Durante un intervento telefonico con Radio Radicale il 5 luglio scorso, Marco Pannella ha annunciato una nuova forte iniziativa per la riforma della Giustizia: quattro giorni di nonviolenza, di sciopero della fame e di silenzio che inizieranno mercoledì 18 luglio. Riportiamo di seguito la trascrizione di quell'intervento corredato del video dell'intervista al Tg5 che Pannella ha rilasciato per diffondere l'iniziativa. Per ascoltare la registrazione dell'intervento integrale clicca qui. [2]
Scarica il Volantino dell'iniziativa » [3]
Firma l'appello al Presidente della Repubblica [4]
I quattro giorni di nonviolenza, di sciopero della fame e di silenzio inizieranno mercoledì 18 luglio, e di qui ad allora dovremo prepararci e spiegarci bene.
Questo lo abbiamo deciso a partire da, incoraggiati da e come ringraziamento al prof. Andrea Pugiotto che ha visto sottoscrivere la sua lettera aperta al Presidente della Repubblica [4]da oltre 100 docenti universitari, fra costituzionalisti e penalisti.
Questa straordinaria mobilitazione è quello che ci ha ridato ulteriormente il senso della urgenza necessaria e possibile per la nostra battaglia per la grande Riforma della Giustizia, riforma strutturale che può essere realizzata, su tutti i fronti, con la proposta di un’AMNISTIA [5], perché le strutture esistenti – immediatamente e dopo trent’anni – fuoriescano dalla condizione criminale rispetto alla nostra Costituzione, rispetto alla giurisdizione europea e rispetto alla coscienza civile del nostro Paese.
Pensiamo anche di celebrare l’anniversario del 28 luglio, [6] per celebrare quella iniziativa – il convegno “Giustizia! In nome della Legge e del popolo sovrano [7]” – che abbiamo dovuto in particolare all’invito e all’ospitalità del Presidente del Senato, Renato Schifani.
Abbiamo questi due appuntamenti; ne avremo un altro, quando il Presidente della Repubblica riceverà il prof. Pugiotto – accompagnato da una delegazione rappresentativa dei sottoscrittori di questo straordinario documento culturale, scientifico e politico – perché possa consegnare formalmente il testo della lettera aperta, con l’elenco assolutamente prestigioso dei sottoscrittori, che testimonia della sensibilità nello stesso tempo popolare e de “l’aristocrazia”, in qualche misura, della scienza.