Sintesi proposte per prossime elezioni 2013

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Dario Schonberg
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   Sintesi proposte x prossime elezioni, ERP e Web-radio

    Per le prossime elezioni italiane, politiche e amministrative.

   Qualche idea per ovviare alla cronica latitanza di denari, informazione e volgari risorse (avendo le Altre).

   Sul come si potrebbe affrontare queste elezioni in Altrimenti.

   La mancanza di soldi o di fondi, a dichiarare essa quale inestimabile requisito.

   L’informazione non a chiederla e pagarla cara, a produrla in proprio invece spendendo pure il minimo elettorale concepibile.

   Portando il malessere esistenziale, il malaffare del Caso Italia in Europa.

   Sull’idea di una web-radio che trasmetta Straburgo in diretta e pure Bruxelles, con collaborazione gratuite di simpatizzanti o per l’ideale del comune sentire europeo (se non addirittura Radicale), associazioni d’ambito e d’ambizione europea che vi si riconoscano, fili diretti di politici e intellettuali disponibili, la proposta di un Partito Radicale Europeo confluente nello statuto del PR Transnazionale, quale suo figlio ideale e idealista.

   Non ci sono denari, non le persone, solo le idee (quelle di Radicali Italiani sugli Stati Uniti d’Europa).

   Le sole idee più che sufficienti.

   La casa sentimentale entro cui muoversi.

   Le idee le attirano le persone interessate.

   I denari pure possono arrivare, però vorrei ammettere che averne troppi lo avvilisce l’ideale.

   Il denaro se non lo ammazza, lo occupa tutto.

   I denari sono il problema vile che ci abbruttisce sempre.

   Io nemmeno vorrei averne troppo (non ne ho), bastandomi le idee (alcune).

   Denari quel tanto sufficiente a tirare avanti e Vaffanculo a tutte le difficoltà di sempre.

   Preferibile l’entusiasmo più di qualsiasi somma di denaro.

   Qui lo dico, i miei libri, la mia vita ne sono la pura dimostrazione.

   Fondamentale la Europe web-radio per comunicazione/ informazione, la vitalità nel comune sentire.

   Web-radio, computer e inglese, costi ridotti, se non esigui.

   Possibili le traduzioni per collegamenti o dirette con Strasburgo, sede del Parlamento Europeo.

   La web-radio pari a Radio Radicale per funzionalità, l’attenzione e le ideali implicazioni al suo accesso.

   Negli inizi sperimentali, necessari i denari solo per qualcuno che ci stia dietro, qualche tecnico o redattore.

   Una stanza, un computer, l’ospite che ci parla, le bollette compartecipate o gratuite quale atto di solidarietà/ complicità della proprietà della stanza ove installata l’emittente europea.

   In periodo di elezioni, sul suolo italico dove si piange la mancanza di democrazia, di legalità, utile una porta sull’Europa a volgersi in tale ambito, a chi voglia ascoltare.

   Sarà solo tramite computer e inglese, però di possibile ascolto in tutta Europa e pure nel resto del mondo, se vi sono gli interessati.

   La difficoltà delle elezioni italiani sentita per irrilevante, nonostante siano in ballo cariche e poteri decisionali non indifferenti.

   Qui si vorrebbe cantare l’Europa, il suo divenire che non è nell’Euro, in Strasburgo invece.

   In sinergico ascolto con trasmissioni di associazioni affini, fili diretti e quant’altro.

   Si vuole insinuare come le elezioni italiane potrebbero essere solo la insolita grande campagna pubblicitaria, se viste in chiave strumentale.

   Pubblicità o sfruttamento simpatico delle elezioni in funzione europea con animo nobile, poetico e dal possibile intuito politico (dichiarandola esplicitamente la onesta strumentalizzazione).

   Il pianto italico ai fini della ribalta europea.

   Il poteri, le carichi decisionali appetibili per poter risolvere i nostri eterni problemi, però vogliamo metterlo il fronte europeo?

   Gli Stati Uniti d’Europa.

   Quale umana condizione pubblicitaria, le elezioni proponibili anche per web-radio per il PR Transnazionale, web-radio simile per attività, impegno e modalità di trasmissione alla Europe-web, cambia solo l’utenza a cui ci si volge, non lo spirito o l’Ideale.

