La militanza quale relazione sentimentale

Nessuna risposta
Dario Schonberg
User offline. Last seen 3 years 35 weeks ago. Offline

  

   La militanza quale relazione sentimentale, il Gioco del Mondo

 

Qui, si vuole argomentare la militanza quale relazione sentimentale tra cuori solitari o volti ad un Ideale e l’Ideale stesso. Non importa l’opinione, l’appartenenza, solo l’attivismo quale rapporto tra Cuore e Ideale (quando, oggi, solo Successo, Soldi e Sesso, il resto Vaffanculo?)

Qui, a non contare l’idea.

Siate voi leghisti, comunisti, radicali, socialisti...

Siate voi di sinistra, di destra o di centro, comunque voi siate, voi a darvi ad un Ideale, ne la militanza, a partecipare alla vita, a giocare la vostra personale partita nel più grande Gioco del Mondo di tutte le individuali partite.

A valere non solo per partiti, associazioni o più generiche idee politiche, anche per appartenenze religiose o associazioni di volontariato sul sociale, sull’animalismo o l’ambientalismo, sul solidale...

Importante, l’essere attivi, vivi dentro! che il solo vivere per Successo, Soldi e Sesso, sì t’appaga e poi? Che ti rimane alla fine?

Come una volta era (sia pure con problemi) e non più oggi, persi in un mare di accessori, di modelli insignificanti di vita, nella Società dei Consumi, dello Spettacolo e dell’Apparire?

Non più la scelta possibile solo tra calcio, televisione o altre e varie occasioni d’interesse esiguo e come vano nel Grande Mercato delle Disperazioni?

I militanti, da considerarsi idealmente avversari e non nemici, perché chiunque essi siano, in fondo in fondo (esprimetevi, è sensato? è proprio così?), con il loro essere avversari, la loro attività, a darci stimoli, movimento e vita, il senso della vita pure?

Che se difficoltà ed avversari non avessimo... noi, come pacifici dentro, inoperosi, fermi e forse pure come morti dentro?

Auguri agli avversari, dunque, che siano!

Loro a volgersi a noi, noi a volgerci a loro?

A consegnarci reciproca ed ideale vita.

E che sia leale e sano combattimento d’idee.

Purché non sia al pari di una tifoseria militante per una squadra di calcio o affini.

Il militante poi, nella vecchiaia, in quell’altra pace dei sensi, parafrasando Tennyson, a dirsi: meglio essersi dati ad un Ideale e l’aver perduto che Ideale mai aver avuto?

Considerazione: l’Ideale (partito, credo o associazione del caso) non tanto lui a chiedere sostegno, iscrizione, voti, adesione (che è importante, ma non è il punto).

L’Ideale ad offrirsi nel tentativo di riempire vuoti, disperazione, solitudini, desolazione di paesaggi interiori.

L’Ideale ad offrire motivazioni, sostegno, attività, del movimento interiore, un che fare della propria vita?

L’Ideale a colmare il vuoto dell’uomo, come fosse un cuore solitario in attesa di Ideale cui consegnarsi (da amante e non quale sposo come preferirebbero gli esemplari tipo Silvio).

La militanza effettivamente quale relazione sentimentale tra Cuore e Ideale?

   Se interessati da quanto esposto, a seguire quattro brevi testi più semplici da considerare.

*** Di scintilla di vita dentro, La nota delle esigenze,

*** Poesia per fuochi come spenti e più non spenti?, Calore

   Se ulteriormente interessati, tre testi più lunghi, più impegnativi.

*** A relazioni ideali: per cuori come solitari, di Ideale tuttavia alla ricerca

*** Decalogo, Lettera di un amante

 

   Di scintilla di vita dentro

 

Come se un Ideale parlasse (l’Ideale quale che sia).

 

Da Ideale che ideale si ritiene, a voi cuori come siete,

                                          queste insolite parole:

acque stagnanti, aree depresse, morti viventi come insoluti,

quiete o più inquiete disperazioni e normali frustrazioni

                                          d’ogni sofferente cuore...

Siete tristi? La solitudine che vivete e patite e non altro?

L’impotente vivere vostro nel mondo, d’esangue ora a dirsi?

La vostra vita e non sapete che cazzo fare o dove andare?

Un vuoto che brontola nello stomaco della vostra vita

e non riuscite o proprio non sapete come cazzo colmarlo?

Non a placarlo? Non a distrarlo? E nemmeno a stroncarlo

   nelle desolate viscere del suo cuore d’umore?

Io, nel mio possibile, come pure so, ma come posso,

io disponibile mi dico nel provare ad interessarvi

che non so se sarò veramente il sogno del vostro sogno

o Ideale di cura adeguata a le esigenze tutte del vostro cuore ma...

