Cannabis terapeutica, perché far sempre un passo avanti e due indietro?
Cannabis terapeutica, perché far sempre un passo avanti e due indietro?
Dichiarazione di Marco Perduca, Rappresentante all'ONU del Partito Radicale e membro della giunta dell'Associazione Luca Coscioni:
In un momento in cui l'Italia si candida a esser uno dei leader nel mondo per quanto riguarda la produzione nazionale dei cannabinoidi per fini medici, il Ministero della Salute ha preparato uno schema di decreto che fa fare due passi indietro rispetto all'importante decisione del settembre 2014, quando firmò col ministero della Difesa il protocollo per affidare allo Stabilimento farmaceutico militare la coltivazione delle piante dalle proprietà medicamentose.
Il Partito Radicale e l'Associazione Luca Coscioni condividono le preoccupazioni della Società Italiana Ricerca Cannabis e dell’Associazione Cannabis Terapeutica, in particolare quelle relative al meccanismo che stabilirà il quantitativo da produrre a livello nazionale alla fine del progetto pilota. Lo diciamo da anni, la domanda potenziale di questi prodotti è di, almeno, cento volte la quantità prevista per la produzione a regime. Fissare arbitrariamente la quota da produrre a Firenze, senza porsi il problema della reale domanda neanche in prospettiva sarà un problema.
Non si comprende inoltre il perché dell’esclusione delle preparazioni galeniche definite "oli o soluzioni oleose" a vantaggio del decotto e dell’inalazione con aerosol. L'esperienza fatta dall'Associazione Luca Coscioni, che da anni collabora con medici che prescrivono la cannabis, ci dice che gli oli sono usati con ottimi risultati - l'Associazione aveva contribuito con un documento che sottolineava l'importanza dell'olio alla consultazione del Ministero - anche perché più semplice da usare per i pazienti che rispondono meglio, specie se in tenera età.
Ci lasciano perplessi anche gli oneri "tecnici", ma forse bisognerebbe chiamarli burocratici, previsti per le farmacie galeniche per stabilire l’esatta quantità di principio attivo contenuto nel preparato e ultimo, ma sicuramente non ultimo gli impieghi ridotti della cannabis terapeutica. Non si capisce, infine, come mai, di fronte a una letteratura scientifica in costante aumento e approfondimento, si pensi agli USA o Israele che la prevedono anche per terapie legate a Parkinson, Alzheimer, epilessia, morbo di Crohn, SLA ed epatite C - in Israele anche per il cancro -, si sia deciso di restringere il campo di applicazione escludendo tutte le patologie menzionate.
Semplicemente ridicola infine la previsione del divieto di guidare e lavorare, in certi casi, per almeno 24 ore, non prevista per farmaci molto più potenti come gli oppiacei! Si tratterebbe di una proibizione che bloccherebbe la stragrande maggioranza dei pazienti…
Dunque, siccome quella che circola in queste ore è una bozza, bisognerebbe che il Ministero, prima di condividerla con la Conferenza stato-regioni, tenesse di conto che al passo avanti dell'anno scorso le decisioni
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