
Di diabete sono affetti circa tre milioni e mezzo di persone in tutta Italia. Un dato molto importante della patologia sono le importanti conseguenze vascolari che essa comporta fino al cosiddetto piede diabetico, una situazione che in molti casi porta all'amputazione dell'arto di questi pazienti. Ma la ricerca biomedica è molto attiva in questo campo e le più recenti novità arrivano dalla Facoltà di medicina della Seconda università di Napoli dove, cinque anni fa, è iniziata la sperimentazione che fa uso di cellule staminali per il recuperò degli arti diabetici.
«Dei 74 pazienti affetti da arteriopatia ostruttiva periferica arruolati nella nostra sperimentazione, circa l'85% ha ottenuto notevoli miglioramenti clinici. I risultati, conseguiti grazie all'infusione di cellule staminali autologhe, sono confortanti e vanno dall'assenza di dolore a riposo alla riduzione e scomparsa delle ulcere, all'aumento del perimetro di marcia» così spiega la «sua sperimentazione» il professore Vincenzo Sica, ordinario di Patologia clinica presso la Seconda Università degli Studi di Napoli nonché coordinatore dell'équipe che ha messo a punto, insieme con il Presidio Ospedaliero Pineta Grande di Castel Volturno, il protocollo sperimentale per la cura dell'arteriopatia ostruttiva periferica. Il protocollo realizzato dal gruppo del professore Sica fa sì che i pazienti affetti da Aop possano curarsi attraverso l'infusione di staminali autologhe, cellule cioè prelevate dal midollo osseo dello stesso paziente. Una tecnica per niente invasiva che prevede due infusioni di midollo del paziente nell'arteria femorale.
Ma, come sempre in Italia, a questa ricerca manca il dato più rilevante per continuare, i finanziamenti, finora sostenuti solo dall'Istituto Banco di Napoli -Fondazione.
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