
«Dopo quanto successo a mio marito (Piergiorgio Welby, morto nel 2006, ndr) emergono sempre più le storie di chi si batte per ottenere l’interruzione di cure che reputa inutili. Si va all’estero, si racconta, prima era tutto nascosto e sottotraccia. Le buone leggi servono alla vita. Si deve accettare di non poter impedire la morte». Lo ha detto ieri, nella sala Giolitti della Provincia a Cuneo, Mina Welby, nella Granda per alcuni appuntamenti pubblici. Con lei c’erano Bruno Mellano, ex parlamentare radicale, e Licia Viscusi, assessore provinciale.
Da pochi giorni è iniziata anche in provincia la raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare su testamento biologico ed eutanasia legale. Ne servono 50 mila, autenticate e validate. La raccolta è stata sabato scorso a Cuneo (a validare le firme Licia Viscusi, oltre 80 quelle in poche ore) e di nuovo domani, dalle 16,30 in piazza Europa, alla presenza di Mina Welby. Inoltre si può firmare in diversi Municipi della Granda: «sette sorelle», Borgo San Dalmazzo, Cavallermaggiore, Dronero, Villafalletto, Sant’Albano Stura, Morozzo, Manta e Verzuolo. Welby è stata ieri a Savigliano e stasera, alle 21, sarà a Dronero nel salone ex Tripoli di via Mazzini. Discuterà con Mellano, don Piero Gallo e l’avvocato torinese Nicola Menardo.
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