Posso provare, osare, cimentarmi nel sì difficile accendervi?

A porgere la preziosa scintilla dove, a voi dentro, il bisogno?

E se sospirata vita consegnerò al senso della vostra vita,

sia pure per troppo brevi ma intensi momenti di tempo,

dei palpiti atti ad infondervi e stimolare i segnali di vita

che di altra e vera e di nuova vita in voi segnali si dicano...

Io, nel mio possibile, come pure so, ma come posso.

Io l’Ideale, d’animo nobile presumo nella Nostra presunzione,

che il possibile Ideale ideale, per voi tale, in sé, da sé si pretende.

 

   La nota delle esigenze

 

D’avvertimento, dal cuore di questo Ideale ideale.

La nota, per solitudini, varie disperazioni, deluse illusioni,

per cuori come fossero vuoti o d’eterna frustrata attesa che...

Io Ideale, questo vi dico dal mio cuore più ideale:

mi trovo a disagio, vero disagio e sofferenza,

con i dentro-nani e la misura della loro statura

volta solo a l’interesse dell’immediato interesse,

a la propria convenienza volta che... se non gli conviene...

A me urge (e pure serve) il senso dei titani nel suo levarsi

perché sono i titani veri, titani dentro, che a me piacciono,

io che li cerco nella protratta notte dell’umanità,

io che sempre spero nel loro intero e vero? Io chiedo ed esigo,

da voi, in voi, il pronunciarsi del titano e la sua fatta statura

che, in tanti, Titano è che dorme, se non si nasconde

per timidezza o altro timore legato alla sua intima misura?

Perché esita, temendo derisione? L’applauso? L’incomprensione?

O l’indifferenza di più letale che sempre e di più ed ancora...

Da voi, in voi, il manifestarsi del titano a Noi Ideale, io reclamo:

il senso dei titani, nel vento dei titani, nel tempo dei titani.

 

   Poesia per fuochi come spenti e più non spenti?

 

Io, l’Ideale, tra i tanti possibili Ideali in propria offerta...

Io, qui presente a voi nel dirmi (in quanto non latitante),

a l’accendervi dentro, io disponibile, a stimolarvi:

sia che siate, a Noi Ideale, voi il cuore di cari sensi d’amore,

sia che vi diciate a Noi di contrasto (ma che sia di sapore)

come avversi dal profondo del vostro sì sincero cuore, sì io tale.

Io d’affinché non ve ne stiate, sfatti o persi, come seduti

nella vostra solitudine interiore, seduti sul vostro cuore,

io... a voi, io a dirmi quale segnale di vita, segnale comunque?

Sì, io che smuovervi potrei e lo voglio e lo posso riuscire,

dalla cella vostra esistenziale di quotidiana e normale vita,

nella quieta o più inquieta disperazione abitata che sia,

voi, d’acceso amore ad avanzare o d’ostile ardore? sia pure.

Quale che sia il vostro vero sentimento di senso a dirsi...

Io, come ad infondervi segnali di vita, vita comunque?

Io, a svegliarvi dal sonno prodotto da falsi e relativi interessi.

Io, a distrarvi dalle più svariate ed ipocrite distrazioni.

Io, a vita consegnarvi! quale che sia il vostro cuore ora acceso.

Io sono Ideale ambizioso e, tale, la mia ambizione si dice.

Io l’Ideale che, tale e possibile, qui si pretende ed a voi si vende

che, se l’Ideale vita consegna alla vita sopita o smarrita,

questo discorso per ogni altro Ideale di valore si vale

e non sia tanto l’abito, il nome o il cuore di tanto Ideale a contare,

quanto il vostro cuore ad un fuoco spento simile nel più niente

e come fuoco? ora, di nuove scintille e vive fiamme e di vero calore

e, ne l’addivenuto aitante ardore del vostro ridestato cuore,

in voi, che sia l’amore a dirsi o l’indignazione, davvero importa?

Vivendo dentro (forse già da prima), più d’intenso ora in quel dentro?

 

   Calore

 

Che hai? Il freddo nel tuo cuore vive?

Non affetti, impegni, amici o altri intensi

che, veri, a te si dicano nei freddi momenti?

Così, la vita? E speranze quali a le tue rive?

 

Il muoversi è la tua soluzione di suggestione.

Che come il movimento il corpo lo riscalda,

l’impegno per ideali, tema sociale o altra,

all’anima porterà conforto, senso e calore?

 

Ne la consapevolezza del fare qualcosa fare,

a prescindere dal come fare e per chi il tuo fare,

la vita, in te, finalmente a fluire nel tuo ora fare

e, come sia, non più il freddo grazie al tuo fare?

 

Fare qualcosa! per il mondo, l’uomo tutto, la vita.

Facendolo pure per sensi e spirito proprio di vita.

