Fecondazione eterologa: il Ministero propone la Consulenza genetica scritta obbligatoria per i donatori di gameti bloccando di fatto l’esecuzione delle tecniche di PMA eterologa
Fecondazione eterologa: il Ministero propone la Consulenza genetica scritta obbligatoria per i donatori di gameti bloccando di fatto l’esecuzione delle tecniche di PMA eterologa
Dichiarazione di Gianni Baldini, Filomena Gallo, Angelo Calandrini, collegio giuridico associazioni pazienti
Il ministero propone uno “Schema di regolamento che recepisce la direttiva 2012/39/UE della Commissione del 26 novembre 2012 che modifica la direttiva 2006/17/CE per quanto riguarda determinate prescrizioni tecniche relative agli esami effettuati su tessuti e cellule umane ivi compresi i donatori di gameti All A) n 3.
Il regolamento intende modificare la delibera della Conferenza Stato Regioni del settembre 2014 che aveva dato il via libera alla PMA eterologa stabilendo anche le prescrizione e i requisiti tecnico-medici per i donatori e le donatrici di gameti.
La proposta originaria prevedeva al punto 2.12. la consulenza genetica scritta obbligatoria e individuava come patologie prevalenti da analizzare nel contesto etnico quelle con una incidenza pari o superiore a 1/10000 (portatori sani 1/50).
Siffatte previsioni avrebbero, di fatto, determinato il blocco del già faticoso avvio delle tecniche di PMA eterologa nel nostro paese. Infatti
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Il punto in esame è fortemente disallineato rispetto alla normativa europea. Inoltre appare paradossalmente in contrasto con l’art. 13 della legge 40 comma 3.b che “vieta ogni forma di selezione a scopo eugenetico degli embrioni e dei gameti”
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Il tavolo tecnico, nell’ambito della proposta di attuazione della pma eterologa, aveva già affrontato questo tema proponendo la somministrazione di un questionario genetico valutativo di eventuali patologie. In accordo con il documento del tavolo, i genetisti medici hanno proposto una prima valutazione genetica attraverso la somministrazione di un questionario che permetterebbe di individuare soggetti che necessitano di consulenza e di approfondimenti genetici . Si allega alla presente uno dei questionari validati ed in uso.
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La figura del genetista medico è scarsamente presente nel SSN pertanto si allungherebbero molto le liste di attesa.
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In assenza di una politica efficace per la donazione e dovendo ricorrere alla collaborazione con banche estere, questo canale risulterebbe impraticabile per il già citato disallineamento con gli accertamenti previsti dalla normativa europea.
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L’effettuazione dell’eterologa comporterebbe inoltre una spesa aggiuntiva di oltre 2000 euro per il completamento dell’iter diagnostico in aggiunta ai già onerosi costi attuali
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Si creerebbe una discriminazione tra le coppie che afferiscono alle procedure di PMA omologa dove non è prevista una diagnostica di tale livello in confronto al percorso PMA eterologa.
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Di fatto sarebbe impedita la tecnica dell’egg sharing e dello sperm sharing,, che è la modalità più economica ed alla portata di tutti i centri di PMA, in quanto durante il percorso la donna ricevente/donatrice o l’uomo donatore potenziale non sono stati sottoposti allo stesso screening diagnostico .
Il tavolo tecnico e la Regione Toscana proponevano i seguenti emendamenti :
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Al punto 2.12 dell’all. A– 4 rigo chiede di sostituire “ una consulenza genetica scritta “ con “un questionario anamnestico genetico e malformativo redatto con genetisti medici (in caso di positività di patologia si procederà a consulenza genetica e di eventuali accertamenti del caso)”.
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6 rigo eliminare “sulla base della predetta consulenza “
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12° rigo e successivi : eliminare “Sono considerate prevalenti nel contesto etnico del donatore le mutazioni di geni autosomici recessivi che causano malattie con frequenza pari o superiore a 1:10000, corrispondente ad una frequenza di portatori sani di almeno 1:50“
Il Ministero non ha accolto nessuno a di tali proposte riproponendo il testo originario con la conseguenza di paralizzare di fatto la tecniche di PMA eterologa faticosamente avviate tra mille difficoltà nei centri pubblici e privati in una situazione già difficile stante la carenza di donatori.
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