Avvocati delle cause perse UNO - Prima stesura

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Dario Schonberg
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Il Decalogo dello smither d’indole

Una causa mai è persa finché avrà un pensiero legale a sostegno

 

1) Nessuno vive al di sopra della legge.

Se poi la legge è nel tuo cuore che dimora, tu maggiormente al suo servizio sarai.

E per sempre lo sarai, almeno finché la legge vivrà il tuo cuore.

 

2) La giustizia è la poesia della verità. *

 

3) Lo smither ha studiato e duramente?

Non perché sia lavoro che può rendere e molto anche.

Non per potersi accaparrare i clienti possibili e facoltosi.

Lo smither, il suo cuore è volto alle cause perse.

L’umanità stessa come fosse tale agli occhi dell’autore?

 

4) Se la causa è proprio persa in partenza…

Se la causa è disperata, senza risorse, senza un che che parli in suo favore…

Così è perché lo smither è che chiama a sé e lo brama.

E’ la poetica del diritto nel suo agone che la scena ama e acclama.

 

5) Chiaro, esplicito e onesto con lo smither sotto ogni cielo.

La causa persa più appetibile è quella che non ha profitti, solo inesorabili uscite, travaglio, pena e sconforto.

Quando però incredibilmente vincerai, di quale umore sarai?

Comunque, vittoria o sconfitta, se vuoi calcolare il profitto alternativo nel dirsi, computa l’orgoglio e la fierezza del tuo cuore, sei esortato più che incoraggiato in tal senso.

Non c’è portafoglio al mondo che possa contenerlo, dirlo o spiegarlo?

 

6) Quale senso di giustizia può esserci senza giustizia?

Se la sua radice non prende bene nel tuo cuore, non ancora…

Rabbia e rancore forse, nel dolore del tuo dolore?

Il tuo interesse ferito a prescindere dal genere e rango dell’interesse?

Ma finché cercherai… non ti arrenderai, persevererai?

Forse, giustizia troverai un giorno, alla sua coppa è che berrai.

 

7) La fantasia combinata all’animo poetico, condita e servita al seguito di puri ideali, può tanto e di più, tutto potendo nella teoria delle teorie.

La fantasia è la possibile chiave delle cause perse.

Là dove sopravvive il senso della legge nella poetica del diritto nutrito.

Un piede tra le nuvole e l’altro nella realtà più dura?

Lo smither si trova forse in una sorta di indicibile condizione sospesa?

Sempre in bilico tra la batosta e la più insperata vittoria giocando il suo cuore di risorsa.

 

Cool Più che il Libro della Legge dal legislatore scritto…

Più che la filosofia del diritto o altri libri, per rinunce e sacrifici, dal tempo speso su di essi…

Lo smither ha per testo la poetica del diritto interiore.

Il suo cuore cercando nel proprio cuore, da istinti legale vissuto e sostenuto.

 

9) L’unico limite per lo smither è la legalità.

In essa cercando, scrutando, lotatndo, perdendo probabilmente.

Se poi la legge è carente, ingiusta, antiquata o comunque insoddisfacente, è pane ottimale per i denti buoni dello smither.

 

10) Avvocati, smithers ( per i cinefili), non avete una causa che sia persa cui dedicare il vostro cuore?

Per il passatempo del vostro umore?

Per impegnare l’agone irriducibile del vostro cuore?

Per la gloria a vostro senso e vostro onore?

Se tanto così, abbiate a cercarvi onere nella giungla del mondo.

Frugando d’affanno e disperatamente tra le piaghe della sua carne, come d’agguato al primo senso di fiato?

Eppure, niente di niente?

Siete il Cavaliere aitante da fuoco e ideali puri acceso, ma senza una causa che dia senso e lo scaldi il vostro cuore?

E che fate allora?

Invece che al mondo, volgetevi a voi dentro!

Lasciate cozzare tra loro i vostri interiori continenti.

Scatenate terremoti, uragani, sconquassi e catastrofi altre d’indicibile definizione.

Sia in voi la chiave per al ricerca di quella causa che il suo trepido cavaliere lo aspetta.

Nella esigenza intima e nella solitudine non lenita da una causa che la dica e la comporti la vita.

L’Inferno d’ogni tormento tra cielo e l’abisso addentro ogni altro inferno.

Forse, un giorno, una causa verrà a bussare al vostro cuore, a permettervi di sgranchirvi le ossa e scatenare il vostro umore.

 Venezia, Dotazione 14/ 8 – S.Elena 14/1/2012.

 

* Non so se la frase è già stata coniata da altri, eventualmente io l’autore.

 

 

Dario Schonberg