Intervento GRAF: e l’Onu approva le sanzioni… :-)
Ieri, il comunicato del GRAF “CONTRO LE DITTATURE“ (e, en passant, contro le prefetture): il 25/2 una delegazione del GRAF partecipa al presidio contro la dittatura libica davanti al Palazzo del Governo/T0; aderendo all’appello dell’Ass.Aglietta, il Gruppo Radicale Adele Faccio denuncia i crimini di un regime in agonia e le complicità delle nostre istituzioni nell’aver sempre assecondato la vanità criminale di Gheddafi, con accordi che anteponevano l’interesse economico al rispetto dei diritti umani; cosciente di ciò, chiede: 1) SANZIONI ONU SUBITO e raccolta di prove sui crimini di guerra da portar alla Corte Penale dell’Aja o al Tribunale Russell [Bertrand Russell si disse favorevole all’uso della forza internazionale per impedir i genocidi]; 2) revoca vera, di diritto e non di fatto, del vergognoso trattato italo-libico che ancora ci impone la non-ingerenza [art.4] e vieta l’uso delle basi italiane [Sigonella] che l’Onu ora ci chiede; 3) l’imposizione di una no-fly zone nel cielo libico [di aerei e elicotteri: nella 1^guerra del Golfo ci si scordò di questi ultimi] per impedir rappresaglie del despota sul suo stesso popolo; 4) ovunque, il rispetto della dignità e dei diritti umani dei cittadini da parte dell’autorità, sia nei regimi quarantennali (Libia) che in quelli sessantennali (Italia): Democrazia e Giustizia, sacre sempre! — — — Ps: nel pomeriggio del 25, GPBuscaglia/GRAF ha poi incontrato l’avv.Rovito, donandogli 6 dolcetti liguri per l’impegno del 7/2 in Corte d’Appello, 1 per ogni reato prescritto! L’avv.Sateriale, segnalato dai compagni, pretendeva €.500 solo per recarsi al palagiustizia. La lotta continua.
27/2: il Consiglio di Sicurezza approva nella notte, all’unanimità, sanzioni contro il regime di Gheddafi; Onu e Ue rompono così gli indugi e sanciscono nei fatti l’isolamento internazionale del dittatore libico. Prima di definir gli ultimi dettagli della risoluzione 1970, il segretario Ban Ki Moon ha chiamato Berlusconi e discusso le opzioni disponibili per risolver la crisi, chiedendo un ruolo attivo dell’Italia per un’azione decisiva. Proprio per quest’azione decisiva, i 15 del Consiglio di Sicurezza, in linea con l’Ue, trovano così l’accordo per: 1) embargo sulle armi; 2) blocco dei beni del dittatore e del suo klan; 3) divieto di viaggio per i medesimi nell’Ue; 4) deferimento alla Corte Penale internazionale dell’Aja per i crimini di guerra contro l’umanità; 5) infine, si fa riferimento all’art.7 della Carta Onu, che non esclude l’intervento internazionale, se necessario, ma per ora non previsto: si parla chiaramente di mezzi non militari (art.41), come chiesto da Russia e Cina; è il successivo art.42 (non citato nella risoluzione) a autorizzar l’uso della forza se le misure previste in precedenza non danno risultati, prospettando interventi via aria, mare o terra per mantenere o restaurar la pace e la sicurezza internazionale.

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