Così scrive un detenuto a Marco Pannella (dalla lettera integrale inviata da Rita Bernardini al DAP)
1) sono stato arrestato per un definitivo di cui mi accusano di una minaccia di cui giuro sui miei figli che non ho minacciato nessuno [e vabbè, opinerà qualcuno… dicono tutti così, tutti innocenti!]
2) il giorno 16/12/2015 entro per la prima volta in carcere a Secondigliano poi il 14/01/2016 sono stato trasferito nel carcere di Catanzaro [ah, ecco, la territorialità della pena va a farsi benedire, visto che il detenuto è della provincia di Napoli]
3) il detenuto scrive al DAP e al Magistrato di Sorveglianza chiedendo un avvicinamento alla famiglia [ha una figlia di 4 anni e sua madre è appena stata colpita da un ictus]
4) il 30 aprile il DAP risponde, ma lo sventurato viene trasferito a LIVORNO in osservazione psichiatrica [avete presente l’affettività che secondo l’Ordinamento penitenziario non può essere negata ai detenuti?]
5) il nostro amico si dispera perché lì a Livorno ci sono persone con problemi psichiatrici e pericolosi “ma io non ho questi problemi, ho solo un po’ di depressione perché è la prima volta che sto in carcere e non vedo mia madre da mesi. Del resto non ho mai dato problemi da quando sto in carcere; L’UNICO PROBLEMA È CHE OGNI TANTO MI VIENE DA PIANGERE pensando a quello che mi è capitato e per il motivo che non vedo mia madre e mia figlia perché sto lontano e non possono affrontare il viaggio” [Sigh]
6) “Come posso guarire qui da questa PICCOLA DEPRESSIONE? Qua mi tengono chiuso 24 ore su 24 senza andare all’aria, poi in cella non c’è niente, è tutta sporca, non c’è l’acqua calda, non c’è un fono per asciugare i capelli, poi non mi hanno dato le mie cose personali per cui non posso lavarmi e cambiarmi; non mi danno un po’ di detersivo per pulire la cella e non posso farmi una camomilla e neanche un caffè. Ripeto, non ho mai dato motivo di essere un ragazzo pericoloso”.
7) “Dott. Pannella vorrei tanto farmi una doccia ma non posso, vorrei tanto socializzare con qualcuno e non posso. Perché tutto questo abuso? Vengo trattato come un terrorista e pure ero incensurato, ho sempre lavorato e per qualcuno che mi accusa di cose che non ho fatto mi trovo in carcere” […] Mi aiuti a mandare qui qualche Commissione per vedere in quali condizioni mi tengono e di potermi aiutare a farmi avere un avvicinamento in Campania.
Estratti e note di Rita Bernardini dalla lettera integrale del detenuto inviata al DAP al responsabile trattamento dei detenuti, al Capo e al vice Capo del DAP. Su Facebook rende noto che se non riceviamo (io e il detenuto) risposta entro tre giorni, agirò di conseguenza, con il metodo della nonviolenza radicale.
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