LIBERTA' DI SCELTA SUL FINE VITA
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29 March, 2011 - 17:35
Il tread "Eutanasia" fu aperto da Piergiorgio Welby nel 2002 nel vecchio forum di radicali.it. A fine 2008, quando fu azzerato il contatore dei visitatori, aveva superato il milione di visite. E' consultabile a questo link (ed è stato risparmiato dalla spam!):
http://forum.radicali.it/content/eutanasia-2
Cei: subito la legge sul fine vita. Bonino: meglio niente che questa
Una legge sul fine vita è necessaria e urgente e va approvata dalla Camere. Non se ne può fare a meno. Lancia il suo affondo il presidente della Cei, cardinale Bagnasco che ieri ha aperto i lavori del Consiglio permanente dei vescovi. Trattando dei temi etici, non poteva mancare il capitolo dedicato alle «dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat)». La gerarchia non vuole che ci possano verificare altri casi «Eluana Englaro», la giovane donna in coma irreversibile da anni e alimentata artificialmente, cui con l'autorizzazione di un magistrato è stata sospesa l'alimentazione e l'idratazione forzata. Un «omicidio» per la Chiesa e un pericoloso cedimento verso l'«eutanasia». Da allora gerarchie e movimento cattolico spingono per la definizione di una legge che regolamenti tale materia.
No alla giurisprudenza creativa Il dibattito sul testo giunto all'esame delle Camere - su cui le perplessità, le critiche e i dubbi sono trasversali - è in fase di stallo. Una situazione che preoccupa le gerarchie che puntavano su una sua rapida approvazione. Così era stato loro assicurato dal governo. Così ieri è arrivato il richiamo del presidente dei vescovi. Bagnasco premette che non è suo compito «suggerire spinte di tipo politico», ma il suo messaggio è chiarissimo. Chiede «di porre limiti e vincoli precisi a quella "giurisprudenza creativa" che - osserva - sta già introducendo autorizzazioni per comportamenti e scelte che, riguardando la vita e la morte, non possono restare affidate all'arbitrarietà di alcuno». Richiama l'esigenza di «regolare intrusioni già sperimentate, per le quali è stato possibile interrompere il sostegno vitale del cibo e dell'acqua». È un punto di principio. «Chi non comprende che il rischio di avallare anche un solo caso di abuso, poiché la vita è un bene non ripristinabile, non può non indurre tutti a molta, molta cautela?». Per questo chiede «regole che siano di garanzia per persone fatalmente indifese, e la cui presa in carico potrebbe un domani - aggiunge - nel contesto di una società materialista e individualista, risultare scomoda». Vi è modo con la medicina «palliativa» di affrontare il «dolore soggettivo» e poi il punto per Bagnasco è la condizione di solitudine e di abbandono cui spesso i malati sono condannati, a cui rispondere accompagnando sino alla fine il congiunto ammalato. Per la Chiesa, conclude Bagnasco, «la vita di ciascuno non è solo bene dell'individuo, ma bene comune».
La replica, indiretta, non si è fatta attendere. Proprio sulla tutela del diritto individuale a decidere sulla vita ieri sono intervenuti Emma Bonino e Umberto Veronesi invitando ad una mobilitazione in difesa dell'inviolabilità di tale diritto. «È meglio nessuna legge che quella ora in discussione - ha detto Bonino - . Deve essere chiaro che noi non vogliamo imporre niente a nessuno, ma ognuno deve essere libero di scegliere ciò che vuole: è importante fermare quella legge e aprire i registri del testamento biologico in tutti i Comuni dove ancora non ci sono». «La legge in discussione non è sul, ma contro il testamento biologico - ha aggiunto Veronesi -. Noi invece vogliamo lasciare libertà a tutti, quindi anche chi vuole essere mantenuto in vita ha il diritto di esigerlo». Pronta la replica del sottosegretario alla Salute Roccella che ha messo in guardia dagli «slittamenti verso l'eutanasia».