Come ogni mese, in edicola allegato con il quotidiano ecologista Terra e Agenda Coscioni.
Con i suoi 500 milioni di utenti attuali, e la previsione di raggiungerne un miliardo nei prossimi anni, Facebook ha creato una esperienza sociale di dimensioni mai viste dagli utenti del Web. Sempre al centro del dibattito per la sua politica sul trattamento dei dati personali, si tratta ormai della piattaforma sociale di fatto, che avrà un impatto enorme sul futuro della Rete. Un colosso anche dal punto di vista commerciale, considerando che l’enorme numero di utenti e le informazioni che questi inseriscono hanno garantito ricavi per 800 milioni nell’ultimo anno.
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Le “pagine digitali” di Password
Queste pagine sono il frutto del lavoro di attivisti di Agorà Digitale, l’associazione per la libertà della rete che ogni mese cerca di aprire uno spazio di riflessione su web e nuove tecnologie. Password è anche il nome di un progetto editoriale sulle libertà digitali, presto autonomo. Tutti i contenuti che trovate qui sono tratti dal wiki dell’associazione che trovate all’indirizzo www.agoradigitale.org/wiki [4] a cui chiunque può contribuire o anche solo consultare.
Nel prossimo numero di Agenda Coscioni
Una parte considerevole della rivoluzione digitale è fondata sul software, cioè dall’insieme dei programmi che consentono alle informazioni di essere memorizzate, elaborate e trasmesse. Una parte di questo software è libero. Che cosa vuol dire? A cosa serve questo software libero? Perchè è utile al mercato e all’innovazione? Come può costituire una risorsa per la pubblica amministrazione? Di tutto questo discuteremo nel prossimo numero di Password su Agenda Coscioni.
Un primato nello spazio e nel tempo
Facebook è il piu’ grande social network nel mondo. Ha il 52% degli utenti ciascuno dei quali ha trascorso in media 5 ore e 53 minuti. Per fare un paragone, Twitter, la piu’ famosa piattaforma di microblogging, ha il 10% degli utenti, e ogni utente trascorre in media 36 minuti e 43 secondi. myspace, un altro social network, ha il 15% degli utenti che vi trascorrono 59 minuti e 33 secondi. Quello di Facebook è quindi un dominio non solo di utenti, ma anche di tempo che questi trascorrono nelle sue pagine.
Diaspora, l’anti Facebook
Moltissime le iniziative nate sulla spinta delle critiche a Facebook per la sua politica aggressiva nel trattamento dei dati personali. Alcune, come il Quit Facebook Day, non sono riuscite ad avere grosso successo. Tra le più riuscite fino ad ora va tenuto in considerazione il progetto Diaspora, nato da 4 studenti del NYU’s Courant Institute, che nel giro di poche settimane ha raccolto 200.000 mila dollari da par te di donatori per sviluppare una piattaforma rispettosa della privacy, controllata direttamente dall’utente e open source.
Paradosso della privacy
Come ha spiegato l’economista George Loewenstein, quando sono state poste domande delicate a un gruppo di studenti dando forti garanzie di riservatezza, ha risposto solo il 25%. Quando non si nominava la riservatezza, si confidava oltre la metà degli intervistati. Non evocare rischi rende più tranquilli, meglio disposti. Pochi, di fronte al pc, sentono minacciata la loro privacy. Sbagliando. Solo un quarto degli utenti di Facebook regola quante informazioni gli altri possano consultare. Non si pongono il problema, oppure non sanno come utilizzarli. E restano nudi nel cyberspazio.
[Puoi scaricare questo numero in pdf allegato ad Agenda Coscioni [3]]