Nomine Agcom, chance da non sprecare

Dalla Rassegna stampa

Immaginiamo di essere nel maggio 2019, sette anni da oggi. Negli Usa, dopo gli otto anni di Obama, la prima presidente donna degli Stati Uniti potrebbe star già pensando alla rielezione. Il presidente francese Hollande potrebbe essere già nel secondo anno del suo secondo mandato.

Gli esseri umani sulla terra saranno circa 7,6 miliardi, ovvero, 600 milioni in più rispetto a oggi.

In Italia, invece, sappiamo per certo che saranno ancora in carica i presidenti e i commissari delle autorità per le comunicazioni (AgCom) e per la privacy che Governo e Parlamento eleggeranno nelle prossime settimane. Sette anni, infatti, dura il mandato dei componenti delle Autorità. Un tempo molto lungo che ha i suoi buoni motivi - in particolare per garantire stabilità al variare delle maggioranze - ma che allo stesso tempo richiede un altissimo senso di responsabilità da parte di coloro che li sceglieranno. Oggi ancor più che in passato. Quei presidenti e quei commissari, infatti, presiederanno con ampi poteri regolatori un periodo non solo lungo in termini di anni, ma quasi certamente cruciale dal punto di vista storico. Molti elementi, infatti, fanno ritenere che nei prossimi anni faremo collettivamente scelte decisive in merito sia al futuro di Internet, la tecnologia del XXI secolo, sia della protezione dei dati personali, il nuovo petrolio che fa gola a interessi colossali.

Mi concentrerò su Internet e quindi sulla nomina del nuovo consiglio AgCom. È ormai chiaro a tutti che Internet è il mezzo di comunicazione su cui stanno inesorabilmente convergendo stampa, radio e televisione: regolare Internet, dunque, significherà molto presto regolare tutti i media. Ma quello che invece sfugge a molte persone provenienti dal mondo dei media tradizionali è che Internet è anche molto altro. Internet, infatti, è la piattaforma che permette a più di due miliardi di persone di esprimersi, di istruirsi, di conoscersi a vicenda, di fare commercio, di usufruire di servizi, di fare politica, di associarsi, di fare volontariato, di innovare. Guardare questo universo con i soli occhiali della televisione o della stampa è tanto miope quanto come guardare una metropoli piena di attività e di persone come New York e di essa vedere solo le edicole o i cartelloni pubblicitari per strada.

Al di là delle occasionali iperboli Internet offre davvero possibilità inedite: in Rete non più frequenze limitate, non più la scarsità del mondo fisico che aveva giustificato buona parte degli edifici normativi dei secoli precedenti. In un certo senso è davvero un Nuovo Mondo, come suggerito per esempio dal giurista americano David Post. E come nel Nuovo Mondo del 18˚ secolo, sta a noi contrastare l’impulso a importare - per pigrizia o per proteggere interessi esistenti - le strutture dell’ancien régime e pensare in maniera nuova. È dunque essenziale che il nuovo presidente e i nuovi commissari AgCom conoscano a fondo il nuovo mondo di Internet, i suoi limiti, il suo potenziale, le sue leggi, la sua storia, la sua cultura ormai pluridecennale. È inoltre essenziale che, considerata la posta in gioco - che non è solo economica, ma anche culturale, civile e politica - che vengano scelte - in maniera aperta e trasparente - persone manifestamente indipendenti, ovvero, senza traccia di conflitti di interesse politici o economici. A seconda delle scelte che faranno partiti, Parlamento, governo e Presidente della Repubblica nelle prossime settimane, nel maggio 2019 potremmo ritrovarci a lamentare le scelte AgCom del 2012 come un’ulteriore causa del persistente declino italiano o, come è possibile e fortemente auspicabile, come uno dei punti di partenza della ripresa.

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