Oil: "La fortuna dell'Eni, la sfortuna dei lucani". La Proposition 65 made in Italy.

Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
EniParafrasando il titolo di uno straordinario documentario, realizzato dal regista Massimiliano Mazzotta, sulla morattiana Saras, potremmo dire Oil:la fortuna dell’Eni, la sfortuna dei Lucani. L’assalto mosso dalle compagnie petrolifere al territorio lucano si fa di giorno in giorno più violento. La Basilicata ormai è da tempo terra di conquista, con l’Eni e la Shell che spadroneggiano  in Val d’Agri e la Total che si accinge ad inaugurare il suo centro oli in località Tempa Rossa. Si moltiplicano concessioni e si trivella in prossimità di aree protette e di dighe. I danni ambientali di questo assalto qualcuno li calcolerà in futuro, a babbo morto, e con essi l’impatto sulla salute delle persone. Eni e Regione Basilicata qualche settimana fa hanno amabilmente conversato di petrolio e ambiente. L’organizzazione lucana ambientalista(Ola), riferendosi a questo incontro, non ha mancato di muovere critiche che condivido e sottoscrivo. Al tavolo con i pezzi grossi dell’Eni, della Regione e del Governo avrebbero potuto convenientemente sedere personaggi come Jeremy Rifkin e Carlo Rubbia o come Mario Tozzi e Maria Rita D’Orsogna. Avrebbero, ma ovviamente non sono stati invitati. Il dibattito doveva essere autoreferenziale, con qualche concessione alla platea dei dissidenti. Diamine, uno sparring partner è sempre utile: hai la possibilità di assestare pugni e dimostri pure di essere “democratico”.  
Jeremy Rifkin e Carlo Rubbia, come è noto, sono convinti assertori della cosiddetta “terza rivoluzione industriale” e cioè di una crescita economica “sostenibile e responsabile”, che si otterrà percorrendo la strada delle energie rinnovabili, dell’autonomia energetica per ciascun edificio esistente, dello sviluppo della capacità di conservazione dell’idrogeno.
Lo scorso 14 marzo, Rifkin, presidente della Foundation on Economic Trends, è intervenuto all’IDC Innovation Forum di Milano. Il tema della sua comunicazione è stato “La terza rivoluzione industriale”. Nel corso del suo intervento, l’economista americano ha sottolineato che l’epoca dei combustibili fossili è finita e che gli stati devono riorganizzarsi per poter affrontare un mutamento epocale che ha sullo sfondo la salvezza del pianeta dalla minaccia del riscaldamento globale.
Mario Tozzi, geologo e autore di interessanti programmi scientifici per la tivù, ha di recente dichiarato: “Ha senso trasformare l’economia di una regione a vocazione eminentemente turistica e agricola per sfruttare una fonte energetica destinata a diventare troppo onerosa nell’immediato futuro?”
La regione di cui parla Tozzi è, ahimè, la Lucania.
La prof.ssa Maria Rita D’Orsogna non manca mai di sottolineare che “tutta la filiera degli idrocarburi è cancerogena”. Una conferma, se mai fosse necessaria, alle argomentazioni della D’Orsogna la ritroviamo in una disposizione dello Stato della California denominata “Proposition 65”. Come ci ricorda la Ola, la “Proposition 65 impone alle compagnie petrolifere la pubblicazione trimestrale sulle principali testate californiane di un warning, in cui vengono elencati i rischi della cancerogenicità della filiera del petrolio”.
Anche in Italia e nel “Texas lucano” assistiamo alla pubblicazione di un warnig pressoché quotidiano, solo che dalle nostre parti esso serve a stilare liste di proscrizione contenenti nomi di ambientalisti e di coloro che, esprimendo una critica al petroleum system made in Lucania, vengono definiti allarmisti e disfattisti. Del resto, come si diceva nel ventennio, la patria si serve anche facendo la guardia ad un bidone di benzina.
A questo punto verrebbe da chiedersi se un convegno sponsorizzato dall’Eni e intitolato petrolio e ambiente, non suoni come una presa per i fondelli. Di certo la kermesse è stata un abile tentativo da parte di coloro che devastano il nostro territorio di farci inghiottire ulteriori bocconi amari. Amari come la qualità del petrolio estratto dalle viscere della Val d’Agri.
Petrolio e ambiente? Per quanto mi riguarda è un ossimoro, una dicotomia.
Faccio mie le innumerevoli domande, tutt’ora senza risposta, rivolte dalla Ola alla Regione Basilicata, nella certezza, ahimè, che ancora una volta la salute e gli interessi dei cittadini lucani non siano stati adeguatamente tutelati.
Viviamo in una regione in cui si perfora allegramente nei letti dei fiumi, nei borghi agricoli, nei campi fertili, nelle periferie dei paesi, in prossimità di dighe, nei parchi e lungo una faglia sismica. Si continua a trivellare mettendo a repentaglio una risorsa ben più preziosa dell’oro nero: l’acqua!!!
Si continua a trivellare, e con scelta miope e folle adesso tocca alle isole Tremiti subire l’attacco delle trivelle. Verrebbe da chiedere al Ministro Prestigiacomo se sia al corrente del fatto che le trivellazioni petrolifere rilasciano tonnellate di materiale tossico in mare.
Ma tant’è! La “Proposition 65” made in Italy è fatta per occultare la verità e per far calare un omertoso silenzio su quanto avviene in Val d’Agri o in Sardegna e su quanto avverrà a largo delle Tremiti e a Tempa Rossa.  

Approfondimenti

Proposition 65

Fonte: http://lucania.ilcannocchiale.it/post/2629188.html

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