Cannabis legale a uso terapeutico «Così si cura il dolore cronico»
Cannabis legale a uso terapeutico «Così si cura il dolore cronico»
Paolo Poli, pioniere italiano della cannabis ad uso terapeutico, spiega gli importantissimi effetti della cannabis utilizzata come cura per numerose patologie. Perchè non abbattere un tabù e insegnare a tutti i medici come prescriverla?
Mentre i riflettori sono puntati sulla proposta di legge per la liberalizzazione della cannabis e si è riaccesa la polemica dopo le dichiarazioni del presidente Anac Raffaele Cantone (che si è detto a favore di una «legalizzazione intelligente»), non tutti sanno che in Italia è già legale prescriverla a uso terapeutico, per curare il dolore cronico.
In Italia sono circa 12 milioni le persone che soffrono di questa sindrome, con punte tra gli over 65 e una presenza più rilevante tra le donne. «Usare la cannabis a scopo terapeutico è molto diverso dal consumo a cui siamo abituati. Non si fuma, per esempio, ma viene somministrata o attraverso un infuso o come gocce assunte per bocca», ha spiegato il dottor Paolo Poli, uno dei principali esperti di terapia del dolore e pioniere nell’uso della cannabis a scopo terapeutico.
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A Milano opera alla Clinica Cimarosa, l’unico centro in città a disporre di un team di cura del dolore cronico su base di farmaci cannabinoidi.
«Non bisogna confondere la cannabis “da strada” da quella terapeutica. Quest’ultima è un farmaco a tutti gli effetti, molto meno pericoloso di altri farmaci usati per combattere il dolore, come per esempio gli oppioidi. Il principio attivo responsabile degli effetti collaterali tipici del fumo ludico è il Thc (delta 9-tetraidrocannabinolo) che nella cannabis usata a scopo terapeutico è presente in percentuale strettamente controllata. È un farmaco sicuro, con pochissimi effetti collaterali, di rara incidenza» ha aggiunto Poli. La cannabis terapeutica presenta notevoli vantaggi ed effetti benefici, confermati dagli studi della Sirca (Società italiana ricerca cannabis), di cui Poli è presidente.
Ha un effetto positivo sul dolore (agisce soprattutto sulla cefalea e la fibromialgia), migliora la qualità del sonno, favorisce l’appetito, diminuisce le spasticità. Le infiorescenze, prodotte in Olanda, derivano da piante con profilo genetico stabile per cui forniscono un prodotto con un contenuto di principio attivo costante. Dalla fine di agosto sarà disponibile anche la produzione italiana dell’Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Firenze.
«Da anni con la Sirca stiamo studiando le patologie sulle quali la cannabis è più efficace. Noi usiamo quattro tipologie di cannabis, su 350 esistenti, con percentuali differenti dei due principi attivi primari (il già citato Thc e il Cbd, cannabidiolo) e, dopo avere valutato l’età del paziente, la sua patologia, la sua storia clinica, prescriviamo il tipo più adatto», ha concluso Poli.
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