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Dario Schonberg
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   Il Codice Hacker

 

Per chi vorrebbe spaccare tutto, sfogarsi, rompere le cose, le vite altrui?

Nel tempo maturando, probabilmente intensamente e dannatamente soffrendo, più intento e volto a sanare che allo spezzare, ad unire e non a dividere, a dare e non all’arraffare (che poi a che cazzo ti serve?)

   Testo che, spero, possa essere utile a chi depresso, frustrato, forse pure umiliato nella propria vita quotidiana, non sapendo che fare, come reagire, la spinta a rompere il mondo a sé attorno se non incline, d’alternativa, all’autodistruzione del proprio sé, visto ormai come inutile e vano?

   Per come l’ho scritto, è testo che avrei desiderato leggere tanti anni fa (essendocene pure altri d’altri autori, a disposizione).

   Se a qualcuno può servire... (Testo non definitivo)

 

   Il Codice Hacker della vita (d’ogni vita)

 

Il Tutto, il Nulla! e l’uomo... come messo in mezzo? La vita d’ogni vita come fosse?

Il dolente trastullo, come d’un fanciullo alla ricerca di non si sa chi o di che cosa?

 

1)   Il Bene ed il Male nella stessa anima, al contempo? Coabitazione.

      Di volta in volta, noi si sia a scegliere il come della nostra vita, sulla base delle nostre intime domande senza risposte, a contenere, arginare o lenire tormento e tumulto interiore come senza tempo e, d’ogni perché irrisolto, a farsene una ragione, noi in quanto vivi ancora e d’indomito respiro, nonostante tutto, nonostante la vita, le tragedie e le commedie della vita.

      Noi che tutto vorremmo spezzare e frantumare a noi attorno, sì trovandoci addivenuti al bivio delle scelte, ne la possibilità del poter costruire, nel nostro cuore, edifici d’insolito ed alternativo essere?

 

 

2)   Quando la vita è una merda! e le regole che la vita te la dovrebbero reggere sono come se fossero, ne l’altrui uso e consumo (soggettivamente s’intenda), di straziante verità acquisita nella vita della vita?

      Nel constatarne l’altrui abuso e sopruso (e tuo pure, spesso?), dite: che altro rimane?

      Depressione? Frustrazione? Disperazione? che altro?

      C’è chi si uccide, chi si imbottisce di medicinali, di diversivi o per altre deviazioni, chi si siede davanti alla televisione e chi innanzi ad altre droghe si siede?

      L’alternativa all’uccidersi, ammazzandosi dentro?

      Comunque, la legge del proprio cuore in te rimane.

      Come tu senti quello che vedi, leggi o ascolti, a te attorno.

      Come tu senti il mondo o la vita.

      Questa vita di merda!

      Come nella tua coscienza, cuore, anima?

      La legge del proprio cuore ti regge, forse?

      Ne è in grado? Ci riesce? E talmente è forte da sostenere il paesaggio di tale desolazione, in attesa del domani che è un altro giorno?

      Ne la speranza sia giorno veramente Altro e Diverso?

      Succede, altro non avere che la legge del proprio cuore.

      Il nostro bene, il suo intenso... l’inestimabile tesoro e la sua banca dentro a noi e non altrove il suo relativo ed altrimenti irrilevante scrigno?

      La legge del proprio cuore! onore, oneri e possibilità tutte di cui fornite le nostre capacità costituite se sanno... se riusciranno a resistere alle intemperie tutte della vita?

      L’ottimismo della volontà nel pessimismo della ragione, avvinti nell’essere?

      Dunque, la legge del proprio cuore a reggere il nostro passo.

      La legge del proprio cuore ad indurci ad altro ulteriore passo, noi non riuscendo o proprio incapaci al cedere e lasciarsi andare e sì più nobile e ragionevole morire?

      Sì, norme e regole, il vivere civile, gli altri...

      Ma secondo la legge del proprio cuore! e come le sue tavole recitano, noi a quel dettato interiore conseguenti.

      Che vorremmo ancora e sempre spaccare sì, ma forse esistono diversivi, alternative vive?

 

 

3)   Responsabilità è tutto, a volte.

      Forse, altro non avendo che le nostre responsabilità (oltre alla legge del proprio cuore, un po’ d’amore e d’amore il bisogno, un oceano di pensiero a noi dentro?)

