Biotestamento. La democrazia nel consiglio comunale di Padova sembra essere al fine vita

Da due anni sono fermi nei cassetti del sindaco Zanonato tre documenti, uno di Rifondazione Comunista, uno di Sinistra e Libertà, e l’ultimo è quello depositato dalla Cellula Coscioni di Padova che insieme chiedono l’istituzione del registro del testamento biologico. Ma il consiglio comunale, la casa laica dei padovani, non deve discutere di questo argomento. Tanto che chi è al governo della città deve sottostare ad ordini superiori che non consentono di discutere un documento, che, probabilmente, verrebbe approvato dagli stessi consiglieri di maggioranza.
In questo Paese da tempo c’è una battaglia per togliere agli italiani il diritto all’autodeterminazione, un diritto protetto dalla nostra Costituzione nella parte in cui afferma che nessun trattamento può essere imposto per legge; nessuno può essere costretto a subire un trattamento sanitario fuori dal suo consenso.
In questa città c’è una battaglia per togliere ai padovani il diritto discutere di un argomento importante e vivo nella popolazione tanto che un recente sondaggio rivela che il 67 per cento dei residenti nel nordest vuole poter avere la libertà di poter scegliere se accettare o meno un determinato trattamento sanitario.
La Germania ha approvato la legge sul fine vita. Prima di questa legge 8 milioni di tedeschi avevano depositato i loro testamenti biologici.
Ora Zan, al governo della città, ha rinunciato al suo ruolo istituzionale e risolve la questione portandola fuori dal luogo dove dovrebbe stare per eccellenza. Noi, invece, continuiamo ad esigere che la comunità di Padova si doti di un registro dei testamenti biologici fiduciosi che il diritto della libera scelta – garantito dalla nostra Costituzione – prevarrà.
Maria Grazia Lucchiari
Membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani
Membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani
Fonte: http://venetoradicale.ilcannocchiale.it/post/2595990.html
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