Risarcimenti ai detenuti: dopo la Cassazione ora intervenga il Ministro Orlando
Un tempo, quando la Corte di Cassazione bocciava i referendum radicali, la chiamavamo “Cassazione di Giustizia”. Da un po’ di anni occorre dare atto che al “Palazzaccio” spesso si ripristina il diritto violato. Recentissimamente è accaduto con la sentenza n. 46966 (1° sez. penale) che ha dato ragione ad un cittadino albanese detenuto nel carcere di Foggia per 5 lunghi anni in condizioni “inumane e degradanti”. Il Magistrato di Sorveglianza – a torto – aveva respinto la sua richiesta di risarcimento in quanto, dopo 5 anni, era stato spostato in una cella più grande e vivibile. Senza “attualità del pregiudizio”, hanno affermato i giudici, niente sconti di pena o indennizzi.
Noi avevamo messo in guardia il Ministro della Giustizia Andrea Orlando su queste interpretazioni tanto fantasiose quanto ignobili dell’art. 35 ter dell’Ordinamento Penitenziario richiamando quanto stabilito dalla sentenza “Torreggiani” della Corte EDU, secondo la quale i rimedi risarcitori dovevano essere effettivi, rapidi ed efficaci. Lo abbiamo fatto con un’interrogazione parlamentare depositata il 14 ottobre 2014 dall’on. Roberto Giachetti e con una “memoria” presentata il 5 maggio 2015 al Comitato dei Ministri del Consiglio.
Ora mi appello direttamente al Ministro della Giustizia Andrea Orlando affinché -con un intervento chiaro di interpretazione della norma- ponga fine a queste manfrine che discreditano in nostro paese in una materia delicatissima per una democrazia, cioè quella del rispetto dei diritti umani fondamentali.
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