   Le elezioni quale occasione per aprire all’ascoltatore un nuovo ulteriore fronte perché si porterebbe il Caso Italia non solo in Europa, ma nel mondo intero (a chiunque sia interessato all’ascolto).

   Quindi, perlomeno si propone apertamente la web-radio europea con il Partito Radicale Europeo quale casa di idee entro cui muoversi, trasparente come il vetro.

   L’importante sia il fare qualcosa ne la Magia del Fare.

   Se pure non vi sarà alcun eletto radicale, vivrà questa radio e delle possibilità di comunicazione/ informazione per l’ERP, ora come ora solo una idea (dei testi pure).

   L'Europa è in crisi perché ha puntato sull'euro.

   L'euro è puro interesse.

   Se l'interesse viene meno, viene meno pure l'Europa?

   Diverso sarebbe il discorso se l'Europa avesse un cuore, Strasburgo.

   Se l'interesse (euro e simili) cede e svanisce, un cuore come Strasburgo, da cuore quale è, potrà sempre tenere duro più a lungo, forse tenendo duro ad ogni costo.

   Perché un cuore è questo che fa, resiste e sopravvive finché anche un solo palpito onesto canterà per esso.

   Strasburgo, Bruxelles, fili-diretti, associazioni...

   Separati a sopravvivere a stento, insieme una web-radio OK?

   La produzione in proprio dell’informazione senza elemosinarla, su scenario europeo, forse il Transnazionale (raddoppiando).

   La Radio Radicale come ora non mi piace poi tanto.

   Forse anche perché ero giovane e la nostalgia, preferivo quella della fine anni settanta e primi ottanta, quando i soldi ancora meno e tanto entusiasmo in più.

   L’entusiasmo possibile come ne può disporre ogni inizio, poi vada come può andare.

   Ecco il problema del come volgersi all’elettorato in una elezione per cariche decisionali locali.

   Storia radicale, il compromesso d’animo nobile e spirito elevato, in quanto tale non più spiegato con affanno e fatica tra le grida altrui.

   Il compromesso va gridato, cantato e vantato forte.

   Possibilmente con spot radio-web appositamente escogitati.

   La trattativa tra un soggetto radicale e chiunque altro, in momento di elezioni e di possibili contropartite, la trattativa va sempre registrata e collocata in una sezione appositamente predisposta su internet, affinché sia visibile a tutti il cosa si sia detto, discusso o ignobilmente trattato.

   Così ponendosi, forse nessuno vorrà mai trattare con soggetti radicali, esclusi dalla trattativa politica perché improponibile la pubblicizzazione di qualcosa che è consuetudine sguazzi nello sporco e nel malcostume.

   E’ questione morale e prova di forza tra due diverse concezioni della politica.

   Se un soggetto radicale poi si troverà a trattare e non si darà cura o accetterà la non-registrazione della trattativa stessa, la domanda implicita sempre sia: di cosa si è discusso che non poteva essere conosciuto, cosa si è nascosto, di quale consistenza i fatti?

   La richiesta del voto all’elettore spero sia solo alle proprie condizioni: pure e dure.

   Già così i radicali, però più diretto, più forte, esplicito per favore.

   Il politico chiede il voto all’elettore.

   L’elettore ribatte: questo lo fai, me lo prometti?

   Il politico giura, si prende il voto e poi chi se ne frega?

   Da disapprovare anche l’elettore, non solo il politico.

   Il voto deve essere consapevole e responsabile.

   Non il voto a chi promette questo o quello e come va va’, tanto sono tutti uguali e chi promette incassa.

   L’interesse e la riflessione.

   Si vorrebbero partito che si presentino con tutte le loro bandiere, anche quelle discutibili che lo tagliano l’elettorato, senza mutare o confondere le idee per venire incontro al possibile elettorato del momento, per poi fare nuovamente i cazzi propri.

   Così siamo, così il voto lo chiediamo.

   I radicali lo fanno, più perentoriamente per favore.

   Poi, lo facciano tutti senza ambiguità.

   Un voto che non sia consapevole e responsabile te lo puoi anche tenere, così idealmente a dire.

   Il voto non è il momento fugace della delega e poi ho da fare.

   Si vorrebbe attenzione anche in seguito.

   Possibilmente, pure la partecipazione alla vita politica con presenza e dialogo continuo.