A quale vitale che sia la tua donata preferenza.

 

   A relazioni ideali: per cuori come solitari, di Ideale tuttavia alla ricerca

 

               Con sobrietà, sui sentimenti divagando

   Città, strade, catrame e cemento.

   E le moltitudini come sole nella propria contemporaneità?

   E Successo! e Soldi! e Sesso?

   E cuori soli nella notte del proprio cuore, nelle ore della notte profonde.

   E la notte è tutta la nostra anima.

   E la poesia... come fosse (e lo è) il veleno che i morti rianima.

   O poesia! c’è più vita in un cuore che corre dietro ad una illusione o in una città di milioni di disperate vite dinnanzi alla televisione come inchiodate?

   Che si frugano, nella notte dell’umanità, sensi ed alibi al vivere, come occasioni d’altro vivere e...

   Successo, Soldi e Sesso? è tutta qui, dell’uomo, l’ambizione?

   O poesia! c’è più senso in un cane che corre incontro al suo uomo (o la sua donna) cercandone la responsabilità e, d’animo, il regolamento o più in un genere umano che del suo cane, da futile padrone in ruolo e non il suo responsabile come, del cane... ne dispone a proprio piacimento?

   O poesia! c’è più nutrimento in un reciproco darsi o più sazietà insaziabile in un cuore che, beni materiali, effimeri e vani, ingurgita, come per disperazione, tentando il tacitare ogni altra angosciata e maledicente intensità?

   Motivazioni! stimoli! a la vita vivere! di quieta disperazione ogni agone?

   Città, strade, catrame e cemento.

   Metropoli e tante sbarre! cuori come prigionieri nelle proprie case delle solitarie città.

   O poesia! c’è più popolo ed amicizia e verità possibile in un cuore che, credulo, interagisce con altro cuore o in uno scettico cuore, come stagnante, seduto sul trono della propria solitudine?

   Perché se è il senso della solitudine che ti dice e ti fa grande... quando, spogliato dei tuoi intimi vestiti o interessi, il pensiero si ritrova in mutande... come si sente il tuo cuore che ancora spera ed ormai è che dispera?

   Sente, il tuo cuore, la solitudine del genere umano e cerca... vorrebbe... qualcuno con cui parlare! e parole per sapere che cosa può fare! come muoversi, l’agire! e cuore non trova e più non osa?

   Perché è così che amore Altro e Diverso ti metti a cercare, amore che mai avrai e mai troverai?

   Il pensiero che si fa dannazione nel demone della riflessione.

   O poesia! c’è più orgoglio in un trattenersi o in un donarsi?

   I sentimenti, nell’anelo di relazioni, a sostenere l’imperterrito vivere, a reggere l’animo nel mentre il fiume della vita verso il mare corre e... quale dannato conclusivo mare... chi lo sa?

   Qui, il mio cuore come palpitasse le sue voglie senza ritegno?

   Qui, il mio cuore come battesse le sue ore nella tormenta d’ogni epoca, d’ogni senso interiore in ogni altro cuore e... indicibile come a dirsi il suo cammino, il mio cuore pensa e fruga nella notte ed ancora pensa: a l’escogitare impossibili possibili vie d’uscita a questa come ad ogni altra vita?

   Cuore che, qui, sulla pagina, si muove alla ricerca di nuove e più audaci prove.

   A tentare di rimare amore, cuore e dolore, con altro oscuro e distante cuore?

   Così, è che ho pensato all’adesione di un solitario cuore ad un Ideale di ideale politica (quali che siano le sue indomite parole), ad una fede anche (quale il nome del suo Dio), ad un’associazione che operi nel volontariato (il proprio cuore offrendo)... a sensazioni, emozioni, se non passioni, che il cuore lo occupino con il senso della vita, vita comportando.

   L’accostamento all’Ideale, se non l’adesione, come simile ad una relazione sentimentale tra solitario cuore ed altro cuore metaforico e pure tale, sia o non sia vero amore.

   Una relazione! sia pure da militante o da credente, nel suo donarsi e ne l’altrui ricevere, quale cura per la solitudine tutta presa dal suo agone esistenziale?

   Oppure, da cuore d’autore al suo lettore, al cuore-lettore l’autore sì partecipe?

   La partecipazione, al mondo, alla vita! e quale cura migliore di questa per ogni afflitto cuore?

   Un Movimento Interiore, una Giusta Causa! giusta secondo il cuore del caso.

   Partecipazione, da destra o da sinistra o da altro punto di vista e... quale l’argomentazione, quali le parole, i sensi impegnati, i gesti ora motivati, non importa! purché partecipazione sia e relazione viva in tale prospettiva?

   Purché il solitario cuore più solo non lo sia nel suo cuore.

