Interrogazioni parlamentari: la regola dei Governi è “Tacere”

09/12/2015

In Italia l’attività di controllo del parlamento sull’operato del Governo è sempre stata considerata funzione di secondo piano e in alcun modo tenuta in considerazione dal mondo dei media. Se consideriamo la legislatura in corso, i dati sono sconfortanti, non solo per le mancate risposte del Governo, ma anche per il mancato utilizzo da parte delle opposizioni degli strumenti regolamentari per “pretendere” le risposte dei Ministri che non rispondono.

Nel periodo che va dal 15 marzo 2013 al 1° dicembre 2015, su 29.377 atti di sindacato ispettivo presentati da deputati e senatori (interrogazioni e interpellanze, a risposta scritta o orale, in assemblea o in commissione) il Governo ha risposto solo in 9.796 casi, pari al 33,3%. Il Ministero più reticente è stato quello della Giustizia che ha risposto solo al 17,9% degli atti presentati (288 su 1.609), quello più “loquace” è stato il Ministero delle Riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, ma ha avuto a che fare con pochissime interrogazioni e interpellanze: solo 36 (le risposte sono state 25, pari al 69,4%). Il Ministro più oberato di lavoro è stato quello dell’Interno al quale sono stati rivolti ben 3.716 atti di sindacato ispettivo ai quali ha risposto in 1.195 casi (32,6%). Buona la performance del Ministero degli Esteri, che ha risposto a 490 atti sui 764 presentati (64,1%) e del Ministro della Difesa, che ha dato 530 risposte su 875 atti presentati (60,5%).

Nella passata legislatura chiesi al Ministro Alfano, allora guardasigilli, perché non rispondesse mai alle tante interrogazioni a risposta scritta che presentavo soprattutto a seguito di visite di sindacato ispettivo in carcere: con un sorriso paraculo mi disse “meglio non mettere nulla per iscritto”. Poi però lo sfinii con migliaia di solleciti e con richiami al regolamento (tuttora in vigore) che stabilisce che, passati 20 giorni dalla presentazione, il deputato interrogante può richiamare l’interrogazione in commissione e, a quel punto, il Ministro o risponde o è costretto a motivare il suo silenzio; superfluo dire che Alfano preferì rispondere a centinaia di interrogazioni che, con molto anticipo sulla sentenza Torreggiani, provarono i trattamenti inumani e degradanti subiti dai detenuti.

http://www.radicalparty.org/it/content/interrogazioni-parlamentari-la-regola-dei-governi-tacere

Fonte: http://www.radicalparty.org/it/content/interrogazioni-parlamentari-la-regola-dei-governi-tacere