Arabia Saudita, Iran, ONU
Uno dei focolai di tensione mondiale (e tensione è termine blando), è il conflitto tra Arabia Saudita e Iran; per tanti motivi, non solo quelli sempre indicati (giova chiedersi: il secolare scontro tra sunniti e sciiti è fonte, causa, o piuttosto, pretesto, “giustificazione”?).
L’Arabia Saudita “giustizia” 47 oppositori, tra cui lo sceicco sciita Nimr al-Nimr. L’Iran protesta: a Teheran viene assalita l’ambasciata saudita. L’Arabia Saudita rompe i rapporti diplomatici. L’ONU prende posizione: Usa, Russia, Cina, Francia, Inghilterra, Angola, Malesia, Nuova Zelanda, Spagna, Venezuela, Egitto, Giappone, Senegal, Ucraina, Uruguay, firmano una mozione di condanna: l’Iran non ha protetto l’ambasciata saudita. Silenzio sulle 47 condanne a morte. Per queste ultime solo il blando intervento del segretario dell’ONU Ban Ki-moon. Agli atti c’è solo l’assalto all’ambasciata saudita.
Ancora: il comitato consultivo dell’ONU, è presieduto dal saudita Faisal bin Hassan Thad: lui sceglierà esperti e consulenti. Bel paradosso: l’Arabia Saudita è il paese delle decapitazioni, dei 30.000 detenuti politici, dei bombardamenti sullo Yemen, del sostegno ai jihadisti in Siria, dei carri armati in Bahrein… Senza nulla concedere all’Iran (anche troppo si è concesso, invece), perché tanta severità con Teheran; e silenzio per quel che riguarda l’Arabia Saudita? Ci possono essere tante “ragioni” di realpolitik, le si può perfino accettare; si riconosca però che appartengono all’ipocrisia, alla più deteriore ragion di Stato.
Fonte: http://www.radicalparty.org/it/content/arabia-saudita-iran-onu
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