso è al mio fianco in questo impegno comune per il cambiamento di Milano". Sicuramente staremo discutendo di una vicenda delicata, fatta di stragi e di terrore, gli anni della strategia della tensione, ma ritenere Calabresi non privo di colpe e non rendere memoria al ferroviere anarchico “ucciso” ingiustamente e per giunta proprio da chi dovrebbe difendere il cittadino, cioè le istituzioni è un’ offesa alla storia e alla memoria storica. Calabresi è colui che mentre a Milano i fascisti mettevano le bombe faceva arrestare gli anarchici, accusando anche Pietro Valpreda, che risultò dopo una dura e controversa inchiesta indirizzata a screditare gli anarchici, innocente. Va anche ricordato che il giudice Gerardo D’ambrosio è quel giudice che si inventò la tesi del "malore attivo" e dell'avvenuta "alterazione del baricentro", per sostenere “l'auto-defenestramento” (con un balzo) dell'anarchico, scontrandosi con le più elementari leggi della fisica e della medicina legale. Un fatto, quello del "malore attivo" mai più verificatosi in Italia e in nessuna altra parte del mondo, ma accertato una volta sola, la notte tra il 15 e il 16 dicembre, in Questura a Milano, nell'ufficio di Calabresi, vittima un anarchico innocente, trattenuto nella più totale illegalità proprio dallo stesso commissario. Che Pisapia voglia far colpo sui moderati è facile da intuire, ma a differenza della Moratti ci aspettiamo un po’ di più di serietà senza offendere la storia e dando risalto alle cose così come sono accadute. Un buon sindaco direbbe:"La lapide a Pinelli da lì non va tolta", mi auguro che Pisapia non sbagli.  

 

 

Domenico Letizia (nella foto): Libertario, Cofondatore della Lista Caserta No Caste, segretario Cellula Coscioni di Caserta

 

Fonte: http://www.radicalicaserta.com/index.php?option=com_content&view=article&id=56:caro-pisapia-giustizia-alla-storia&catid=2:legalita-e-trasparenza

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