Apologia del volantinaggio

di Cosimo Scarinzi

È sempre stato mio fermo convincimento che un volantinaggio alla settimana e, se possibile, anche più d’uno, sia assolutamente opportuno per tenere tonici ed in forma i militanti. Apparentemente si tratta di un’attività che non richiede particolari competenze, di un mero lavoro esecutivo. Basta avere una certa prontezza, tenere i volantini in modo che non si appiccichino l’uno all’altro, porgerli non troppo lentamente né troppo velocemente e il gioco sembrerebbe fatto.
Credo però che questa relativa facilità possa trarre in inganno. Certamente basta una certa scioltezza ma per godere appieno del volantinaggio può essere utile un rapporto più strutturato con il suo svolgimento. Se posso permettermi un paragone un po’ forte, chiunque può bere del buon vino ma il pieno apprezzamento delle qualità del vino stesso richiede un percorso di apprendimento che è esso stesso fonte di piacere.
Si tratta allora di conoscere bene il percorso che porta al prodotto finito, il volantino, e quello che ne fa uno strumento volto a specifici obiettivi.
Molto schematicamente bisogna avere contezza:

  1. dell’approvvigionamento della carta che deve essere acquistata cercando un buon rapporto qualità prezzo e, se possibile, una certa qual varietà di formati e colori. È bene, a proposito di carta, smazzare bene le risme;
  2. dello stato dei macchinari che si utilizzano ognuno dei quali è adatto alla produzione di materiali di diverso formato, in quantità diverse, con caratteri diverse. L’approntamento di un parco macchinari adeguato come ben sa chi se ne occupa è un piacere in sé. A distanza di decenni ricordo ancora con affetto il mio, nel senso dell’utilizzo non della proprietà giuridica, primo ciclostile, un robusto Gestetner in dotazione, nel corso della seconda guerra mondiale, ad un reparto di SS, sequestrato da una formazione partigiana e passato prima ad una sezione del partito repubblicano e poi ad un circolo anarchico. Una macchina robusta, certo semplice rispetto a quelle attuali, capace, se ben trattata, di notevoli prestazioni;
  3. di alcuni accorgimenti grafici. Il volantino deve essere comunicativo, contenere informazioni ma non essere pesante, vedere un rapporto fra spazio stampato e spazio bianco non repulsivo, attrarre l’attenzione mediante titoli accattivanti e disegni gradevoli, creare

     

Fonte: http://www.radicalicaserta.com/index.php?option=com_content&view=article&id=72:apologia-del-volantinaggio&catid=1:legalita-e-trasparenza

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