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Dario Schonberg
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Il fondamento e Verbo della Chiesa Agnostica è la non-conoscenza, filosofia elevata a fede, in contrapposizione ad altre verità.

La sua fede il credere in quanto non sa, ignora ed è al di la del suo orizzonte, in attesa di sguardo.

A dire, io so cose e ne so molte (nel caso), ma poi… per quante se ne sappia, a dirci e chiederci: che cazzo ne so, cosa io?

Sentenza filosofica e non-conoscente: in verità, io non so un cazzo! ecco.

Io e tutto il mio sapere ( nozioni, pensieri, sguardi e vita), come fossi un singolo granello di sabbia da intero universo e dal suo mistero circondato.

Ogni altro uomo come parte di quell’universo.

Ogni altro uomo quale altro singolo e singolare granello di sabbia.

Il nostro sapere è il nostro freno nel muoverci a l’universo incontro, la catena che ci impedisce?

Il nostro sapere come fosse tutte le nostre intime ferite.

Perché noi sappiamo sì, ma cosa sappiamo, cosa veramente?

Soprattutto, cos’è che ignoriamo?

Come da sapere oppressi, qui nel ristare, quale acqua stagnante, invece di remare per ignote rive di un altro mare, a noi le rive tutte attorno?

E pure dentro di noi, le inalienabili rive?

Uomini che dicono e pretendono di sapere e lo impongono il loro sapere.

Loro sanno! e che cazzo sanno?

Certo, qualcosa lo sanno veramente, il loro sapere che è soggettivo e relativo, pari ad un granello di sabbia nel suo rapporto con l’universo.

Le religioni che le loro verità le proclamano e le impongono, pagate con l’altrui sangue spesso, ancora adesso?

Granelli di sabbia, che altro?

L’intero scibile umano, l’umanità stessa, quale fottuto singolo granello di sabbia da universo veridicamente non assediato, ma compreso in quell’universo?

La Chiesa Agnostica non è una Chiesa, non una verità, solo una filosofia che dice: I don’t know!

Pari e simile ad un motto dei crociati o di altre analoghe espressioni della umana storia ( nel dirlo), solo che… consapevole, non sa affatto! questo il credo per cui si batte, per il suo non-sapere vive e sopravvive e si dibatte, nelle tenebre e nelle proprie ciabatte.

La Chiesa Agnostica non ha un Papa, non dei sacerdoti o dei fedeli.

La Agnostica solo un gruppo di singole anime che, in lei, pongano il senso di appartenenza tramite la loro ignoranza, nel sapere di non sapere.

L’agnostico è agnostico e tale solo si dice?

L’agnostico della Chiesa Agnostica: il mio non-sapere, il fatto della non-conoscenza, è il mio credo, nel fatto di sapere di non saperlo e cosciente pieno… a farne atto di Fede e coerentemente… a muovermi da dove sono! verso tutti gli altri granelli di sabbia! il detto non-conoscente e d’incontro per insopprimibile impulso interiore che… solo se ritiene di sapere si trattiene?

Io non so, non sapendolo, nel saperlo di non saperlo, volto sono all’altro: verità, uomini, religioni, vite, i problemi e le loro cause, il mondo, l’universo intero per principio di non-conoscenza.

I don’t know!

Si potrebbe dire il fondamentale del relativismo assoluto?

Il sapere di non sapere che m’informo, cerco, provo a conoscere i fatti e le possibili realtà, la notizia la vado ad approfondire?

Chiunque sia l’altro della situazione, il non-conoscente militante volto a tutti gli altri singoli granelli di sabbia della vita.

Il politico disturbante o lo strenuo vicino di casa, il barista o la puttana che nel suo locale aspetta te, il ladro o il saggio che da una vita è che riflette… in attesa di sguardo e d’indagine a dirsi e granelli di sabbia conclamati.

L’universo, l’altro, il tuo acerrimo nemico, il libero e sconosciuto passante che la attraversa la tua strada, il migrante, il problema che vive nel cuore umano, quale che sia l’umano.

Qualora il non-conoscente acquisisse la nozione, essa diverrebbe automaticamente conoscenza, tale da porsi alle proprie spalle per impeti di non-conoscenza.

Perché sai, ma che cazzo sai! su tutto, la domanda: quant’è che ignori?

L’universo è d’attesa che si bussi alla sua porta.

Io… io che scrivo tutto questo e tante cose le so… quante sono quelle che mi sfuggono?

Se non riesco ad intuirle, sarà anche perché presumo di sapere e così… acqua stagnante?

Io con il mio ego, lì chiuso/ autorecluso, gli altri singoli e singolari granelli di sabbia che… di pensieri di vita impazienti, loro… mi attendono invano?

Del granello di sabbia qui ipotizzato, la possibile colpa, nella mia considerazione, sia una ed una sola sempre: esso sa, non sapendo di tutto quello che non sa (nell’ambito del suo sapere cosiddetto).

La non-conoscenza è termine che deriva da non-violenza.

L’ispirazione nella contrapposizione delle parole violenza e non-violenza ( anno 2005, di ritorno da infruttuosa Roma, forse).

Analogie e personali fantasie.

Io e tutto il mio tempo libero, in cucina occupato da altre mansioni.

Certo, ci era arrivato già Socrate, il tempo da allora passato… tutto tempo sprecato?

La non-conoscenza sarà sempre attuale perché… viene naturale il fatto di saperla la cosa, filosoficamente che sia almeno un ideale la pratica della non-conoscenza.

Perché sai sì e così ti poni agli altri.

Poi, passa uno, uno qualsiasi che ti grida: ma che cazzo ne sai?

Perché è vero, lo sai, ma che ne sai?

Pensa, rifletti in vece di dire le tue cazzate.

Così anche, la non-conoscenza.

Potenzialmente, un I don’t Know! è in grado di fare il culo ad ogni verità, se ben argomentato nel suo non-sapere.

 

 

 

 

Dario Schonberg