Liguria: “Piano casa”… Piano cosa???

PIANO CASA in REGIONE LIGURIA, una COLATA di CEMENTO.

Alessandro Rosasco (componente del Comitato Nazionale di Radicali Italiani), Gian Piero Buscaglia (membro dimissionario dal prossimo Comitato Radicali), Stefano Petrella (segretario del “G.R.A.F.” – Gruppo Radicale Adele Faccio)

sostengono la necessità di un’alternativa culturale e politica al piano-casa portato avanti dall’attuale compagine di sinistra (!) alla Regione Liguria, naturalmente col plauso della destra: un progetto ottuso e velleitario che, infischiandosene d’ogni tutela ambientale, prevede non solo la possibilità di cambio di destinazione d’uso degli immobili, ma anche quella di consentir ulteriori espansioni perfino a chi ha già fruito del condono edilizio. Occorre, invece, un piano casa che non si basi sulle colate di cemento, ma investa nel restauro del patrimonio abitativo e riconverta tutti gli edifici pubblici secondo criteri d’efficienza energetica; i Radicali auspicano un’edilizia sociale che al rilancio del settore edile aggiunga la qualità abitativa, nella prospettiva di città facili da vivere, dove l’automobile diventi sempre più marginale, come alternativa possibile all’attuale tendenza alla sovra-urbanizzazione senza qualità, al degrado del patrimonio esistente, al frenetico consumo del suolo, sia esso agricolo o naturale. “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione“: nell’anno in cui si celebra l’Unità, vogliamo almeno tener conto dei nostri principi costituenti?

Di seguito, l’articolo apparso il 18.1.11 sul Secolo XIX di Genova [Alessandro Rosasco]. E’ iniziata, nella competente Commissione consiliare regionale, la discussione del nuovo progetto di piano casa proposto da Marylin Fusco [Idv: consigliera comunale, regionale, assessore urbanistica, v.presidente Giunta]: uno di quei provvedimenti in cui i confini destra-sinistra s’assottigliano fin quasi a confondersi, dove i termini maggioranza-opposizione si trasformano in categorie dello spirito obsolete; non c’è quindi da stupirsi se alla notizia, data da Fusco, della possibilità di cambio di destinazione d’uso degli immobili, è proprio dai banchi di centrodestra che s’è alzato il plauso maggiore; allo stesso modo, nel centrodestra nessuno ha alzato il dito per denunciar la norma che consente persino a chi ha fruito del condono edilizio di continuar a espandersi col piano casa; restano isolate le voci critiche dei pochi consiglieri illuminati e delle associazioni non solo ambientaliste ma anche di semplice tutela del paesaggio: concetti, questi ultimi, simili ma non interscambiabili. Nell’anno in cui celebriamo l’unità d’Italia dimentichiamo ogni giorno uno dei principi fondamentali del nostro essere italiani, come quello sancito dall’art.9 della Costituzione del 1948; articolo che elevò il nostro Paese nel mondo: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura, la ricerca scientifica e tecnica; tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Siamo stati i primi e per anni i soli a dare tale valore costituzionale al nostro paesaggio; oggi, dimentichi del significato di questo principio fondante, stiamo assistendo inerti alle violenze sulla storia e sulla natura ad es. del Parco Acquasola; oltre che a piani casa scellerati diversi da Regione a Regione in un federalismo fasullo e dannoso; la scellerata scissione tra urbanistica e tutela dell’ambiente e dei beni culturali, ha infine prodotto i frutti che tutti noi possiamo constatare. Non sarebbe un bel modo per festeggiar i 150 anni d’Italia unita ristabilir il disegno dei Costituenti in una materia come quella ambientale che rischiamo di perder per sempre? Guardando alla lezione del passato, quale città/provincia/regione vogliamo consegnare a chi verrà dopo di noi? Spero sia chiaro a tutti che non è di sicuro con un nuovo piano casa che risolveremo la crisi economica e finanziaria del settore edilizio; che peraltro ha già vissuto la sua età dell’oro; come Radicali chiediamo, in alternativa, un piano casa che non si basi su colate di cemento ma investa nel restauro del patrimonio abitativo e riconverta tutti gli edifici pubblici secondo criteri d’efficienza energetica; vogliamo un’edilizia sociale che al rilancio del settore edile aggiunga la qualità abitativa; auspichiamo città facili da vivere, dove l’automobile diventi sempre più marginale come alternativa possibile all’attuale tendenza alla sovra-urbanizzazione senza qualità, al degrado del patrimonio esistente, al frenetico consumo di suolo, sia esso agricolo o naturale.


Fonte: http://grupporadicaleadelefaccio.wordpress.com/2011/01/24/liguria-piano-casa-piano-cosa/

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