
Filomena Gallo, quali sono le prospettive della battaglia dell'Associazione Luca Coscioni sulla libertà di Ricerca scientifica in un quadro politico modificato? Si aprono nuove prospettive per la vostra iniziativa?
"Il nostro obiettivo è quello di annullare il deficit di libertà nel nostro paese. Questo è anche il motto del nostro congresso. Vogliamo trovare strategie per dare risposte a tutti quei cittadini italiani che hanno perso la loro libertà. Sono quei cittadini che non possono accedere alle cure, non possono scegliersi una famiglia e non possono scegliere come vivere e come morire. I temi etici, come vengono definiti dal governo, sono lasciati fuori dalla porta. Si tratta della difesa dei diritti civili dei cittadini. Attraverso questi diritti può migliorare la speranza verso il futuro. L'associazione Luca Coscioni si batte per difendere quei cittadini che sono dimenticati da questa politica che noti tiene conto dei diritti fondamentali dei cittadini italiani".
Alla base del mancato coinvolgimento di larghe masse di cittadini, di fronte alle battaglie che portate avanti, c'è un problema di conoscibilità dei temi e degli argomenti che trattate?
"Ritengo che questa conoscenza ci sia. 1 cittadini italiani sono ancora capaci di intendere e di volere. C'è una politica che tende a modificare il senso delle parole. All'indomani della sentenza della Corte costituzionale che aveva cambiato la legge 40, abbiamo visto una conferenza stampa del sottosegretario Roccella e del ministro del Welfare Maurizio Sacconi, i quali avevano sostenuto che la sentenza della Consulta non aveva di fatto cambiato nulla. Questo è un modo per fare pessima informazione. Quella sentenza ha cambiato la legge 40. E centinaia di coppie, che erano costrette ad andare all'estero per avere la possibilità di una gravidanza, per poter crioconservare, avere un maggior numero di embrioni, hanno approfittato di questi cambiamenti perché ne hanno avuto conoscenza. Questo ha significato benefici per tutti e maggiori gravidanze. 1 cittadini italiani hanno realmente capito quello che era accaduto. Ed erano a conoscenza di questi cambiamenti. Il nostro scopo è quello di fare chiarezza e creare diritti per i cittadini".
In questo quadro politico avete pensato di rilanciare la battaglia referendaria?
"Il successo del referendum è avvenuto su una comunicazione semplice sui temi dell'acqua e del nucleare. Per il referendum sulla legge 40 è stato tutto molto più complesso perché si trattava di quesiti difficili da spiegare. Inoltre, contro questi referendum hanno anche agito forze che volevano creare confusione".
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