      Noi conseguenti ne le conseguenze tutte delle nostre addivenute scelte.

      Conseguenze quali che siano.

      Che l’essere responsabili, il sentirsi tali, se è peso e vero gravame, insostenibile a volte, riuscendo a sopravvivere alle prove della vita di questa vita, l’animo a dirsi sì forte e robusto e pronto per tutte le altre e qualsiasi prova la vita possa a noi portare in dono, ne l’ignoto domani della vita sempre?

      Se responsabile è dolore e fatica interiore, ansie ed angosce e... se...

      Responsabile è bello, fiero e severo ed accorto a l’umano e giusto nel suo castello di torti e di ragioni (come siano), purché di loro in coerenza responsabile.

      Nella responsabilità ogni cosa si riassume, come ad essa tutto si riconduce, nei fini e nei sensi dell’esistenza nella coesistenza.

 

 

4)   Il fare qualcosa, ma qualsiasi cosa fare! purché fare qualcosa lo sia veramente, senza pregiudizi, ipocrisie o nascosti e non confessabili interessi.

      Perché si spera e si spera sempre sì e, così, è che si sopravvive?

      Tuttavia, nella Disperanza è che ci si muove e allora sì, speranza a dirsi tale e vera e sincera?

      In Disperanza, il senso, le fondamenta e le inaudite risorse a proseguire nel muoversi nel cammino e nel nostro destino.

      Fare qualcosa, qualsiasi cosa! che fare la cosa giusta è meglio?

      E l’aspettare e non fare, ne l’attesa di quel tempo?

      Forse, meglio ancora, il fare qualcosa, qualsiasi cosa! anche sbagliata, pur di farla quando il momento è quello giusto e l’atto tuo di presenza lo richiede?

      Condizione: l’essere pronti, disponibili, conseguenti ed onesti con se stessi, nel poter riconoscere il proprio eventuale errore.

      Condizione: l’essere tenaci, irresistibili ed irriducibili, come onesti con gli altri ne l’indurli a riconoscere, loro, gli eventuali errori loro.

 

 

5)   Siamo nel giusto o siamo in errore?

      Forse che siamo... solo nel nostro cuore?

      E confutateci! ribattete! criticate ed imperversate! voi a muovervi a noi contro.

      Perché il dialogo è possibile anche all’interno di uno scontro di relazione.

      Noi che vorremmo spaccare o deflagrare tutt’attorno, noi nel nostro umore.

      Ne lo scontro di relazione, addentro regole di bellicoso e tuttavia dialogico comportamento, noi a trovare forse le risposte alle nostre irrisolte tante domande, ma solo per riuscire a porgercene tutte le altre?

 

 

6)   Chi siamo? Da dove veniamo? Dov’è che andiamo?

      E che cosa possiamo noi a noi addentro?

      Che il mondo lo vorremmo almeno cambiare, se non lo possiamo spezzare.

      Sia il metodo dei guerrieri della non-violenza o di altre e più tradizionali violenze volte a rompere cose, vite o le persone dentro a rompere, noi che siamo volti al mondo e, comunque, sempre il problema del che fare? il come farlo? e con chi a fianco?

      Il perché... anche quello spesso è che lo ignoriamo.

      Sappiamo, lo crediamo e tutto invece ignoriamo?

      Indagare? scrutare, frugare nell’animo umano?

      Uomini sfuggenti, uomini altrimenti.

      Noi che noi stessi solo abbiamo a disposizione...

      In disperata disperazione disperante...

      Noi a scavare nel nostro profondo e scava e scava... e scava ancora...

      Cogliendo te stesso in te stesso, analizzandolo, riflettendo, se riuscirai a capire te stesso, forse anche l’uomo in ogni altro uomo a capire, nelle sue recondite possibilità, le sue menzogne o le sue verità e tutte le altre realtà?

      Forse, intraprendendo e sì andando per vie alternative.

      Chi siamo? Da dove veniamo? Dov’è che andiamo?

 

 

7)   Se siamo di vita difficile, a tutti gli altri segreta, a noi stessi di arcana ed incomprensibile vita...

