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Il Governo ha imposto con il voto di fiducia la cosiddetta moratoria sul nucleare al solo scopo di indebolire le possibilità di ottenere il quorum al referendum del 12 e 13 giugno. Lo ha detto lui stesso il 26 aprile durante il summit con il presidente francese Sarkozy:

«Se fossimo andati oggi a quel referendum, il nucleare in Italia non sarebbe stato possibile per molti anni a venire. Abbiamo introdotto questa moratoria responsabilmente, per far sì che dopo un anno o due si possa tornare a discuterne con un'opinione pubblica consapevole. Siamo convinti che il nucleare sia un destino ineluttabile» (Silvio Berlusconi)

La finta moratoria sul nucleare fa parte di una precisa “strategia dell’incertezza” per cui si dà fino all’ultimo l’impressione all’opinione pubblica che non è detto che si terranno i referendum. 

Fa parte di questa strategia l'aver scelto la data del 12 e 13 giugno per il voto, quando molti italiani sono già in vacanza o al mare.
 

Fa parte di questa strategia l'operazione di disinformazione. Per ciascun referendum sono previste solo 4 tribune e 3 messaggi autogestiti, per un totale di meno di 3 milioni di ascolti!

Il tragico incidente nucleare di Fukushima in Giappone ha aumentato molto le probabilità di raggiungere il quorum. In Sardegna un referendum regionale sul nucleare svoltosi due settimane fa ha fatto registrare il 59,49% di partecipazione e il 97,14% di sì.

Continueremo fino all'ultimo a batterci per l'informazione e la difesa dei referendum, come negli scorsi mesi abbiamo fatto con sit-in, denunce e l'occupazione da parte di Marco Beltrandi della Commissione parlamentare di vigilanza Rai fino a che non è stato approvato il regolamento sull'informazione referendaria.

 

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