Fronte SLA ed affini - Proposta di associazione
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Fronte SLA ed affini – Proposta di associazione
Per tetraplegici che non servono più ad un cazzo e meglio è che si levino dalla vita? Per chi come disperato e pure l’intenso e frequente desiderio di morire? L’intento l’offrire loro forza, vigore, rinnovato senso, uno scopo d’insolito spessore, a farne dei combattenti: una squadra apposita, una compagnia, se non battaglione di tetraplegici?
Proposta di associazione riservata esclusivamente ai malati di SLA ed affini (tetraplegici con o senza voce).
Per alcuni, forse, come se in attesa solo di un presto morire ch'è meglio per tutti?
Gli SLA ed affini, persone che se si venissero a trovare in altri ambienti, a contatto con altre persone, per sensazione razionale o solo per propria addivenuta ipersensibilità interiore, loro a sentirsi come fossero un peso? Meglio tornare nella propria camera? A nascondersi nel proprio letto, in attesa della fine, a non creare problemi agli altri, fosse pure solo un generico o generale imbarazzo?
L’intento come un voler donare loro ulteriore vita, diversa e straordinaria.
Fin qui, sarebbe già una buona pensata?
Io ho immaginato questi SLA (ed affini) ad attivarsi anche in favore degli affetti da altre patologie gravi.
Teoricamente, dal loro letto o la sedia a rotelle, in attesa della morte, alcuni sperando venga presto (e forse, dopo, lottando, della morte non più il disperato sogno?), SLA attivi anche su tutti i problemi dell'ambito sanitario.
Il segreto dell'associazione, il suo spirito animatore, starebbe non nel battersi solo per gli SLA o tetraplegici tutti (quindi per se stessi, nobile ma limitata come soddisfazione interiore?).
A battersi, loro, gli SLA, da dove sono, immobilizzati, forse sentendosi sopportati, a lottare per gli altri, perché solo così di vera forza e vigore interiore e, teoricamente, di inaudite risorse dentro (come spesso l'umano).
Pensata così, forse è solo la mia fantasia senza limiti?, gli SLA, a sentirsi veramente come dei combattenti?
I guerrieri del Mare Dentro, nel farlo per gli altri.
Gli SLA, come se sfilassero, idealmente, nei cortei d'ogni manifestazione in tutte le città della vita?
Certo, ci vorrebbe... un allenatore? Per la partita della vita.
Qualcuno che si dedicasse a loro, quale associazione, a tenerli insieme, organizzarli, alzare loro l'umore.
Il tutto potrebbe essere possibile tramite internet ed attrezzatura adeguata?
Potrebbe essere una bella associazione d'indole radicale.
A costituire un legame tetraplegico, ma non tanto di reciproco sostegno o di solidarietà, quanto di puro combattimento contro le avversità della vita, l'indifferenza dell'uomo contemporaneo, il suo male interiore ed in nome di ogni possibile altro uomo.
Per chi interessato, a seguire i testi (non definitivi)
*** I guerrieri del Mare Dentro, La Coppa della Vita (due poesie ispirate da Severino Mingroni))
*** Manifesto straordinario di vita, oltre la vita (più lungo e impegnativo)
Nel senso: io ci metto la fantasia, la poesia, l'impegno e se vi convince... voi a metterci il resto?
I guerrieri del Mare Dentro
“ Ho vissuto intensamente in questi 10 anni (nonostante sia un locked-in),
mentre la maggioranza degli umani sta semplicemente vegetando, e non se ne accorge.”
(dal Blog di Severino Mingroni)
Di questi corpi che sarebbe meglio se ne andassero,
lasciando la vita, così togliendoci dall’imbarazzo?
Chi la disperazione? Chi l’anelito assillante del morire?
Io per tutti loro, in loro io immedesimato o coinvolto?
A volergli consegnare nuova vita, senso, significato e scopo?
Speranza e forza e rinnovato vigore e scenario... d’azione?
Un’idea d’associazione, per vite come oltre la comprensione?
A mettere insieme, radunando gli inutili a tutto (i tetraplegici),
una squadra di combattenti, una compagnia, un battaglione?
Unione ideale, coerente e coesa, di affinità interiori/ esteriori?
Perché loro, non solo per i propri problemi, anche per quelli legati
ad altre gravi patologie, idealmente pure per la Sanità Tutta?
Diritti civili, diritti di vita, diritto di morte e d’ogni sorte?
Oh la fottuta ambizione?
Che se uno di questi inauditi scarafaggi arriverà in Parlamento,
potenzialmente, loro tutti in proprio ardore, il loro Grande Cuore...
Attivo nel Gioco del Mondo?
Loro che nemmeno a cagare da soli! loro per ogni problema che vive?
