
In 10 anni la legge 40, che regola la procreazione medicalmente assistita (Pma) in Italia, ha già visto per 28 volte l’intervento dei tribunali (con 19 bocciature) e la riscrittura di alcune sue parti con sentenza della Corte Costituzionale, unico organo, spiega l’avvocato Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni, che può cancellare i divieti modificando leggi in vigore. Sono tre i pilastri della legge sulla fecondazione in vitro già abbattuti dai giudici: il divieto di produzione di più di tre embrioni, l’obbligo di impianto contemporaneo di tutti gli embrioni prodotti, su cui è intervenuta appunto la Consulta nel 2009, e il divieto di diagnosi preimpianto (ma per le coppie infertili, quelle che hanno accesso alla Pma, con intervento del Tar del Lazio sulle linee guida). Delle prescrizioni della legge 40 tuttora in vigore, il divieto di fecondazione eterologa (cioè di utilizzo di gameti, maschili o femminili che non appartengano alla coppia che accede alla Pma) e di donazione degli embrioni che non vengono impiantati alla ricerca scientifica saranno al vaglio della Consulta il prossimo 8 aprile.
Sull’accesso per le coppie fertili portatrici di malattie geneticamente trasmissibili, oggetto dell’ordinanza del Tribunale di Roma, gli avvocati che si stanno occupando dei ricorsi stanno valutando la possibilità di chiedere alla Corte di esaminare l’ordinanza sempre 1’8 aprile, riunendo i tre procedimenti. Su questo divieto in passato già ci sono stati l’intervento del Tribunale di Salerno (nel 2010) e della Corte europea di Strasburgo che nel 2012 aveva condannato l’Italia per violazione di due norme della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo. Ecco la fotografia attuale della legge 40 (secondo una elaborazione dell’Associazione Coscioni): Nel 2009 la Corte ha rimosso il divieto di produzione di più di tre embrioni; ha rimosso anche l’obbligo di contemporaneo impianto di tutti gli embrioni prodotti. Nel 2008 aveva annullato per "eccesso di potere" le Linee Guida per il divieto di indagini cliniche sull’embrione. Mentre il divieto di accesso alla Pma alle coppie fertili ma portatrici di patologie genetiche è attualmente oggetto della questione di costituzionalità sollevata dal Tribunale di Roma e in attesa di udienza davanti alla Corte Costituzionale. È invece ancora il vigore il divieto di accesso alla fecondazione assistita per single e coppie dello stesso sesso
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