   Contro il disinteresse ed il rinchiudersi in se stessi e... Successo, Soldi e Sesso! come a bastarsi?

   A bastarsi... come vivo o come morto, in ogni perentorio “E adesso?”

   Lo spirito che dentro il cuore tiene dimora e vita rilascia a tanta motivazione, come a giocare: al Gioco del Mondo a partecipare, quale che sia la relazione in siffatto agone.

   Il Gioco del Mondo a depistare sensi di tristezza, desolazione interiore, disperazione come?

   Sensi che... la relazione anelando, ma andando per anfratti...

   Sensi che meglio guardare possono, della vita, l’altro volto, spesso come nascosto o sfuggente, nei tratti e nelle solitudini come... più accessibile?

   Sensi di volontariato, di militanza, di mistica compagnia che, terminata la partecipazione ai fasti nefasti dell’effimero che ben poco concedono agli aneliti d’anelante cuore, sensi che il solitario cuore lo vengano a trovare nelle ore sole e lo prendano per mano e gli diano battito, conforto, tregua! e mete: per il domani rialzarsi alla vita e stimoli e forze al proseguire nel cammino.

   Percorso costellato di bisogni indotti e vani al senso del genere umano.

   Ad una relazione sì, io invito il solitario cuore di questo testo lettore e, per questo, già in relazione con il cuore di Questo Me d’autore?

   Militanze d’ogni opinione, credo e spirito di partecipazione e relazioni sentimentali?

   Insinuando o... lucidamente affermando? come più vita alla relazione sia e preferibile... da amante! tale rapporto tra cuore e Ideale di sorta.

   Il matrimonio, la fedeltà cieca, come tante insensatezze che...

   Gli ideali e cuori in ardore?

   Sì, tali si dicono e che, al dunque... di protervia ed arroganza o di violenza come, se così i legami si manifestano e... la fedeltà cieca, ai legami ad obbedire e senza capire?

   Fedeltà cieca, per poi fare i propri comodacci, nella pretesa di non dover rispondere a critiche, osservazioni, opportuni richiami alla coscienza?

   Matrimonio? Vaffanculo! ti rompo in testa tutti i piatti che ci sono in credenza, a dire?

   Il matrimonio come la tomba dell’amore? dicono.

   In tale impostazione, il vicolo cieco per entrambi, sia che siano, essi, i solitari cuori o gli Ideali ideali dai sensi elevati, qui invito: è la critica, il battibecco, il broncio, come in ogni relazione rispettabile, viva e vitale, a dare senso al legame sentimentale.

   Ad indurre alla riflessione! e libero sia il pensiero in ogni pensiero.

   Come se cercassimo il dialogo dentro di noi, a dirimere le ragioni dell’animo nobile da quelle della carogna?

   Noi, a noi dentro, noi il Libro del Bene e del Male.

   E siamo quel che siamo! e poi...

   Perché a scolpirci, nel mondo interiore, solo può una relazione con l’Altro, chiunque sia cuore o quale l’Ideale, l’Altro.

   E c’è chi vive, sopravvivendo in verità, solo cercando, disperatamente cercando: uno scontro di relazione? col mondo, con la vita.

   E così escogitando... sì scrivendo... relazionando come...

   Io, quale amante, a provvido lettore! a mia tregua e mio conforto?

   Io, solitario cuore alla ricerca di Ideali che lo vivano dentro, d’ogni tepore e d’ogni bene nutrimento, ad ulteriormente ispirare le mie vene.

   Come la ricerca intensa, d’ogni insperato e possibile lettore, qui si dice.

   Io che anelo ed Ideali cerco per la mia voglia di lussuria intellettuale, sia pace o giustizia la loro definizione od altra ed ulteriore, a prescindere dal loro esatto nome.

   Perché c’è più fortuna, senso e bene, in una relazione che tiene e cuore lo vive e lo colma che sfiga nel resto della vita, vita fosse tutta collezione di problemi e dure disavventure?

   La relazione, il suo esistere, il suo intenso (noi si spera sempre), come ancora di salvezza al resto della vita, fosse pure come appesa ad un filo e maledetta?

   Il cuore a dare ad altro cuore o Ideale.

   Il dare più significativo, più senso, più ricco e più cuore del solo avido o, di vita solamente, l’affamato arraffare?

   Relazioni come tracce da seguire, puri indizi! volti a rintracciare un principio e dei principi nel caos intimo del proprio infernale cuore?

   A vivere altri momenti come in un altro tempo? se stessi rimanendo e, comunque, cambiati dentro.

   E l’amante, sincero o sinceramente bugiardo, di libertà vissuto e responsabile del suo amore e d’ogni suo atto di vita, come a durare! e tenace più di indissolubili sposalizi dichiarati ai quattro venti e talmente fragili nei loro interni (se di critiche e punti di vista altri, come negati nei patrimoni vari e variegati dei rispettivi cuori).