Loro a battersi con accanimento, nel più straordinario cimento?
Dunque, sì a tirare le cuoia, nel proprio letto, nell’addivenuto tempo.
Tuttavia, il morire sia in ideale e cazzuto combattimento addentro.
Loro, nel vivo della vita che i tanti normali... quando mai?
Col computer, Internet, con l’organizzazione ed il sostegno palpitante
di associazioni altre, partiti, enti o singole persone sì dedite
e che ne condividano il gioco...
Dite, tutto è possibile?
Il tetraplegico come a correre, folle di vita, di pienezza e d’onere,
sugli sterminati campi di battaglia che sono tutte le anime altrui?
Nota.
Io, per mie questioni personali, ho tendenza naturale ad immedesimarmi negli SLA.
Così considerando, questo testo e quelli a seguire.
Originariamente, l’associazione solo per gli SLA.
Dopo aver letto il Blog di Mingroni, l’idea estesa a tutti i tetraplegici.
La Coppa della Vita
Quale organismo di pensiero, di vita e di interiore respiro autonomo,
fisicamente e tecnicamente tale mantenuto da ideali sostenitori
del loro sì fiero ideale,
un allenatore si cerchi e si invochi per Fronte SLA ed affini,
non necessariamente alla Mourinho (che pure andrebbe bene), *
ad allenare e governare il Mare Dentro del dire tutto del loro dire,
a tenere in ottimale condizione lo stato di forma interiore,
il morale elevato e documentazione per ogni loro argomentazione,
a levigare, oliare e lustrare tutto il verso del loro Grande Cuore,
a dare grande gioco di squadra idealmente aperto ad ogni confronto,
ogni giorno ed ogni tema... come fosse parte di una partita infinita?
Il trofeo la Coppa della Vita, la più ambita coppa di senso che...
La platea, d’estasiato cuore si spera, ad ascoltare e senso cogliere
nel cimento di questi aitanti fenomeni dal cuore come oltre la vita?
* Mourinho, decisamente antipatico (forse, insopportabile).
Come allenatore, veramente eccezionale (tutto per la squadra).
Ovviamente, io tifo per l’Internazionale di Milano.
Manifesto straordinario di vita, oltre la vita
Fronte SLA: paralizzati, inermi e, dentro, indicibilmente vivi?
Dedicato a tetraplegici
che anelino del Movimento
Noi, SLA ed affinità.
Noi, così conciati? sì noi! qui ed ora, di straordinaria vita
interiore ed oltre la vita stessa come?
Noi che siamo proprio quel che siamo, qui, noi ci dichiariamo
i guerrieri del Mare Dentro, nel giocare per la Coppa della Vita.
Noi che chi lo direbbe?
Noi, limitati, afflitti, colpiti, vessati, da vita umiliati a volte?
Noi nella nostra pur dirompente, ricca ed indomabile umanità,
noi, non lontani dall’ultima stazione di questa nostra dolente
difficile se non impossibile vita
che chi lo può veramente dire quando vita sia finita?
Perché, voi? Voi come?
Noi come in gabbia, noi in cella-galera in questo corpo
e la voce che più non vuole uscire?
Noi, prigionieri di questo involucro e chi nel proprio comunicare
tutto impossibilitato, di noi chi senz’ausilio?, * tanto che chi...
pure indaffarato nell’immaginarsi a noi dentro, da impreparato,
colto potrebbe essere da folli attacchi di claustrofobia?
Noi, senza scelta? senza speranza? noi, senza vita come?
E tuttavia...
Noi che vorremmo gridare forte, a tutti gridare a squarciagola
“ Ehi, tu” o “ Amore” o “ Ciao” e neanche un misero rantolo
il nostro mormorare, noi... tutto un mondo intero, dentro.
Noi, a noi dentro.
Perché l’uomo è fuoco e fiamme, perenne tumulto, l’intemperie
naturale dentro,
noi come? Noi, se non ci possiamo dichiarare e non il comunicare?
Perché, alla fine di tutto, la comunicazione è la vita, il suo senso,
come la pura ed effettiva sensazione del poterci ancora muovere?
La vita che ancora vive! e, vita, ancora ed ancora... vita
si vuole significare
nel suo ad altri trasmettere sì, urlarlo il suo senso ultimo di vita.
Vita oltre ogni dire.
La vita, oggi, come inutile? come peso per i nostri cari?
Chi di noi nel sentirsi sopportato o accettato o... amato sì,
amato, ma alla stregua di un dolce peso?
Per la collettività, noi SLA e affini, come in attesa del bacio
della morte?
Eppure...
