Immigrazione: Italia vittima di se stessa

Ci risiamo con lo sbarco di immigrati! Verrebbe da dire così se non fosse che, il fatto che un fenomeno sia silente e invisibile, non significhi non sia esistito fino ad ora. Certo ora le guerre civili ad effetto domino che si sono scatenate nel Nord Africa, accendono un riflettore sulle migliaia di immigrati clandestini che tentano di fuggire dai loro paesi in guerra e raggiungono l’Italia nelle condizioni disumane e di sfruttamento utilizzate dalle reti criminali.

Come reagisce l’Italia di fronte a quella che il Ministro dell’Interno Maroni ha giustamente definito un’emergenza umanitaria? Non appena sono arrivati i primi barconi di Tunisini a Lampedusa circa due settimane fa, è stato nominato Commissario straordinario per l’emergenza immigrati Giuseppe Caruso, Prefetto di Palermo, che ad un tavolo con i vertici della protezione civile della regione Sicilia, ha ottenuto da Maroni la riapertura del Cie di Lampedusa.

Sono state poi organizzate tendopoli in tutta la Sicilia e lo stesso Caruso ha avviato la trasformazione del Villaggio degli aranci di Mineo (Catania) in un centro di accoglienza per richiedenti asilo. Un’organizzazione impeccabile se non fosse che rappresenta la punta di un iceberg che in Italia si sta sciogliendo come neve al sole. Il Governo si sente una vittima epunta il dito contro l’Europa che non aiuta il nostro paese con finanziamenti e pattugliamenti delle frontiere, scordandosi forse che se non abbiamo una legge comunitaria in materia di immigrazione è proprio grazie all’ostruzionismo di certi paesi membri tra cui Italia e Francia in prima linea.

In più il ruolo di vittima non si addice per niente al nostro paese perchè in questi giorni, proprio il Vice Presidente del Senato della Repubblica Emma Bonino ricorda come l’Italia ha accolto meno di 7 mila richieste di asilo, mentre Germania e Francia ne hanno accolte 40 mila ciascuno, Svezia 30 mila e Belgio 20 mila. Non solo, il Governo italiano entro il 24 Dicembre 2010 avrebbe dovuto recepire la direttiva rimpatri (n. 2008/115/CE) riguardanti le norme e procedure comuni applicabili per il rimpatrio di extracomunitari in caso di soggiorno irregolare.

La direttiva europea, che comunque è stata spesso oggetto di critiche, sarebbe certamente un passo avanti per il nostro paese visto che, ad esempio, disciplina le modalità e i tempi del rimpatrio degli stranieri in maniera graduale dando priorità ai rimpatri volontari, ma soprattutto utilizzando il trattenimento coatto all’interno dei Cie come un’extrema ratio, non esattamente quello che succede sul nostro territorio, in cui il Cie è sempre la prima e unica idea applicata. Il Governo si trova dunque nell’illegalità e pare comunque tutt’altro che intenzionato a guardare alla direttiva europea, forse anche perchè questa collide con alcuni punti della norma Bossi-Fini, in particolare sulle modalità dell’accompagnamento coatto dell’immigrato, sul trattenimento nel centro di prima accoglienza e sull’utilizzo del Cie.

Non scordiamoci poi che i Cie sono stati spesso al centro di discussioni in quanto luoghi di violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali dell’individuo. Sono state spesso paragonate alle carceri, in quanto luoghi in cui si verificano soprusi di ogni genere, violenze, condizioni ai limiti dell’umano e controlli da parte delle forze dell’ordine insufficienti. Italia vittima di cosa dunque? Forse di se stessa, di Governi che non hanno mai avuto il coraggio di ammettere che la posizione dell’Italia è cambiata radicalmente dall’ottocento, quando eravamo un pese di migranti.

Gli immigrati regolari in Italia sono circa 5 milioni, una vera e propria classe sociale ai margini dell’informazione sui loro diritti, sfruttata nel mercato del lavoro, vittima di un paese che ancora non riesce a liberarsi della cultura del “noi e loro”, ma soprattutto vittima del mostro dell’indifferenza. L’Italia oggi si trova ad un crocevia del suo futuro sociale e politico, è oramai diventata terra di immigrazione e questo fenomeno ci chiama ad una sfida di accoglienza e integrazione che non possiamo assolutamente permetterci di ignorare.

Se si prosegue sulla strada della politica demagogica della “lotta all’immigrazione”, se l’”Azienda Politica” crea il virus della paura e poi raccoglie voti col vaccino della lotta all’immigrato si vinceranno le elezioni ma non daremo un futuro sereno alle nuove generazioni. Si deve iniziare a lavorare su vere politiche per l’immigrazione, sul problema della scolarizzazione, sulla distribuzione delle case popolari in maniera omogenea, sulla tutela dei diritti umani, sull’investimento nei minori stranieri che sono le future generazione di immigrati, su una cultura dell’integrazione e assimilazione. Se non si fa tutto questo si perde una battaglia che altri paesi nel mondo occidentale hanno vinto e nonostante la loro vittaria portano ancora brutte cicatrici dello scontro.

Stefano Pagliarini

Fonte: http://beta.radicalimarche.org/2011/02/23/immigrazione-italia-vittima-di-se-stessa/

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