Premio Carver 2009, libro sulle carceri, ulteriore testo
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"Da adesso, chiunque tu sia" è stato premiato nel 2009, sezione poesia.
In realtà, per il suo impegno civile, che di poesia poca (praticamente un saggio).
Libro pubblicato nel 2008, ora ripreso in mano.
Vi sono stati aggiunti due testi che ritengo interessanti e ripropongo.
Testi solo sul mio computer, ma buoni per eventuale ristampa.
Il Decalogo della condizione reclusa
Ognuno è libero solo se liberi lo sono anche gli altri
1) Il libero carcere del mondo è una realtà la cui consapevolezza puoi facilmente eludere.
Lo puoi fare chiudendo fuori dal tuo cuore la tua coscienza.
Non eviterai la condizione reclusa, altrui e tua pure comunque, ma potrai fare a meno di pensarci fuggendo, in effimero, davanti alla televisione, shopping, gadget, partite varie e per altre similitudini, ingannando te stesso, piangendo nel tuo remoto cuore di disperazione, ma d’altro distratto.
Dunque, lo puoi fare sì, tu che, se stai bene o lo credi, comunque stai nel mondo che sta male e allora… a che vale?
2) La HSH il tuo possibile strumento di evasione alternativa, oltre alle fantasie poetiche ed ai sogni della tua stanza concettuale.
La HSH quale tuo confluire e di possibile rotta verso altri mondi e altre coscienze, nel comune sostegno o di critica, di incitamento o di vita difficile la tregua, come fonte di continua, sincera e fantastica ispirazione.
3) Ogni persona come fosse prigioniera dei propri interessi d’altro distraenti, del suo avere o del suo sapere il franco detenuto, come pure da pregiudizi, convenienze o gli stati di necessità a giungere la condizione reclusa.
E prigioniero a vita o fino a quando questa vita?
In verità, vorresti evadere le ragioni e le frustrazioni di questa società di merda che si regge per convenzioni d’altrui costrizioni, indotte da effimeri, vani e vuoti pubblicitari del nulla?
Il carcere, come può esserlo una lunga malattia o altro stato di restrizione del tuo tempo o del tuo movimento, quale occasione e momento per un altro e sempre possibile tempo interiore.
Nel lato negativo della vita, a scoprire l’insospettabile risorsa, a capovolgere la situazione e farne il tuo punto di forza?
4) Se accertato hai (e sempre possibili gli inganni) chi sei, dentro di te, ad intuirlo veramente, accettandolo, conoscendolo, combattendolo (nel caso) ed evolvendolo, puoi volgerti a tutto quello che non sei, potendolo fortemente divenire.
Se consapevole del particolare tuo oggi, come del tuo possibile altro o d’insieme, domani.
Se soffri la condizione reclusa, essa può pure favorire altra conoscenza.
Il lato positivo della reclusa, il non lasciarti distrarre dall’inutile effimero e vano altro essere.
5) Tu, costretto e ristretto e privo di diversivi o reali vie di fuga, puoi farlo correndo nel tuo cuore, nel tuo animo o la coscienza che sia, là dove si apre l’infinito e, lì, una volta giunto alle soglie del tuo intimo universo, espanderti e dilagare, cercando nuovi confini e misteriosi inauditi limiti (che non ci sono in verità nell’infinito, là dove sarai tu stesso a darteli ed affidarteli e, la loro osservanza, a dipendere dallo spessore del tuo rigore interiore).
6) Sei di condizione reclusa?
E che ci puoi fare?
Fuggire nello shopping esistenziale o evadere per fantasie e sogni, ma puoi anche volgere il tuo stato di vita interiore, volgendolo a tuo favore (presumendolo tu possa farlo e lo sia a tuo favore).
Parafrasando, uno su quanti ce la fa e con quale successo nella propria personale e relativa coscienza del mondo?
Sì, stranamente, improbabilmente, teoricamente puoi.
Comunque, il tuo agire sia preferibilmente volto a trasmutare il Male in Bene (sia il Male in te o a te attorno, nel mondo).
7) La condizione reclusa pari ad una qualsiasi cella di meditazione monacale (e pure il bagno va bene ed è funzionale).
Tra rieducazione (se il caso) o addirittura prima educazione reale di vita, là dove ti porta il dolore o il travaglio del tuo cuore.
8) Tu sei solo una parte del problema (l’umanità tutta essendolo).
Dedicandoti a risolvere l’uomo, possibilità avrai per risolvere te stesso.
E più affanno, se non la pura dannazione, più il tuo cuore darai, più probabilità a risolvere avrai.
9) Ogni perché ha le sue maledette risposte che mai la tua strada la percorrono.
Tu che, forse, le cercheresti negli altri o in chi a te vicino o comunque disponibile…
Tramite condizione reclusa, a te stesso solo a poterle rivolgere e nell’interiore silenzio e di disperazione vissuto…
Tu, nel tuo tempo, l’evoluto, se purtroppo non ti sarai ucciso prima, per silenzio dentro e fuori e per ogni vita in te dolente, tu da te l’ucciso (con la generale complicità del mondo).
Tramite condizione reclusa, tu comunque a trovare le insospettabili risposte che…
E’ vero che, a volte, proprio ci inciampi e tanto ti fai male, ma… a trovarle, le trovi, no?
E più recluso ti dirai, più gemme preziose scoprirai nel tuo interiore scrigno (se sopravvissuto all’inferno dentro lo sarai).
10) Questo solo: in te il problema, in te pure la soluzione.
Venezia, Dotazione 14/ 8 – S.Elena, 10/8/2011