Cannabis terapeutica, le criticità del via libera della Regione Marche

Cannabis terapeutica, le criticità del via libera della Regione Marche

Renato Biondini
9 Lug 2016

Comunicato stampa 

Ancona 9 luglio 2016

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                

 Cannabis terapeutica, le criticità del via libera delle Marche

 Finalmente dopo tre anni la Regione Marche approva le linee guida per l’accesso alla cannabis terapeutica, grazie alle nostre sollecitazioni e   una mozione in Consiglio regionale presentata dalla consigliera Pergolesi (M5S), che  impegnava la Giunta ad emanare entro tre mesi le linee procedurali  per l’applicazione della legge regionale 1/2013 per l’accesso alla cannabis terapeutica, la Giunta Regionale delle Marche con la deliberazione n° 617 del 20 giugno scorso, ha formalizzato  le linee procedurali per l’accesso alle cure con i derivati della cannabis. 

La cannabis  è una pianta dalla quale, oltre a sostanze psicoattive come la marijuana e hashish, è possibile derivare anche dei prodotti per uso terapeutico legato alle sue proprietà analgesiche, sedative e miorilassanti.

 Con la cannabis si possono  curare  dolori da tumore, la Sla, la sclerosi multipla, alcune neuropatie (ad esempio quelle derivanti da schiacciamento delle vertebre), la stimolazione dell’appetito nei pazienti affetti da Aids,  può essere utile anche alla cura delle forme di dolore cronico refrattario di origine reumatologica (per esempio la fibromialgia), al morbo di Crohn, all’asma bronchiale, al glaucoma, ad alcune forme di epilessia resistenti ai farmaci, alla cura dell’ansia e dell’anoressia.

Se da una parte  apprezziamo l’operato dell’amministrazione regionale per aver  approvato in tempi relativamente brevi queste linee guida, dall’altro dobbiamo evidenziare alcune criticità di questa delibera, che abbiamo già illustrato e portato all’attenzione del dott. Fabrizio Volpini, presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali del Consiglio regionale delle Marche.

Non si capisce perché negli impieghi terapeutici non vengano prese in considerazione molte patologie, dall’epatite alla sindrome di dravet, di lennox - gastaut (epilessia farmaco resistente), alcune forme di autismo, malattie della pelle, disturbi alimentari, ansia e depressione , parkinson , alzhaimer , artrite reumatoide ecc, nelle quali l’effetto della cannabis e ’ riconosciuto in campo medico scientifico. Non si capisce  perché questa terapia viene vista solo come ultima spiaggia, solo dopo che le terapie convenzionali o gli effetti collaterali delle stesse siano insopportabili, così facendo, si invalidano molte proprietà terapeutiche della cannabis.se la cannabis terapeutica deve essere dispensata, chiediamo che venga fatto nel migliore e più completo dei modi.                   

Inoltre, dalle segnalazioni pervenute a livello regionale, si evince una scarsa propensione, a volte un netto rifiuto, a prescrivere la terapia a base di cannabis da parte dei medici, adducendo i più  disparati motivi, manca proprio la conoscenza empirica della terapia in questione. Visto e considerato che non si legge da nessuna parte di corsi formativi, incontri, stage, da parte dei medici e nessuna previsione in merito, la domanda che poniamo é: chi informa quelli che devono decidere? Chi ha legiferato conosce le difficoltà’ che   hanno incontrato in questi 3 anni, a livello medico i pazienti che richiedevano informazioni su questo tipo di terapia?                                                                                                                       

Capitolo dosaggi e somministrazione; anche qui scarsa informazione, visto e considerato che non si parla ne’ di un min - max  prescrivibile ,che varia nettamente per ogni patologia ,e soprattutto ne’ di diversi tipi di assunzione (ne vengono presi solo 2 in considerazione) ne’ si parla di estratti. Si nota chiaramente, in tutta la stesura del testo una poco chiara conoscenza della materia, sia medico scientifica, sia di conoscenza delle diverse forme di assunzione, di conoscenza delle diverse componenti e principi attivi della pianta, che viene a mancare dal momento che vengono prese in considerazione solo le terapie cosiddette ‘convenzionali’ e registrate,  perdendo buona parte dell’efficacia delle pianta.

Manca totalmente, nemmeno un accenno, tutta la parte che riguarda il rapporto ente-associazioni-malati, e ce ne rammarichiamo, perdendo così, in maniera netta e perentoria, contatto con la realtà e contemporaneamente un bagaglio di esperienze in materia di cannabis terapeutica che nessun medico o dirigente può vantare, purtroppo, attualmente.

Visto il  profiquo incontro che abbiamo avuto con il dott. Volpini, nel quale abbiamo dimostrato le nostre perplessità  in merito al decreto in questione, ed avendo ricevuto, secondo noi, un positivo riscontro, chiediamo alla Regione Marche di cambiare queste linee guida per poter dare un pieno accesso, in tutte le sue forme, alla cannabis terapeutica ai malati delle Marche.  

 Renato Biondini   segretario cellula Coscioni di Ancona                                email  cellulacoscioniancona@gmail.com    cell. 339 6035387

Luciano Postacchini   presidente associazione  DiSanaPianta                          email  disanapianta@inetmail.it      cell.  3398996768

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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