La Polonia prova a compromettere democraticamente e legalmente lo Stato di diritto
La Commissione europea per la Democrazia, nota come Commissione di Venezia, l’organo consultivo del Consiglio d’Europa composto da esperti internazionali diritto costituzionale, con una nota ufficiale dell’11 marzo ha ribadito “che le maggioranze attuali e precedenti del Parlamento polacco (Sejm) hanno intrapreso azioni incostituzionali […] e chiede pertanto al Parlamento polacco di trovare una soluzione sulla base dello Stato di diritto, rispettando le sentenze del Tribunale costituzionale.”
È accaduto che un parlamento eletto legalmente e democraticamente, tant’è che anche l’opposizione ha riconosciuto il risultato elettorale, ha legalmente legiferato contro la Costituzione del paese prevedendo una maggioranza di due terzi per l’adozione delle sentenze e una norma rigida che impedisce di affrontare casi urgenti, rendendo il Tribunale costituzionale inefficace.
E dalla nota risulta che tale azione sia abbastanza frequente a prescindere dalle maggioranze parlamentari.
Se ne desume che non è sufficiente rispettare il principio di legalità ma è indispensabile trovare soluzioni sulla base dello Stato di diritto.
Rimettere al centro delle politiche, non solo legislative, lo Stato di diritto è l’unico antidoto alle derive - legali! – in “democrazie reali” di quei paesi che fanno parte del club dei paesi democratici.
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