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Giulio MANFREDI
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"La Stampa", 29/03/11

FUKUSHIMA, ESPOSTI A RADIAZIONI PERICOLOSE 19 DIPENDENTI DELLA CENTRALE Giappone, un altro passo verso Cernobil Ora è allarme plutonio: nuove zone contaminate, e si ignora la causa della fuga ROBERTO GIOVANNINI TOKYO Le scuse dei dirigenti Tepco alla conferenza stampa sull’errore nelle rilevazioni della radioattività


E adesso anche il plutonio. La storia di Fukushima 1, la centrale teatro della più grande catastrofe nucleare della storia dell’umanità dopo quella di Cernobil, sembra davvero continuare a riservare amare sorprese a chi sperava che il peggio fosse definitivamente alle spalle. La verità è che almeno due dei reattori del sito non si possono ancora definire stabilizzati e pienamente sotto controllo. La verità è che ci sono chiari segni che la tenuta di questi due reattori – speriamo non si tratti dei contenitori primari né dei «vessel» – è stata compromessa. La verità è che continuano ad essere rilevati altissimi livelli di contaminazione in posti dove non ce ne dovrebbero essere. E che la Tepco, la ditta che gestisce il sito, continua a dare i numeri e a mettere in imbarazzo il governo giapponese con indicazione poco chiare, a volte del tutto errate, spesso contraddittorie.

Il plutonio è stato rilevato in lievi tracce, ma in ben cinque differenti punti dell’impianto. Il plutonio è velenosissimo, altamente radioattivo, ha la capacità di fare danni per migliaia di anni. Da dove è uscito? La logica dice che proviene dalle barre di combustibile del reattore tre, l’unico che utilizza Mox (mixed oxid fuel). Ma se viene da lì, vuol dire che il calore generato nel reattore in questi giorni ha provocato un «meltdown» significativo (fusione e danneggiamento) delle barre. E’ però anche possibile che il plutonio sia stato rilasciato dal combustibile esausto presente nelle piscine di stoccaggio, composto al 96% di uranio, per il 3% da scorie e per l’1% da plutonio.

Per adesso, dice la Tepco, i livelli di concentrazione individuati sono molto bassi, non pericolosi per la salute umana, e che sono un residuo di alcuni campioni prelevati circa una settimana fa. Ma sappiamo tutti i gravissimi errori compiuti dalla ditta negli ultimi giorni. A fare sempre paura è anche il reattore due. I livelli di radioattività misurati nelle sue immediate vicinanze - non più dunque solo dentro le sale di controllo - sono elevatissimi. Secondo l’agenzia giapponese per la sicurezza nucleare, i dati sono più preoccupanti - oltre 1000 millisievert per ora, un irraggiamento che uccide in un mese la metà delle persone esposte per almeno quattro ore - nei pressi delle pozze di acqua che si è raccolta alla base dell’edificio che ospita la turbina, acqua che proviene direttamente dal circuito di raffreddamento del nocciolo e che ha già messo ko due lavoratori. Pozze che non dovrebbero esistere, e la cui presenza si può spiegare ragionevolmente solo con un danno più o meno grave alle strutture principali del reattore due: le barre, come molti credono, o i circuiti di raffreddamento. Altra acqua ad elevata contaminazione si è raccolta in un certo numero di fossati più distanti dai reattori.

L’acqua delle pozze e quella dei fossati, attraverso il terreno, finisce inevitabilmente nel mare davanti la centrale: ieri si è trovato iodio 131 in valori 1.150 volte superiori ai livelli ammessi a ben 1,5 chilometri al largo. La Tepco sta rimuovendo l’acqua contaminata dalle pozze e dai fossati tra mille difficoltà, pompandola in speciali serbatoi; ma se non si riesce a capire se la struttura dei reattori è stagna o meno, ovviamente c’è il rischio che si tratti di una fatica inutile, e che arrivi nuova acqua radioattiva a sostituire quella aspirata. Tra l’altro, si tratta di un’operazione pericolosa: ieri sono stati 19 i lavoratori esposti a radiazioni superiori ai 100 millisievert (il limite legale per i dipendenti di una centrale nucleare in caso di emergenze). Di questi, tre sono stati curati presso un centro specializzato: pare che l’esposizione non sia pericolosa per la loro salute. E intanto, la terra continua a tremare. Ieri mattina la prefettura di Iwate si è svegliata alle sette del mattino con una scossa di valore 6,5 e allarme tsunami, poi rientrato.
È possibile che ci sia stata una fusione delle barre di combustibile più grave del previsto 24.000 La persistenza del plutonio Tanto sono gli anni che il plutonio 239 impiega a dimezzarsi. Si tratta di un elemento molto tossico, che viene prodotto in piccole quantità dalla reazione di fissione nucleare che avviene all’interno dei reattori