  L’amante che... quando entrerà nella pace dei sensi? quando...

 

   D’AGONE TOTALE ora, nell’ora che IN TE RISUONA?

   Perché sì, eccoci qui: nudi come siamo, nella verità relativa che ci ritrae.

   Perché... Ideale cerca Solitudine, per colmarla, tentandolo ( e pure se stesso, in quanto Ideale, a fortificare, con la forza delle solitudini che ad esso si vogliano volgere).

   Ideale anela Solitudine per dare e ricevere provvido amore.

   Ideale ambisce Solitudine per donarle ed affidarle motivi e moventi di vita, serie serissime argomentazioni al suo accanito favore, nel senso della vita in altro solitario cuore.

   Un Ideale come di complessa compagnia ad afflitta Solitudine.

   E libertà è partecipazione! purché non sia mero annullamento nel cieco asservimento.

   Vita a dare alla vita! e sì fondare altra vita?

   O dolore! se dolore sei, malinconia, noia o che altro?

   Qui, l’Ideale ti cerca, per consegnarti interessi e diversivi ad alleviare la vena della tua pena. Sì, tu in un altro pensare e fare come... Allora, ci vogliamo provare? Tentare questa... qualcosa di impegnativo, di significante e, di senso, la vita tramante.

   Perché quando, a relazione interrotta, quale ne sia la causa, quale il rancore, i rimproveri, le accuse...

   Quando soggiungerà, impietosa sì, proprio la pace dei sensi a bussare...

   Il solitario cuore a dire “Io, di qui sono passato.”

   A ribadire “Io ho vissuto!”

   Non al mondo a rivelarlo, ma a se stessi lo spiegarlo.

   Di vita compiuta, di battaglie, incontri, scontri, di partecipazioni intense al Gioco del Mondo.

   I ricordi dentro, quali formidabili ed inconfutabili prove, a giacere, in attesa di richiamo in ogni severo tribunale della propria memoria.

   Perché... lord Alfred Tennyson parafrasando: meglio essersi concessi ad un Ideale e l’aver perduto (come quando dove con chi e perché il perduto) che romantico e vitale Ideale mai aver avuto.

 

   Nota.

Io non sono radicale e nemmeno non-violento.

Lo ero, radicale, ora essendo solo di sinistra.

Tuttavia, dal Partito Radicale, (dei libri, una buona parte) i miei libri ispirati.

Come fossi io amante e il PR il mio Ideale (detto da Non-Radicale).

 

   Decalogo per una relazione interessante

 

   E l’amante, critico, impertinente, volubile sia pure?... preferibile sia

   alla fedeltà cieca d’ogni sposo/ a che assoluta obbedienza prevede e...

                                                                    E ragioni indispone.

 

1)   Una relazione con altro cuore, Ideale o credo, di impegno o singolare ardore che sia, quanto di più provvido e beneaugurante a cuore come solitario?

      Relazione con un’idea, con la Natura, col mondo pure fosse?

      E quanto più, l’altro soggetto, intenso si dice e vibrante di profonde a te emozioni, come a porgere gemme preziose a l’a te dentro e le ali a dare al tuo umore?

      Una relazione col proprio portafoglio? Chi questo a preferire?

      Sì, alleviare, distrarre può il tuo cuore da terrene pene e dai disagi sempre dell’indigenza, ma... dimmi, nelle ore profonde della notte, quando le verità bussano e chiedono se non l’esigono l’udienza, il tuo portafoglio può tanto? Che se può, può sì, ma... lo potrà fino a quando?

 

 

2)   Una relazione con altro cuore, Ideale o, sì acceso, ardore d’altro nome e definizione?

      E c’è... ci sono, alcuni, cui solo uno scontro di relazione... senso, loro potrebbe consegnare?

      Scontro di relazione, a vita, benessere interiore e buonumore, nel loro cuore a donare?

 

 

3)   In relazione addentro, a dare più che a prendere! e dare nel possibile (e di più ancora a dare, forse?).

      A prendere sì ed esigere pure (com’è tuo diritto), ma con senso del credito a te dovuto e della sua buona ed onesta misura.

      Con ideale o ardore d’altro nome, potresti non essere l’unico o il più munifico cuore in relazione.

      Che se prima non dai... come potrai! con che animo, tu a prendere?

 

 

4)   L’arroccamento nel proprio cuore, interesse, castello di virtù, senso della razza o del territorio, nel proprio agio di vita forse? è quanto di più sterile ci sia, ad ogni cuore, nel proprio palpito che tale si vuole e, tale, credersi sempre lo vuole?

      Alla luce di ben altro punto di vista... ancora vitale palpito, si può onestamente definire?

