Di Francesco Iacotucci (da “Terra”, 24 settembre 2010)
Parlare di emergenza rifiuti a Napoli è come parlare del traffico, tutti sanno che c’è ma nessuno più pensa che sia una problema risolvibile o per lo meno che possa avere una sua evoluzione.
Quello di questi giorni non è semplicemente un “ritorno all’emergenza”, ma è la naturale conseguenza della situazione lasciata in eredità dal commissariato di governo.
La verità è che da quando Il commissariamento della gestione rifiuti è ufficialmente finito, gli enti locali non hanno preso alcuna decisione in merito dell’organizzazione futura, decidendo solo in merito alla costruzione di una seria di inceneritori che di certo non avranno impatto sulla soluzione della problematica nel prossimo futuro.
Intanto vediamo le discariche riempirsi inesorabilmente, vediamo di nuovo sacchetti in mezzo alle strade, vediamo manifestazioni per scongiurare l’apertura di una seconda discarica nel parco del vesuvio.
Nel frattempo dell’inceneritore di Acerra funziona una linea su tre, e gli impianti di trattamento meccanico funzionano a scartamento ridotto, unica nota positiva risulta essere l’inaugurazione dell’impianto di compostaggio di Salerno, una goccia nel mare, ma indubbiamente una buona notizia.
, Dopo anni di gestione del commissariato per l’emergenza rifiuti in cui, pur avendo speso milioni di euro, non si è creato un ciclo dei rifiuti sostenibile e capace di assorbire la produzione di rifiuti della regione, oggi il problema è doppio, la gestione sta per passare agli enti locali, che si ritrovano con pochi soldi, tanti debiti da pagare per le gestioni passate, ma, quel che è più grave, senza una singola idea sul che fare nei prossimi mesi.
Qualche malpensate dice che si sta tentando di fare lo stesso gioco che si fece all’epoca per Acerra, cioè lasciare che le discariche in funzione si riempiano, poi, paventando il pericolo di rivedere le montagne di rifiuti per le strade (semmai sotto elezioni), offrire la soluzione dell’inceneritore come unica salvezza, facendo approvare nuovamente lo stoccaggio di “nuove ecoballe” in nuovi siti o far approvare nuove discariche anche in zone protette dove buttare tutto.
Condividi [3]Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=2360 [4]