Eterologa, 20 donatrici in due anni. Ilaria D’Amico: regalate la maternità
Eterologa, 20 donatrici in due anni. Ilaria D’Amico: regalate la maternità
Una campagna per la donazione
All’indomani del via libera all’eterologa aveva lanciato un messaggio video con l’Associazione Luca Coscioni per la corretta informazione. Nel 2005, assieme ad altri personaggi della cultura e dello spettacolo, si spese per il referendum sulla legge 40, che non raggiunse il quorum. Da poco è diventata mamma per la seconda volta: «Ho sempre pensato che se non fossi riuscita ad avere figli sarebbe stato bello sapere di avere un’alternativa. Non poter diventare genitori è una rinuncia enorme e negli anni mi sono convinta che ogni modo per dare la vita è lecito. Dicono che non è naturale? Ma naturale è una definizione stupida. La naturalezza è amare un figlio. Bisogna combattere la preclusione attraverso la conoscenza». Campagne per la donazione non ne sono state fatte. Ma «nel nostro Paese non ci sono ostacoli di legge e non viene usata la normativa per ritardare la procedura» di fecondazione, ci tiene a precisare il direttore del Centro nazionale trapianti, Alessandro Nanni Costa. «La legge è rispettata e la fecondazione è assicurata attraverso le importazioni dei gameti». Il Cnt — spiega — ha registrato la richiesta e l’importazione di circa 2.100 «contenitori» di ovociti nel 2015, mentre nei primi sei mesi di quest’anno sono già 2.500; dall’estero sono arrivati anche 1.500 contenitori di gameti maschili nel 2015, e altrettanti nei primi sei mesi di quest’anno, oltre a 1.200 embrioni, da impiantare. Le importazioni dunque sono raddoppiate, perché non incentivare la donazione? «Non ci devono essere incentivi — ribatte Nanni Costa — altrimenti la donazione non sarebbe libera e gratuita. L’Italia è in linea con la direttiva europea. Ogni Stato ha la sua lettura della norma». «In Paesi come la Spagna, dove è prevista una compensazione economica di circa mille euro per la stimolazione ovarica cui si sottopongono, le donatrici sono diverse migliaia», rimarca Andrea Borini, presidente della Società italiana di fertilità e sterilità. Osserva tra l’altro che 2.500 contenitori coprono un migliaio di impianti (ne servono due per ciclo) mentre a suo avviso, la richiesta sarebbe di 4-5 mila impianti all’anno.
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Rimborso non commercio
«Andrebbe fatta una grande campagna di sensibilizzazione. Evitare certo il commercio, ma prevedere almeno una forma di rimborso. Tra l’altro a questo punto pare ipocrita importare». Di importazione non vuol sentire parlare Eleonora Porcu, responsabile del Centro di procreazione medicalmente assistita del policlinico Sant’Orsola di Bologna, dove c’è una lista d’attesa di 270 persone da tutta Italia per l’eterologa (e anche per l’omologa i tempi di attesa sono di due anni). L’eterologa nella sanità pubblica è praticata a macchia di leopardo, mentre nel privato le coppie sterili devono affrontare un costo tra i 6 mila e i 7 mila euro. «Il congelamento di gameti è un piccolo gruzzolo che noi donne ci portiamo avanti», dice orgogliosa Porcu, che può vantare di aver fatto nascere un bimbo con ovociti congelati dieci anni fa. Ora ci riprova con ovociti di 13 anni: «L’embrione è vitale e la gravidanza sta andando bene. È un progresso per la scienza».
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