      La vita, il suo senso, è la relazione! comunque relazione sia (definizione di un cuore solitario, ormai tale per vocazione).

 

 

5)   O relazione! a scopare sì, anche e possibilmente! ma lo scopare come?

      Licenze poetiche in agguato nel cuore stanno.

      Che se ti assiste la poetica condizione... l’amante in ardita strenua copulazione, certo.

 

 

6)   Attenzione, importante: in ogni relazione, la cura del comune globale più che del proprio come assoluto particolare.

      I dettagli pure rispettando e tutti sì considerandoli, dopotutto.

      Comunque, i particolari... in propria soggettiva l’ogni cuore, perso tra globale e particolari?

      E’ pratica diffusa, più facile, comoda, agevole: il particolare a prevalere sul globale e, dal proprio punto di vista, il particolare più particolare ancora?

      Questo, lo sguardo del nano come?

      E siamo tutti in attesa del titano che, a noi dentro, vive: lui ad attendere noi e la nostra sospirata audace mano?

 

 

7)   In relazione, sii autonomo e non Altro-Dipendente, chiunque sia e per quanto intenso o di sostanza l’Altro.

      Tuttavia sì, nell’Altro, potrai scoprire ed attingere forza e vigore alle tue ore, argomenti di vita e motivazioni e sprone.

      Forse, le briglie come ad ogni tua incontrollata o non sufficientemente contestata ragione?

      In una relazione, ogni senso sia a vita vivere.

      In una relazione, comunque relazione sia, tutto è alterno, oscillante, ambiguo a volte, a dipendere dal giorno della vita.

      La chiarezza, la sincerità a priori, il non rimandare? possono meglio e di più unire.

 

 

8)   Da una relazione, accade e spesso, una progenie possa saltarne fuori: di ulteriori argomentazioni vibrante a forse ormai stanca relazione?

      Sia che sia, la conseguente discendenza, un figlio, una battaglia, idee, altre intrecciate relazioni o... dei libri! libri tanti da non riuscire a starci dietro?

      A non riuscire a tenere il passo della propria immaginazione, all’interno della relazione?

 

 

9)   Non pensare alla fine di una relazione.

      Essa termine avrà, prima o poi e sempre! fosse pure la morte a troncare, ma finché relazione dura e tiene e, nonostante tutte le traversie, relazione resiste ed ancora insiste, ti sentirai come nel vivo del mondo e nel colmo della vita degna del chiamarsi vita.

 

 

10) Finirà perché tutto finisce.

      E comunque vi siate lasciati, bada a che qualcosa di buono ne resti e che a relazione sopravviva, nel ricordo, nella memoria del tuo cuore, ad inorgoglire il tuo balzano umore.

      A dire: ebbene, ho vissuto!

      Pago e grato e, forse, già alla ricerca di altro cuore ad ingannare il tempo e la vita?

 

   Lettera di un amante al suo Ideale ideale

 

   O caro Ideale che, a questo solitario cuore, tale lo sei! e, da Ideale tenace, qui dentro, ispirato, come inseminato, vivificato e motivato tu hai, lo sai?

   Io a scrivere libri su libri! e libri ancora, da te, la maggior parte, come argomentati, sostenuti nei versi, mantenuti libri per aneliti ed intenti e non come inclini a gli arretramenti?

   O Ideale! qui, io puro di cuore come, non essendolo affatto.

   Io sono cinico! eppure, intimamente, eccezionalmente romantico io sono.

   Ciniche romantiche!

   Ciniche? perché in difesa, a l’ipersensibile al mondo celare e, così, difendere da ferite non rimarginabili se non nei miracoli del tempo (che non tutto possono, proprio tutto non potendo).

   Le romantiche... beh sì, loro vanno all’attacco delle cose come sono e come vanno: di merda!

   Ciniche romantiche a tuo sostegno ideale! o mio Ideale, come d’ogni altro Ideale ideale al mio cuore, teoricamente assetato d’ogni batticuore.

   Io diffidente, scontroso, esplicitamente asociale.

   Io, lavapiatti e poeta, maldestro e d’inconsueto estro e talento? (ma spero sempre nel genio)

   Io qui, il cuore solitario in relazione anelante (che per quanto già abbia avuto... qualche parola vorrei ora, a corredare l’aurora).

   Cinico e romantico, sì? Per audace verso.

   Io non più smarrito, non più disperso, non allo sbando, non alla deriva come.

   Io, il cuore che a te si propone, dopo aver ricevuto ispirazioni mille e di più le scintille?

   Tu, come privo di ipocrisie, di banalità e superficialità scarso, spregiudicato come! anche e di elevato ed inusitato senso morale che...

   Io da te, io a ricevere senza nulla chiederti.

