Di seguito viene riportato l’articolo uscito ieri sul “Corriere Fiorentino” sul Garante Regionale dei detenuti” a firma di Tommaso Ciuffoletti

Giustizia e Inciviltà
Di Tommaso Ciuffoletti

Sessantuno anni allo stadio terminale di un cancro polmonare, affetto da hiv. Detenuto, dimesso dall’ospedale dov’era stato ricoverato perché non poteva ricevere assistenza, viene riportato in carcere dove muore.  E’ successo mercoledì a Pisa.
Nel novembre 2009, la Toscana ha istituito con una delibera la figura del garante regionale dei detenuti. La legge è in vigore dal primo gennaio 2010. Ad oggi la delibera non ha avuto corso per effetto della mancata nomina del titolare. Manca, cioè, la persona che dovrebbe ricoprire tale incarico. In questi mesi si sono levate diverse voci per protestare questa situazione; gruppi, associazioni, tra i più attivi i Radicali Italiani, ed è anche arrivato un esposto in Procura da parte della Camera Penale di Firenze. La ragione di questa mancata nomina è di difficile comprensione. Tra i motivi che vengono bisbigliati ci sarebbe quello che a tale garante spetterebbe un compenso annuo di circa 50.000 euro ed in nome di questo, per i troppi appetiti, si fatica a trovare un accordo sulla nomina. E’ un’ipotesi che non vogliamo prendere in considerazione nemmeno per assurdo, preferendo attenerci ai fatti, che però continuano a dirci che la Toscana, che con periodica solerzia ricorda d’essere Patria dell’abolizione della pena di morte dal 1786, insiste nel non dar corso ad una propria delibera.
Certo non è la nomina di un garante che si risolverebbero magicamente i drammi del pianeta carcere. Stando all’ultimo rapporto Antigone, in Italia ci sono oltre 68 mila cittadini detenuti a fronte di una capienza di  44.612 posti letto regolamentari;  15.233 sono i detenuti in attesa di giudizio. Un brutto record a livello europeo.  Ed in attesa di giudizio era anche il ragazzo senegalese che lo scorso 21b aprile si è impiccato nel carcere di Sollicciano. Sono solo alcuni numeri di un sistema al collasso, nonostante gli annunciati “piani carcere” del governo, che fino ad oggi non hanno avuto corso alcuno. E viene da sorridere con amarezza pensando alla celebre frase di Voltaire: << Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri poiché è da esse che si misura il grado di civiltà di una nazione>>.
La certezza della pena per chi delinque non può essere certezza di una pena giusta. E questo è un tema che riguarda l’intero sistema di un Paese che proprio sulla giustizia è riuscito negli ultimi anni è riuscito a combattere le più serrate battaglie tra fazioni politiche, ma rendendosi raramente conto che le ingiustizie più gravi sono quelle che si consumano ogni giorno sulla pelle dei cittadini. Anche quelli detenuti.

Fonte: http://www.radicalifirenze.it/wordpress/?p=509

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