A non dipendere da misericordia o fatto calcolo in decisioni altrui,
noi dignità! noi orgoglio! noi voglie! e voglie ancora, noi...
che scuotere la vorremmo l’altrui indifferenza più generale
o l’altrove assorto o affaccendato,
noi addentro il nostro irriducibile ed ineludibile problema:
la vita, ora?
Oh Vaffanculo! a dire, noi che più non lo possiamo dire
che, a volte, ce ne sarebbe proprio e forte tutta l’esigenza...
Il Vaffanculo, come un atto dovuto?
A l’uomo come va, oggi? Noi tra urla di rabbia e d’impotenza?
L’urlo interiore che corre per l’infinito Mare Dentro?
Noi che, per voi, come se smarrito avessimo l’istinto alla vita?
Noi che, probabilmente, più di tutti gli altri sappiamo
cosa sia la vita, il suo istinto e tutto il suo elevato senso...
Noi, di vita oltre la vita.
Noi, qui soggiunti, corpi inermi ed inerti, qui a dichiarare:
come non domabile
il fuoco/ la brace che cova là dove più non si oserebbe dire?
Noi che, nel nostro animo, di tutto un immane rogo interiore?
Fuoco, da cui speranza e vita e speranza di un mondo migliore.
Noi, bisognosi di decidere e dello scegliere il nostro cammino.
Come i Quagliariello e le Roccella o altri superbi docenti della vita
o dell’ultimo suo velo...
Forse che vorrebbero dire, a noi dire, noi come? Noi, a noi dentro?
Gli ipocriti della vita e d’ogni Chiesa più ipocrita della vita
che la vita è al di sopra d’ogni cosa,
latitando, poi, quando la vita onerosa e improba diviene?
Oh dite, viltà dove?
L’ideologo della vita che pensa, ci presuppone e al mondo dichiara:
vivi! anzi, sii costretto a vivere
e poi, dentro di te e, a volte, di te anche fuori, ecco che...
Sei solo e...
Sempre sarai solo?
Noi che la vita amiamo e tutto è vita! e che cos’è la vita?
Siamo alla ricerca di intima e tenace autodeterminazione.
Qui, tetraplegici, inermi, ma veramente non ancora spenti dentro.
E non più inerti
come, qui, ci immaginiamo.
Dal corpo dei malati al cuore della politica, così dicono?
E dicono bene.
Noi che ai nostri doveri più non possiamo assolvere
e, per i nostri diritti, ecco che possiamo solo in altri sperare...
Noi bisogni...
Noi sogni ancora, sogni chiusi dentro e palpiti e fremiti e sospiri...
Diciamo: la vigliaccheria di stato? ( quando si manifesta)
che imperversa
e che nulla sente e niente dentro che la scuote?
E le tue profonde ore nella notte? Come, le ore?
Noi ci prendiamo per mano! ci prendiamo dentro e, al mondo,
qui, così ci volgiamo.
Noi, cittadini del mondo, della vita gli arditi cittadini...
Nonostante l’oblio sul nostro angolo di vita?
Noi ( che più proprio non si direbbe)... noi SLA ed affini, indiciamo
un Movimento Straordinario d’indole, di forza, di senso, di vita
e di pensiero.
Lo possiamo fare? Noi? Dite, lo possiamo?
S’ha da fare!
E quindi...
Noi, non solo per noi.
L’amore profondo per la vita, l’amore nonostante tutto?
L’amore più di quando, giovani e forti, ostentati eravamo,
dalla morte distanti poiché evidenti di vita,
impegnati come impegnati, se partecipi alla vita del mondo.
Noi, non più evidenti,
ad altri malati di SLA o da altre sì gravi infermità affetti,
come soli (qualcuno, alle volte e chi più sempre?),
vite dolenti, di rada e disperata speranza o scarso conforto,
noi diciamo:
noi porteremo la vostra croce anche, sì proprio noi! noi così
perché, questa immane ed ulteriore fatica, lo allevierà il peso
dell’altra nostra.
Che lo vorremmo fare per l’ambito sanitario tutto, a fare
e per ogni suo insoluto problema, dubbio, guaio o angoscia,
noi che, forse, un giorno, tutto questo lo faremo veramente?
In forza e vigore e spontanea posizione interiore, noi SLA ed affini
che dandoci agli altri, proprio noi, nel farcene il carico,
noi a sostenere e curare il nostro indomito irresistibile cuore?
Noi tetraplegici ed inermi, noi qui gli strenui combattenti?
E insinuiamo:
perché potremmo fare altro, di meno fare, ormai?
E...
Che cosa di più facile? d’esaltante nostro orgoglio e fierezza?
Noi, SLA ed affini.
Ogni parola che, come di sì indicibile incomunicabile prora,
di spirito ulteriore ancora si vorrebbe proporre, a vivere e dire...
Noi, la teletrasportiamo?