   Se attenzione e partecipazione non tutti se lo possono permettere, oppressi dalla vita quotidiana, consapevolezza e responsabilità sono le condizioni irrinunciabili perché l’elettore lo possa dare il proprio voto, non da sciocco irresponsabile.

   Il voto il momento elevato, non può essere l’attimo fuggente fuggito dalla viltà quotidiana per poi rientrare nella sua tana e vivacchiare tra i suoi affanni.

   L’elettore abbia dignità, il voto la sua cultura.

   Il dovere dell’informarsi per liberamente scegliere.

   L’elettore che fa quel che cazzo gli pare per anni, al momento del voto si dà a chi meglio promette, puntualmente tradito poi nello spesso dei tanti partiti?

   Lo si dica chiaramente: un voto dato così, non votarci e volgiti a qualcun altro, per favore.

   Così lo si vorrebbe il proporsi all’elettorato, limpido, chiaro e forte.

   In gioco, c’è l’elettore, la sua mentalità, non il voto.

   Poi, l’Italia va come va, di merda!

   Però, qui la partita sarebbe da giocare tutt’altra.

   Le elezioni italiane comunque difficili, solo l’obiettivo secondario.

   Vada come vada, quel che viene viene (alle proprie pure e dure condizioni).

   La partita vera sarebbe concentrata sull’Europa, pure sulla Trans-web radio (per le favorevoli ottimali condizioni economiche del momento, qui dichiarate).

   Volti a cercare un bacino d’ascolto europeo, interesse, attenzione.

   Per prepararsi l’anno che verrà alle elezioni europee, quelle che contano.

   Le elezioni italiane, pure avendo in ballo le cariche decisionali, decisamente il fatto provinciale pure discutibile per qualità e moralità, nonché per legalità come qualcuno sicuramente vorrebbe precisare.

   L’Europa la meta, web-radio e comunicazione, l’Italia con le sue elezioni solo l’alibi politico e morale per fare dell’altro, più stimolati e più incazzati.

   La campagna elettorale per le strade così, nemmeno necessari i denari.

   Il fatto di non avere i fondi, non la vitale informazione, pochi i militanti, viene detto per relativo.

   Il mio punto di vista vede spesso le cose al contrario, pure con naturalezza vorrei dire.

   Denari, informazione, lo sarebbe fondamentale la loro insufficienza.

   Fondamentale, tale mancanza in quanto dà stimoli per concentrarsi sul serio sul resto.

   Nel possibile fiorire delle Altre più autentiche risorse che sempre giacciono in ognuno, oppresse dall’avere ogni cosa e lì depresse.

   Il disperato che non sa che cazzo fare e, motivato in quello stato d’animo, può attingere alla propria fantasia, libero da problemi sul come gestire il denaro o dal come stremarsi solo per procurarsene dell’altro che non gli basta mai.

   A mutare svantaggio in vantaggio, negativo in positivo ecc…

   Chi non ha niente è nelle condizioni ideali del rendersi conto di come abbia veramente tutto il necessario al suo agire: fantasia, cuore, ideali, rigore morale e l’agire possibile proprio perché non può fare altro che fare qualcosa veramente.

   I soldi sono opprimenti: meglio avere solo quel tanto necessario, idealmente il minimo possibile.

   L’informazione poi che non entra nelle case può indurre sulle strade dove vive la vera vita, la storia nota di una generale militanza.

   Il vigore della rabbia di fondo a sostenerlo lo scoramento del momento.

   L’entusiasmo e la fantasia, la moralità a tutta prova possono sopperire a qualsiasi mancanza o debolezza.

   Con delle web-radio attive (due), il tetto di un europeo ideale sotto cui trovare riparo, la sua casa entro cui muoversi e battere tutti i possibili marciapiedi, come si fosse autentica Poesia in Movimento, io direi che la condizione psico/ fisica/ economica di Radicali Italiani per le prossime elezioni se non ottimale, eccellente.

   Niente soldi, non l’informazione, avendo se stessi e tutte le possibilità offerte dal proprio sincero cuore, si può desiderare di più?

   La meta non il deputato o consigliere regionale.

   Gli Stati Uniti d’Europa e la preparazione delle prossime europee (dette per più appetibili).

   Così, portando pure il Caso Italia in Europa, a metterlo di fronte a se stesso in ottiche europee.

   Dico, con intima soddisfazione del Grande Vecchio immagino.

 

Dario Schonberg