   Io che dopo aver tanto ricevuto... io a dare, quel che posso darti, come lo posso fare, tra difficoltà di documentazione, problemi ed affanni vari di tempo, di sostentamento, di vita, di senso, ma... d’ispirazione acceso! e d’ardore a te proteso.

   Mi piaci? Decisamente mi piaci! o franco Ideale.

   Detto da cuore solitario come ostico alle smancerie, come alle normali confessioni.

   Io da non-radicale e non-violento affatto, io tutt’altro...

   Io che mi piacerebbe intessere relazione più profonda e più intensa.

   Più audacia! più sognatore! questo sognatore?

   Pane al pane, vino al vino e... merda alla merda.

   E quello che penso penso! e lo scrivo da tempo.

   Io che non sono uso al ritrattare, in verità come incapace a farlo?

   Verba volant, scripta manent?

   Io ed il Vaffanculo! scritto come scritto e speso come speso.

   Io che non amo le feste e non riesco a divertirmi, se non nell’esercizio del libero pensiero libero.

   Quello che pesco nel mio oceano interiore profondo, dragando l’abisso d’ogni altro abisso...

   Quel che la mano tira su, nel suo ineguagliabile pescato, a te lo offro: in dono.

   Ogni verso, ogni idea o singolar tenzone... come fosse un mazzo di rose al tuo cuore?

   A te, come ad ogni altro Ideale, in grado di infrangere le barriere del mio cuore sempre in orgoglio, arroccato! sia pure in attesa solo di discinto Ideale a cui volgere lo sguardo, l’eccitarsi e...

   Al mondo, sul verso, come d’attesa al partire? con discinto Ideale a furoreggiare?

   In una libagione smodata, insonne e controllata di versi.

   Io che ogni tuo altro amante, nel suo (su di te) diverso punto di vista, io a considerare e, con rispetto, l’altro amante a rispettare.

   Io che sì, discinto mi piaci, ma vestito intimamente di tutte le tue idee, come sostenuto ma aperto, pugnace ma senza alzare le mani (e politicamente, che mai sia per te, per me o chiunque altro).

   Io che non-violento affatto, così a considerare?

   O Ideale! sensazionale Ideale, come lo è sempre chi dei deboli e degli inermi il vindice.

   Tu che, complici? nelle tue fantasie aneli! e nuovi amori ancora trami... nei tuoi istinti e nei mondani frangenti?

   Io qui, in città come non vera e non amena, in teorica sospensione tra il Tutto ed il Nulla, l’animo mio come.

   Non sapendo, ma intuendo! tutto ignorando e, ne l’ignoranza, ne l’abisso scrutando e raccogliendo nuove parole, come rarità preziose scoprendo al senso della vita?

   E non so proprio come io, d’amante.

   Perché, io come?

   Quali le mie prestazioni, quali i tuoi commenti, i desideri, le aspettative?

   Tu solo puoi dire a questo solitario cuore, alla ricerca di non più disperate ore nella notte del cuore.

   O Ideale! mio pane, mio sale, mia riserva per le battute di caccia! e fonte continua d’ispirazione.

   Quali altre fertili scosse, purché reciproche, nel nostro cuore come accoppiato in l’amoroso agone?

   In un reciproco darsi e colmarsi, il senso della vita e vita ulteriore ed anelito, altri aneliti ancora a suscitare...

   Libertà è partecipazione! l’amore in partecipazione al mondo.

   Il senso del diritto, la propria insita dirittura morale al mantenermi eretto (dentro) ad ogni cospetto?

   Io che con te vorrei giacere in molte delle mie rimanenti ore di vita.

   Perché sì, partecipazione sia! e non l’annullamento nell’asservimento, come altri, altrove ed ufficialmente, pretendono, esigono (e l’infedele lo cacciano).

   Perché... rispondi a questa: è possibile non mettere le corna ad uno come Silvio Berlusconi?

   E consapevoli di questo, forse prima intuendolo, nel pure possibile decadere del rapporto nell’inverecondia, nell’ipocrisia o nell’improbabilità del protrarsi dell’onestà intellettuale... questo considerandolo, meglio amante, a tempo o per sempre amante! che sposo legato come ed inibito e di sesso e di verso come proibito, se dissonante?

   Vero che amante è meglio?

   A non essere accusato di tradimento, la propria libertà dichiarando e servendo, comunque in relazione.

   Comunque, a rispondere alla propria coscienza, avendone una.

   Sì, io che il Vaffanculo ce l’ho incorporato...

   D’amanti e non da impossibili insipidi sposi (silviaci come), il nostro legame? ne la relazione.

   Io ne la mia libertà e mio agone esistenziale.

   Agone come primordiale, dalla notte dei tempi.

   A che, d’amante, più solido che mai il legame di quanto il matrimonio pretenda d’essere?

