
Game over. Definitivo, più o meno. Ieri mattina, intorno alle 9.30, Nicola Zingaretti ha fatto quello che aveva nell`animo: ha chiamato il segretario regionale del Pd Alessandro Mazzoli, e gli ha annunciato l`intenzione di «ritirare la disponibilità alla candidatura in Regione». Zingaretti, a Mazzoli, ha dato anche un consiglio: «Lavorare, fin da subito, all`individuazione di un nome». Nome che potrebbe essere davvero Mario Marazziti, portavoce di Sant`Egidio: «Vorrei restare nella società civile. Ci sono diversi candidati e non siamo all`ultima spiaggia. Poi solo Dio lo sa...». Secondo gli uomini del Pd, Marazziti è il classico «uovo di Colombo»: un cattolico, vicino al Vaticano, impegnato nella solidarietà e nell`aiuto ai poveri. Identikit ritenuto perfetto, per tenere insieme Udc e sinistra. «E non può essere attaccato come espressione del passato», dicono i democratici, riferendosi alla critiche mosse da Alemanno a Zingaretti. L`Udc, però, non coglie. Anzi, informalmente fa sapere che «l`ipotesi Marazziti per noi non esiste». Il presidente provinciale, dopo la telefonata con Mazzoli, ha «staccato». E i suoi uomini, ora, lo descrivono come «più sereno». Lasciare la Provincia per correre in Regione, secondo Zingaretti, non era una grande idea. Ha dato la sua disponibilità, ma a condizioni difficilmente realizzabili tutte insieme. E quando ha visto che quelle condizioni non c`erano (ieri il tavolo di coalizione è saltato), ha fatto un passo indietro. Così, ragionano i suoi, «non si apre nemmeno la competizione sulla Provincia». Oggi, nuova riunione al Pd Lazio e mercoledì possbile vertice di coalizione. Lucio D`Ubaldo, popolare, ha commentato: «Ora basta errori. Individuiamo una nuova personalità e un nuovo progetto, come era la candidatura di Emma Bonino». Ed Esterino Montino, «reggente» regionale, ha aggiunto: «Capisco le perplessità di Zingaretti». Per Claudio Mancini, assessore al Turismo della Pisana, «si deciderà a cavallo dell`Epifania, quando anche l`Udc avrà sciolto le riserve sulla propria collocazione, non solo nel Lazio». E Zingaretti? «È un uomo di partito, come sempre farà quello che il Pd decide e dunque ne rispetterà le scelte». Lui, il diretto, interessato, anche ufficialmente si è chiamato fuori: «Avevo dato - ha detto - la mia disponibilità a determinate condizioni, che però non esistono. È importante che il Pd parta con un nome, che non posso essere io, per costruire una coalizione. Non ho più nulla da dire, non dovete più chiedere a me. Ci sono un segretario regionale e uno nazionale, non voglio sostituirmi a loro». Le punzecchiature di Alemanno? «Non polemizzo con lui su questioni di partito, perché sono il presidente della Provincia e sono rispettoso dei ruoli istituzionali».
© 2009 Radicali italiani. Tutti i diritti riservati