      Tuttavia, tra merito, espedienti, intuito ed inverosimile fortuna, noi potremmo anche essere quel Gatto Nascosto che, invece di continuare a prenderlo in quel posto dalla vita, Gatto Nascosto che si batta al costo di ogni ulteriore respiro interiore di vita, di Disperanza e di conseguente speranza ridestata, smossa e giocata sul tavolo della vita, come di insospettabile e straordinaria risorsa?

      Come di vita oltre la vita, ora, noi in grado di sanare e non più a spaccare, ad unire e non più a dividere, a dare e non più solo a prendere vita o senso e possibilità a prendere che, se solo prendi e nulla dai, nel tuo cuore, ne la resa dei conti, nella notte del tuo cuore, che cazzo hai?

 

 

8)   Noi, possibilmente, tra estro, genio e talento chi, contro tutto e contro tutti, ne l’Ideale idealmente.

      Come, idealmente sempre, per tutti, noi al di loro favore, noi nel nostro difficile cuore.

      Noi, per ogni problema che vive in questo fottuto mondo.

      Noi che, se in noi il problema vive, in noi pure la soluzione.

      Noi, secondo le nostre capacità, da ispirazione stimolati, accesi e sollecitati.

      Nel vento dei titani, nel senso dei titani, nel tempo dei titani.

      In un atto di Cooperpolitic. *

      Così, in verità, facendo per noi stessi, noi a curarci nel nostro alterno e suscettibile umore.

      Perché sì, siamo di difficile cuore e, come sopravvissuti, nonostante ogni nonostante, noi ora a dilagare nel nostro interiore, ne l’infinito suo.

 

 

9)   Distacco, disincanto, sublimazione.

      Il mondo e la vita, tra guerrieri della non-violenza ed ogni altra consueta o tradizionale violenza, noi costretti a vivere e dover scegliere?

      Nel progredire della violenza e della non-violenza al contempo e d’una sola mossa, l’evoluzione, ecco: i poeti da combattimento.

      Per chiunque lo sappia fare o, comunque, altrimenti al mondo il suo cuore a donare, ne l’arena della pubblica opinione.

      Condizione: di responsabile agone.

      Il Verso Diverso sia in una poesia, in una fotografia, una nota musicale o altra diversificazione dell’arte, del gioco, della guerra o della politica.

      In altre parole: di questa fottuta, straordinaria, sgovernata ed impossibile vita?

      L’importante sia il partecipare alla vita, al Gioco del Mondo, ad argomentare i fiori in fiore nel proprio animo, facendolo per gli altri e così... a farlo per se stessi, per dichiarare tutta la meraviglia o tutto l’orrore del proprio cuore, così entrando nel senso globale e generale dell’uomo, in nome d’ogni uomo nel suo dentro, lì noi agendo.

      Pago e grato, soddisfatto forse, dell’aver dato, invece che lo sterile prendere e che altro?

 

 

10) Come se inesauribile il pozzo profondo della propria fantasia?

      Come se insopportabile il disagio della vita quotidiana?

      Come se fosse una camicia di forza la realtà d’ogni realtà e, il giorno d’ogni vita di questa vita, l’insostenibile prezzo che non riesci ad onorare nel pagare?

      Come se alla ricerca di mezzi, tecniche e metodi ulteriori per la tua capacità di espressione.

      Il fine, unica e sola meta, la comunicazione, sia pure all’interno di uno scontro di relazione...

      La Guerra Filosofica Globale.

      E tutti noi, a noi dentro, il potenziale incolto ed inespresso noi a detenere, in attesa della scossa della vita che vita consegni ed affidi alla vita stessa.

      La Guerra Filosofica Globale, dunque.

      Senza limiti o confini o argini che il Verso Diverso lo possano contenere o imbrigliare, in verità solo potendolo il rigore critico d’ogni cuore e, per stimolarlo, al fine de lo svilupparlo e crescerlo con equilibrio, nella misura dell’eccesso e l’eccesso della misura, che di meglio de le avversità tutte della vita d’ogni vita d’ogni cuore?

      Sia il cuore di disperato rumore o di più travagliato ed ancora inespresso umore?

      E che di più atteso de l’approssimarsi di un ostile che ostile lo sia, animo con cui ingaggiare sì lieto fiero strenuo ed incorreggibile cimento?

      Ne l’ambito di uno scontro di relazione, come fosse l’unico legame possibile col mondo?

      L’amicizia è ostile/ l’ostilità è amichevole.

 

 

Dario Schonberg