Fine vita, Max non ha più tempo. Il Parlamento non aspetti

Fine vita, Max non ha più tempo. Il Parlamento non aspetti

Il Manifesto
16 Ott 2015
Marco Cappato

Non basta essere un malato ter­mi­nale per avere ragione, nem­meno se ci si auto­so­spende le tera­pie per otte­nere ascolto dal Par­la­mento. Potrebbe essere un ricatto, basato su una pre­tesa assurda. Ma Mas­si­mi­liano “Max” Fanelli chiede “sem­pli­ce­mente” che la Costi­tu­zione sia rispet­tata e che il Par­la­mento la smetta di diso­no­rare se stesso.

Fanelli ha 54 anni, un pas­sato diviso tra il lavoro in una mul­ti­na­zio­nale e il volon­ta­riato per l’Africa. Il 26 set­tem­bre 2013 riceve la dia­gnosi: Scle­rosi Late­rale Amio­tro­fica. Due set­ti­mane prima ave­vamo pre­sen­tato la legge di ini­zia­tiva popo­lare per lega­liz­zare l’eutanasia e il testa­mento bio­lo­gico. Durante que­sti due anni, il Par­la­mento è rima­sto immo­bile. Max no. Pur essendo fisi­ca­mente immo­bi­liz­zato, ha mosso tan­tis­simi altri a soste­gno della richie­sta che il Par­la­mento final­mente discuta di fine-vita, ha fon­dato il movi­mento #iosto­con­max, ha rice­vuto soste­gni impor­tanti, inclusa la visita nella sua casa di Seni­gal­lia della Pre­si­dente Boldrini.

Ora Max “dice” (scri­vendo attra­verso il movi­mento degli occhi su un com­pu­ter) «Basta! ho inter­rotto le cure per la SLA (…). Insieme a tante altre situa­zioni come la mia, incre­di­bil­mente, i diritti dei morenti sono costan­te­mente tra­scu­rati dai capi­gruppo di Camera e Senato che igno­rano com­ple­ta­mente ogni appello a legi­fe­rare in tal senso, da ovun­que esso pro­venga.

A nulla sono valsi la legge di ini­zia­tiva popo­lare sul fine vita depo­si­tata a set­tem­bre 2013 dall’Associazione Luca Coscioni, gli innu­me­re­voli appelli di malati e fami­liari, i nostri due appelli ad occu­parsi del pro­blema, accom­pa­gnati dalle firme di 82 depu­tati e sena­tori, l’invito a legi­fe­rare della Pre­si­dente della Camera Laura Bol­drini e dell’ex Pre­si­dente della Repub­blica Gior­gio Napo­li­tano. Nel nulla sono finiti i nostri appelli sia scritti che video­re­gi­strati al Pre­si­dente Mat­ta­rella e al Papa. E’ inac­cet­ta­bile che ven­gano trat­tati in que­sto modo migliaia di malati ter­mi­nali, costretti dall’assenza di una legge sul fine vita a subire dolori e sof­fe­renze con­di­vise sia dal malato che dalla fami­glia. E’ incre­di­bile che cadano nell’oblio cosi velo­ce­mente le nostre richie­ste, quelle del movi­mento #iosto­con­max e quelle di migliaia di cit­ta­dini ita­liani o per­so­naggi famosi e poli­tici che si sono fatti foto­gra­fare con la nostra car­to­lina spe­ciale, invia­tami poi a casa e con­se­gnata a luglio, tra­mite la Bol­drini, nelle loro mani, sci­vo­lando nella totale indif­fe­renza dei capi­gruppo di Camera e Senato. Noi par­liamo di Dolore, di Malat­tia, di Morenti. Noi riven­di­chiamo il diritto alla Libertà e alla Dignità, di tutti. CARO STATO, SE NON MI DAI LA LIBERTÀ E LA DIGNITÀ, TIENITI PURE LE MEDICINE PER LA SLA!» (Mas­simo ‘Max’ Fanelli).

E’ pas­sata una set­ti­mana, durante la quale ha sospeso l’assunzione di Rilu­zolo, il far­maco spe­ci­fico con­tro la Sla. Par­la­men­tari come Bri­gnone e Ric­ciatti sono inter­ve­nute in aula per richia­mare il suo caso. L’intergruppo «euta­na­sia e testa­mento bio­lo­gico», al quale abbiamo dato vita con Bor­letti Bui­toni, Nic­chi e Loca­telli, ha fatto con­ver­gere oltre 160 Par­la­men­tari sulla richie­sta di calen­da­riz­za­zione.

Ancora però un impe­gno ad aprire almeno la discus­sione, lasciando aperte le solu­zioni legi­sla­tive, non si è mani­fe­stato. Né il tema è riu­scito a entrare a far parte di qual­che palin­se­sto tele­vi­sivo, magari in uno di quei talk-show auto­re­fe­ren­ziali in crisi d’ascolti. Dopo i diritti dei malati, il diritto cal­pe­stato è quello di tutti i cit­ta­dini a cono­scere le ragioni a favore e quelle con­tra­rie alla lega­liz­za­zione dell’eutanasia e del testa­mento bio­lo­gico. Il Par­la­mento dovrebbe essere il primo luogo dove que­sto dibat­tito vive e rag­giunge l’opinione pub­blica, se fos­simo in democrazia.

Max non ha ragione per­ché malato ter­mi­nale. Max ha ragione per­ché secondo la Costi­tu­zione «il popolo eser­cita l’iniziativa delle leggi». Max non chiede nulla, meno che mai pietà. Max offre corag­gio al Par­la­mento ita­liano, nella spe­ranza che i grandi potenti della poli­tica e dell’informazione vogliano recu­pe­rare il ritardo accu­mu­lato nei con­fronti della società ita­liana e sosti­tuire alla clan­de­sti­nità la lega­liz­za­zione. Max non ha tempo, e aiuta così a non per­derne dell’altro.

http://www.associazionelucacoscioni.it/rassegnastampa/fine-vita-max-non-ha-pi-tempo-il-parlamento-non-aspetti

Fonte: http://www.associazionelucacoscioni.it/rassegnastampa/fine-vita-max-non-ha-pi-tempo-il-parlamento-non-aspetti