   D’amante, il mio cuore d’incontenibili mazzi di floridi versi colmo, a tutte le ore della mente, solo... a volte, d’amante, io come indisponente?

   No Successo, no Soldi e Sesso?

   Non a questo e questo solo io proteso.

   Soldi che... volgarità a parlarne?

   Io a te a darne, eventualmente, e mai a prendertene.

   Sì, diritti d’autore a sostegno d’Ogni Tuo Intimo Verso, a prescindere dal Verso alla ribalta.

   O Ideale! dovunque il cammino del nostro destino ci conduca... ne l’imperscrutabile, io là sarò, lungo la rotta della vita.

   A che come sopraggiunta la pace dei sensi... la pace interiore... sappi, io a dire: ebbene, ho vissuto.

   Pago e grato di quanto al tuo cuore recato, nel senso e nel significato (già adesso, da te troppo avendo avuto, conferme di relazione a parte).

   E tanto il da te avuto, o Ideale, tanto che... mai riuscirò o saprò con pienezza ed equità ricambiare?

   D’amante! e mai da sposo, cieco, tonto e sconcio?

   D’amante, in libertà... amore retto, amore condotto, amore compiuto.

   O Ideali che siete! per come e quanti voi siate, lo siate voi, d’idee, partito o di persone anomala o normale comunanza, dalle loro professate opinioni a prescindere, a Questo Me state quali entità romantiche, in dono all’uomo ed a come pure io lo sono.

   Stiamo volgendo alla fine della lunga era dei nani, i dentro-nani, dai propri interessi ed esigenze ed urgenze tutte, ridotti nella propria relativa intima statura.

   Successo, Soldi e Sesso? Ideali come di merda! siano codesti sì ambiziosi idealisti i cittadini o gli uomini al potere.

   I politici che, per non gettare via il possibile voto degli elettori, da nani, si piegano alle loro aspettative, come rifuggendo dal senso del titano che più lontano vede e recedere non può, dalla sua vista, in nome di qualche voto in più, per quanti possano essere i voti del caso del siffatto e blando alternativo nano.

   Alla nostra epoca, bussa il tempo dei titani.

   Titani che, ai nani accanto, nel medesimo cuore, vivono la vita come vita la vivono ed è da titani che si ergono nella raggiunta statura, senza guardare a quanto potrebbero altrimenti guadagnarci, oppure quel che... cosa e come in altre e diverse scelte convenirgli?

   Sì, nani e titani, come oppressi dalla vita quotidiana... i nani sull’immediato, i titani che vedono lontano e... conseguenti, si dicono a quel che la libertà e l’ampiezza, la vastità della vista offre al loro essere titano, in propria coscienza, nella sua intima indipendenza.

   Perché sì, è proprio giunto il tempo dei titani.

   Periodo, forse, breve di speranza che... poi...

   Il tempo dei titani non lieve di sostanza.

   Il tempo dei titani per dare un senso ed una direzione alla vita, possibilità all’uomo ed un futuro al genere umano.

   Io che qui giunto, mio caro Ideale, non più ispirato, non ancora stremato, la penna la depongo che... in cucina, io sempre ed ancora impicciato, là dove la cucina è il mio stato.

   Io, come fossi il cinico ed il romantico d’ogni tempo?

   Il figlio di puttana come e la dolce metà che sai?

   Io qui, quant’altri mai?

   Io il solitario cuore, a l’Ideale che il mio cuore lo inebria di come tangibili prove d’amore e che ancora non si pronuncia sul mio particolare cuore d’amante, Ideale corrucciato come?

   E come, nel Nostro Caso, potrà funzionare (ma già così è stato), altri Ideali nel mondo, i più diversi ed arditi, Ideali a correre in soccorso dei solitari cuori come, a colmarne i vuoti e sensi d’afflizione a confortare, sì dando corpo e vita a battaglie ideali tra Ideali, ideali e vitali per cuori a sentirsi come mai prima?

   Ogni relazione, poi, a dipendere dalle capacità amatorie del solitario cuore come dal vigore di cotanto Ideale e che relazione sia.

   Ideali, i più diversi e, tuttavia, simili: nel mandare a fare in culo l’ideologia delle 3 Esse.

   Successo, Soldi e Sesso! e chi vive in loro esclusiva funzione?

   Successo, Soldi, Sesso! che vanno pure bene, purché non ad ogni costo, vendendo l’anima, il sangue e dilapidando il bene più prezioso: il proprio Cuore.

   Successo, Soldi e Sesso! l’esaltazione loro, non più a deprimere questo Verso Insonne?

   Io, il cuore solitario ormai per vocazione, da Ideale acceso, io ne la moltitudine de la mia ispirazione.

 

 

 

Dario Schonberg