RIPARTIAMO DA VENTOTENE. L’EUROPA È L’UNICA SOLUZIONE. Intervista a Marco Pannella di Massimiliano Coccia

01/02/2016

L’Unità, sabato 30 gennaio 2016. 

Oggi Matteo Renzi sarà a Ventotene per mandare un messaggio all'Europa. Quale è il tuo giudizio sulla politica estera del governo? 

Molta tattica, poca strategia; lo dico con grande rammarico, perché molto si può fare. Occorre avere il coraggio, l’audacia di dare corpo alla visione che aveva  Altiero Spinelli. Il presidente Napolitano anche recentemente, ha ricordato quanto attuale sia quella sua visione, che si traduce nella consapevolezza dell’urgenza dei tempi: Napolitano ci ricorda che si tratta di scelte non solo mature, ma indilazionabili, e sono d’accordo con lui: questa Europa ancora prigioniera delle sovranità degli stati nazionali, produce solo micidiali veleni. Renzi dovrebbe fare suo quello spirito che era di De Gasperi, Adenauer e di Spinelli quando si battevano negli anni ‘50 per il progetto di trattato per istituire la Comunità Europea di Difesa. I francesi poi, con il loro voto contrario fecero cadere tutto l’impianto politico di quel progetto, che aveva un grande respiro; è quella visione che va recuperata, ritrovata. E’ l’unico antidoto ai disastri di oggi.

Quanto sono lontani gli Stati Uniti d'Europa? 

Come ha detto: sono lontani; ho fatto cenno, prima al fallimento della CED. Spinelli però non si demoralizzò, non cedette a un pur comprensibile scoramento; reagì, se possibile, con un maggiore impegno. La butto lì: per rendere meno lontani, estranei gli Stati Uniti d’Europa, la cosiddetta “buona scuola”, se volesse essere una “scuola buona” dovrebbe, per esempio, favorire al massimo “Il Manifesto di Ventotene” di Spinelli ed Ernesto Rossi, e le opere degli altri federalisti.  

Qualche mese fa avete lanciato la campagna per la stato di diritto e per la conoscenza. Come si sta muovendo la campagna? 

La correggo: questa campagna si sviluppa e anche arricchisce ormai da anni; è la naturale prosecuzione di una iniziativa che ci vide protagonisti isolati, presi per matti: quella di scongiurare la seconda guerra in Iraq, fortissimamente voluta da George W. Bush e Tony Blair, che raccontarono il falso circa le armi di distruzione di massa, e “tradirono” i loro stessi popoli ingannandoli. La verità è emersa, anche se non del tutto: le conclusioni della britannnica commissione Chilcot ancora non sono note, ma fin da ora sappiamo che si tratta di un pesantissimo ufficiale atto d’accusa nei confronti di Bush e Blair. Noi radicali proponemmo l’esilio di Saddam e per l’Iraq un percorso verso la democrazia sotto l’egida dell’ONU. Quella “follia”, era l’unica proposta realistica per risparmiarci i lutti e i disastri che sappiamo. Da lì è nata la campagna per il diritto umano e civile per la conoscenza, per la transizione verso lo Stato di Diritto, da conquistare in Italia, Europa e nei paesi arabo-musulmani. Lo dobbiamo alla caparbietà di un nostro compagno, Matteo Angioli, che coordina con pochi mezzi e risorse militanti la campagna. Abbiamo raccolto numerose prestigiose adesioni, e ora l’obiettivo è quello di persuadere l’Assemblea dell’ONU a compiere questo passo. Una follia che vede pienamente mobilitato l’ex Ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata. Per noi, è l’unico progetto realistico per non cadere preda da una parte di tentazioni securitarie come purtroppo sta accadendo in Francia, nell’illusione di sconfiggere così il terrorismo. In realtà così si alimenta solo il complesso militare industriale, analogamente alle politiche proibizioniste in materia di droga, che servono solo per arricchire e rafforzare organizzazioni criminali e narcotrafficanti. Vorremmo poterne discutere; ma su questo nessun dibattito, nessun confronto. Hanno capito che il modo più efficace per eliminarci è quello di impedirci di parlare, di comunicare. Lei da quando non mi vede in un canale televisivo di Stato?    

Renzi va nei luoghi di Altiero Spinelli, quanto è rimasto nei palazzi europei delle sua idealità e dei processi di riforma? 

