
Spegnere il processo infiammatorio e l’autoaggressione delle cellule immunitarie contro la struttura del sistema nervoso centrale, rilasciando anche fattori utili alla sopravvivenza e riparazione del tessuto danneggiato dalla malattia. È l’ipotesi sulle cellule staminali mesenchimali contro la Sclerosi Multipla (Sm) nello studio internazionale "Mesems", che coinvolge 9 nazioni, tra cui l’Italia con 4 centri. In totale includerà 160 persone e fino ad oggi coinvolge 36 pazienti, di cui 15 in Italia. Al momento ne sono stati trattati 21 con staminali e placebo. La sperimentazione dovrebbe terminare entro il 2014 mentre i primi risultati sono attesi nel 2015.
TERAPIA ORALE
È positivo l’esito per la paziente italiana numero uno. L’annuncio arriva da Antonio Uccelli, coordinatore mondiale della sperimentazione e responsabile del Centro Sclerosi multipla dell’Università di Genova, in occasione del Congresso europeo Ectrims. «La prima paziente trattata con staminali, italiana, ha terminato lo studio a fine luglio. Ad un anno dall’inizio - spiega Uccelli - non sono stati evidenziati effetti collaterali, ricadute o rischi e lei riporta una soggettiva sensazione di benessere e miglioramento». Sempre sul fronte della terapia e in particolare per la forma recidivante-remittente (SMRR) della malattia, due studi di fase 3 hanno dimostrato l’efficacia e la sicurezza del dimetilfumarato anche in pazienti di nuova diagnosi. «Il trattamento si propone come una nuova terapia orale che associa un’efficacia clinica rilevante e un favorevole profilo di sicurezza a un meccanismo d’azione innovativo, differente rispetto a quelli degli altri farmaci attualmente disponibili», afferma Carlo Pozzilli, direttore del Centro di sclerosi multipla del Sant’Andrea di Roma.
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