Scuola, referendum, diritto alla conoscenza e Stato di Diritto. La Rai informi subito che è in corso la raccolta delle firme.
Ancora una volta la Rai, alla quale siamo tenuti per legge a pagare il canone, continua a negare ai cittadini l'informazione, il diritto di conoscere per deliberare indispensabile per avere una democrazia fondata sullo Stato di Diritto.
Depositati in Cassazione lo scorso 17 marzo 2016, dal 9 di aprile è iniziata la raccolta delle firme su 4 quesiti referendari sugli aspetti più negativi e anticostituzionali della legge 107/2015: abrogazione del potere discrezionale dei dirigenti scolastici di scegliere e confermare o meno i docenti sulla sede; abrogazione del potere discrezionale dei presidi di premiare economicamente solo alcuni docenti (che tra l'altro rimangono tutti con un contratto scaduto dal 2009 e stipendi da fame); abrogazione dell'obbligo di alternanza scuola lavoro; abrogazione della possibilità di dare soldi alle singole scuole pubbliche o private. Ne avete sentito parlare in televisione?
E ci sono anche altri referendum: legge elettorale, nuove trivelle, inceneritori. Ma se i cittadini neanche sanno che è in corso una campagna di raccolta firme, se minimamente conoscono quali sono "i temi" sui quali si vuole discutere, è chiaro che non c'è democrazia né Stato di Diritto e che lo strumento referendario è destinato a diventare uno strumento di plebiscito par fare esprimere "il popolo bue disinformato".
Tutti sappiamo che il Pd è già pronto a far banchetti per sostenere il SÌ alla riforma costituzionale; sui referendum abrogativi che i cittadini tentano faticosamente di indire non c'è un minimo di informazione.
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