Nei palazzi europei del potere forse solo le targhe commemorative. Credo che tanto ci sia invece nelle strade e nelle piazze, tra giovani che forse neppure sanno chi è Spinelli; e tra i più anziani, quelli della mia generazione, che ne conservano il ricordo. Quando ero parlamentare europeo, lo ricordo ancora con molto affetto, c’era con me il principe Otto d’Asburgo, conservatore; Maurice Duverger, il famoso politologo francese eletto nelle liste del PCI; con entrambi, ero in grande sintonia e comunanza di visione federalista, autenticamente europeista. E poi c'era la da poco ex Ministra della Giustizia francese Christiane Taubira con cui condividevo il Gruppo dell'Alleanza Radicale Europea. Sono idealità che credo ci siano ancora, ne scorgo tracce, per esempio, negli interventi del presidente Napolitano. Dobbiamo agire perché queste posizioni, queste “affermazioni” e volontà siano conosciute, valorizzate,  apprezzate come meritano. Renzi dovrebbe capire, e in questo senso cerchiamo di operare, che conviene soprattutto a lui.    

Quanto sarebbe utile un nuovo "club del coccodrillo" per riformare le istituzioni europee? 

A quel ristorante di Strasburgo, in quel luglio del 1980, uno dei nove parlamentari europei promotori del Club era proprio Spinelli; si figuri se non posso essere legato a quell’esperienza. Un altro Crocodile è facile da trovare; piuttosto sono difficili da trovare parlamentari dello spessore culturale e della carica ideale di Altiero; anche perché quelli che ci sono vengono sistematicamente silenziati: i grandi mezzi di comunicazione amplificano ed esaltano solo, e non per un caso, gli avversari, i nemici degli Stati Uniti d’Europa. Non ci si può poi stupire se dilaga un sentimento di miope arroccamento nel nazionalismo e nel localismo. Tentazioni cosiddette “indipendentiste” come quelle dei miei amici e compagni catalani, per esempio, vanno contrastate con la persuasione e il dialogo. Possiamo dare vita a tutti i Crocodile che si vuole, se non si dà concreta esecuzione al precetto einaudiano e liberale del “conoscere per deliberare”, tutto sarà inutile.

In questo puzzle di guerre, migrazioni di massa, scarsa possibilità di interagire tra paesi membri, quale può essere una via di uscita? 

Credo che i popoli siano assettati di conoscenza, di giustizia e libertà; a questo punto: cosa facciamo di concreto perché sia garantito, tutelato, il diritto di conoscere, sapere, poter giudicare? Faccio un esempio: quando si verifica un attentato in qualche città europea o americana, la copertura mediatica è massiccia; irrilevante quando la strage si consuma in qualche paese africano o mediorientale. E’ un errore. Dovremmo fare di tutto per rendere consapevoli le popolazioni arabe e musulmane che i terroristi sono i carnefici e gli assassini non solo di cristiani ed ebrei infedeli, quanto di arabi e musulmani. E’ nel nostro interesse, al di là del diritto di conoscenza, mostrare a quanti più musulmani possibile che degli assassini che in nome di quel Dio in cui credono, li massacrano anche quando sono in una moschea a pregare.

Pensi ancora che l'Europa sia una soluzione? 

L’Europa non è “solo” una soluzione. E’ “la” soluzione, una scelta obbligata. A patto che siano gli Stati Uniti d’Europa: quelli che Spinelli e Rossi, negli anni bui della dittatura fascista, quando erano confinati a Ventotene, prefigurano nel famoso, ma troppo poco conosciuto, “Manifesto di Ventotene”. L’Europa per cui si batterono, ci tengo a citarli tutti perché ne resti traccia, memoria: Adenauer, Bech, Beyen, Churchill, De Gasperi, Hallstein, Mansholt, Monnet, Schuman, Spaak, Spinelli. La patria europea e non l’Europa delle patrie, come purtroppo la conosciamo.

Cosa chiedono i radicali a Renzi? 

A quelli che chiamo “i massimi magistrati” italiani, il presidente Mattarella e il presidente Renzi per primi, chiedo di farci uscire, con tempi definiti e non dilazionati, dalla condizione di illegalità più volte certificata dalle giurisdizioni internazionali ed europee: hic et nunc; Stato di Diritto in Italia, per essere credibili nell’indispensabile azione di dialogo e per una campagna, in sede ONU per la transizione allo Stato di Diritto: una campagna che abbia valore ed effetto in Occidente e nei paesi arabi. Sarebbe una campagna simile a quella già condotta con successo per la moratoria delle esecuzioni capitali e contro le mutilazioni genitali femminili. Un qualcosa di cui l’Italia potrebbe legittimamente vantarsi negli anni a venire.

http://www.radicalparty.org/it/content/ripartiamo-da-ventotene-l-europa-l-unica-soluzione-intervista-marco-pannella-di-massimiliano

Fonte: http://www.radicalparty.org/it/content/ripartiamo-da-ventotene-l-europa-l-unica-soluzione-intervista-marco-pannella-di-massimiliano