La scala dei Marchi Accesi
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La scala dei Marchi Accesi
Io che non sopporto il lamento radicale come perenne…
Non la politica sua a disapprovare io, solo le doglianze.
Io che potrei e dovrei pure, io il mio lamento a dare?
Io che non lo posso proprio: non mi va, non lo so fare.
Io come incapace di lamento, io che invidio chi sì tosto?
Non lo sopporto, lo detesto, la prepotente voglia di chiudere
la ricezione interiore?
Sia che abbia torto o ragione, Vaffanculo a questo radicale.
Lui tuttavia nel suo diritto e sua spesso la giusta lamentazione.
Quindi, come? Come conciliare? Come ovviare per poter…
Per proseguire l’ascolto?
Senza dover soffrire tanto ne l’ascolto come indisposto?
Con la scala dei Marchi Accesi la vita possibile?
In nome di chi li ha fatti e tirati su a sua somiglianza, certo.
Il Marco che i Radicali ancora alleva e cura e segue e…
I Marchi Accesi… quale migliore definizione possibile?
Sul palco, accanto al pulpito, in attesa, una colonnina
alimentata da elettriche energie, le luci accendersi a seconda…
Dell’oratore del momento e del suo dicibile lamento.
Così, io che li detesto per invidia, io di tanto non capace.
Le luci possibili in numero di dieci, la loro misura la scala
dell’indignato lamento radicale, ad evidenziare.
L’oratore sale al pulpito e dia un numero: la sua misura
e lamentazione.
La luce s’accende e… beh, così è detto ed è pure lamento.
Però, è SINTESI.
Il suo discorso non ostruito da inutili propensioni ad esclusivo
uso interno, a dire: “ Vedete… non ci fanno…”
Pure “ E’ per questo che…” l’infantile piangersi addosso?
Tante cose da dire e da proporre, il tempo nei lamenti tanto
impegolato, occupato e sprecato, perché speso male davvero.
Quindi, tra satira e fantasia, qui si propone la scala dei Marchi,
a liberare il discorso d’ogni radicale da flatulenze le più varie,
a consegnargli tempo e dignità e vigore, cazzo!
L’oratore sale al pulpito, dà il numero, s’accende la luce,
così a significare il lamento, a cantare lo stato d’animo come.
La pausa che ci vuole come a dire… visto, sentito e compreso?
Preferibile SINTESI.
Poi, il discorso sciolto e fluente, intenso, abile di percorso e…
Io concorde a priori.
Io e la mia forma mentis ( radicale e dannata) non più mutabile.
Il mio modo di vedere le cose, per quanto anomalo e cangiante io.
La scala dei Marchi Accesi in nome di chi tanto diede e fece e ancora…
Io, ad immortalarlo: in modalità di una misura?
Certo, è difficile stabilire quando un lamento è tale o tale vive.
L’incipit che si potrebbe evitare ma ognuno è autore.
Il discorso nobile e intenso che si dirama tramite lamento?
Vaffanculo, Marco!
Succede il lamento non sia quale, bensì analisi, di fatti e misfatti
esposizione o cronaca lucida, rabbia feroce?
Però, fatta la pelle,
la sensazione del lamento che sempre si dice in agguato, qui.
Sensazione che al primo sospetto, accenno o indizio di…
Si turba l’umore?
Si guasta l’attenzione?
Io, la scala dei Marchi accesi a proporre, di contenimento.
Quale possibile soluzione al perenne lamento radicale?
Attenzione, non datelo mai il numero Dieci perché…
Se il Dieci lo date e poi, nel giorno suo eventuale, quando
il lamento più grande e più forte a doversi dare,
il Dieci avendolo già donato, come voi a significare ( allora)
il vostro interiore?
Io, a proporre tecnica e mezzo di espressione per capacità vostre.
Visibile, concreta, fattibile modalità forse? E pure di SINTESI.
Io il perfido affettuoso, radicale con distacco, onesto e sincero.
In nome di quel Marco unico ed irripetibile, pure a dirsi
come insopportabile a questo cuore orgoglioso.
Di Lui, pure invidioso sì.