In azione.
Noi, come tutto azione e meditazione.
Noi, ridotti come siamo ridotti, noi i forti dentro, noi che innalziamo
i cuori
e li lanciamo
e li offriamo
al mondo.
Noi SLA ed affini, dunque.
Noi, quali le nostre idee o franchi ideali o d’animo le torsioni...
Quale il fuoco dentro che ci anima e rianima e tutto ci dichiara
e a voi ci muove,
noi come trasversali...
Trasversali alle forze delle idee della politica o dello spirito,
noi prendiamo il fronte schierato delle nostre anime in discussione
e, fiduciosi, lo conduciamo alla ribalta:
a vostro giudizio
e di comune azione.
La vostra reazione, a noi reggere? Badate! noi SLA ed affini a reggere voi,
noi quale vostro conforto e ristoro, noi d’ulteriore determinazione.
Noi nel nostro inaudito, poetico, costituito e non confutabile slancio.
Oh malati di SLA o di altre gravi infermità che a voi dentro state,
oh malati della vita stessa, quale che sia il vostro particolare di vita,
porgete a noi i battiti dei cuori ed agite con noi e voi stessi siate dentro,
il fronte delle anime non inerti è teso, lanciato
e schierato
sulla strada dei diritti e dei doveri
e là dove la responsabilità altrui tanto spesso latita
e latita...
Noi, volti ad altri cuori interessare? o contestare anche.
Noi, a dirci tutto quel che siamo! noi come gli irriducibili.
Perché quale che sia la fase del nostro oggi irreversibile male,
noi Fronte SLA ed affini,
noi i combattenti in lotta per questi noi sì Intimi Dolenti,
come per ambiti di sanità e di verità sofferente più in generale.
Perché...
Quale passatempo interessante assai ad occupare, a vivere...
altrimenti
l’esiguità del tempo atroce che ci resta?
Per insolita reazione? per sentirci vivi? per comprenderci
e farci al meglio comprendere? agli altri, negli altri?
Noi, dentro.
Noi come.
Perché noi siamo vivi ancora nonostante, noi gli aitanti guerrieri
del Mare Dentro, noi della straordinaria vita oltre la vita.
Vite al limite de l’impossibile in vite come oltre il limite?
Noi che lo vogliamo dire, da qui farci sentire, urlarlo anche:
a tutti, al mondo, alla vita gridare, a noi stessi?
Il pensiero vero che, qui dentro come rinchiusi, il pensiero
che ci tormenta.
La solitudine di vita rinchiusa nel magazzino della vita?
Perché, questo facendo per altri, per voi, per tutti facendo?
E’ come se non più soli ci sentissimo, noi davvero?
In lotta per la vita.
Per fare ancora qualcosa! che diamine.
Noi, d’opinione comune, noi apparentemente impossibilitati
a la qualsiasi cosa?
Noi che, forse, non contiamo più un cazzo, noi così d’azione,
noi dentro di noi, per vero noi a contare, noi volti al mondo.
Noi, nel profondo.
E tu, su di noi, quale il tuo sincero vero-pensiero?
Noi SLA ed affini, nel nostro dovere di non indifferenti, insieme
a dover fare qualcosa della vita che ci rimane? E... vita...
Come vita a fare?
Noi, se non prima, nella nostra vita di prima, nella vita adesso.
Perché...
Noi che, qui dentro, siamo come siamo e non molliamo,
siamo vita! e vita oltre la vita lo siamo.
Perché noi siamo vivi! ancora, nonostante la vita come, ora.
Noi, cuori d’ardore accesi, in lotta per la vita sempre
e come d’attesa di vostre urgenze e stimoli e sollecitazioni
ulteriori
che vita e vivi più ancora ci rendano e pronti ci trovino
come, alcuni dei vivi... forse mai? I morti viventi dentro?
Nuova vita, uno scopo, del significato a noi dentro che voi...
Forse mai lo potreste capire il nostro dire?
In verità, qualcuno di voi... Questi Noi, tetraplegici, ad invidiare?
Fronte SLA ed affini, i guerrieri irreversibili del Mare Dentro
volti a giocare per la Coppa della Vita in ogni partita di vita?
Noi, a mutare le difficoltà, i problemi, l’angoscia a mutare,
la disperazione...
in risorse.
Noi, la vita oltre la vita.
Da SLA ed affini non affetto, l’autore del testo.
In verità, la SLA, quasi fosse un mero pretesto
per scrivere il testo?
* S’intende: senza poter usare il comunicatore e, in qualche modo, rilasciare l’energia che la vita ancora dentro vive, si potrebbe impazzire di troppa energia immagazzinata o di claustrofobia nell’impossibilità di comunicare?
Qualcuno dentro il proprio involucro?