
Emma Bonino lancia la propria candidatura alla presidenza della Regione Lazio, mentre il Pd affida a Nicola Zingaretti un mandato per verificare la possibilità di dar vita a un vasto schieramento di centrosinistra in grado di sfidare Renata Polverini. Questa la sintesi di una giornata politica destinata ad accelerare le scelte dei partiti in vista dell’appuntamento elettorale di marzo. Il partito di Pier Luigi Bersani ha attribuito al presidente della Provincia di Roma l’incarico di «accertare le condizioni politico-programmatiche e la candidatura più idonea e coerente per costruire una nuova e larga alleanza», un compito che Zingaretti «si è impegnato a svolgere in breve tempo, convinto di poter trovare nomi eccellenti capaci di contendere il successo alle destre». Dal Pd per il momento non arriva alcuna reazione ufficiale alla presentazione di Emma Bonino ad aspirante governatore del Lazio per la lista Bonino-Pannella. Una decisione, quella di correre in piena autonomia dalle due coalizioni, maturata dopo il fallimento, per ora, del tentativo di creare un’aggregazione laica, riformatrice e ambientalista assieme a Verdi e socialisti. Alternativa al regime e lotta all’illegalità sono le parole d’ordine della campagna dell’ex commissaria europea. «La mia candidatura rappresenta una alternativa per i cittadini che ancora credono nello Stato di diritto e nella legalità», afferma la leader radicale, che denuncia «la tendenza di questi ultimi giorni a cambiare le regole delle competizioni elettorali in corsa», e si impegna «a raccogliere legalmente entro febbraio le undicimila firme, tremila solo a Roma, necessarie per essere presente nella sfida di marzo. «Un’alterità nei comportamenti rispetto alle altre forze politiche, senza la quale - osserva Marco Pannella - non può esistere l’alternativa di regime che vogliamo, e nella quale la gente comune si riconosce». Riguardo agli interlocutori e ai possibili compagni di strada, la vicepresidente del Senato sostiene che «per il Pd sarebbe una grande possibilità quella di appoggiarmi, un gesto di coraggio per uscire dal pantano in cui sembra sparito», mentre «la proposta lanciata a Verdi e Socialisti non ha ancora ottenuto risposta». I leader radicali, che ribadiscono la volontà di mantenere aperto il confronto con il centrosinistra e confermano la stima per Renata Polverini, puntano anche a «coinvolgere nella campagna personaggi rappresentativi delle loro storiche battaglie sui diritti e la legalità, come Mina Welby o Ilaria Cucchi», la sorella del giovane morto all’ospedale Pertini una settimana dopo il suo arresto, «oltre a ricercatori e personalità accademiche». E un primo nome è quello di Oliviero Toscani, che sarà candidato alla guida della Regione Toscana.
Le reazioni all’iniziativa sono di diverso tenore. Il presidente dei Verdi Angelo Bonelli esorta «tutto il centrosinistra a sostenere Bonino». «Il Pd dovrebbe valutare attentamente questa candidatura, perché quanto sta accadendo negli ultimi giorni è davvero incredibile e rischia di portare all’estinzione l’intera coalizione già dalle prossime regionali», osserva Bonelli, il quale ribadisce «l’interesse del suo partito verso le proposte dei Radicali e l’impegno comune sul progetto di una Costituente ecologista sul modello del movimento animato da Daniel Cohn-Bendit, con il quale stiamo lavorando». Il leader dei Verdi rassicura infine Pannella sull’assenza di «qualunque trattativa per ruoli di sottogoverno», che, secondo il leader radicale, sarebbe la causa dello stallo in cui è bloccata la proposta dell’aggregazione laica e ambientalista. Molto scettico sulla candidatura di Bonino è l’esponente del Psi Gerardo Labellarte, che non condivide «la scelta dei Radicali di correre da soli, favorendo nei fatti il centrodestra» e rivendica la necessità di collocare nel campo del centrosinistra la collaborazione liberal-socialista «come accadde con la Rosa nel pugno». Nel Pd Ignazio Marino giudica positivamente la decisione dell’ex commissaria europea, e allarga la sua riflessione: «Le diverse candidature annunciate nelle ultime ore per la guida del Lazio sono un fatto rilevante, e coprono il vuoto di iniziativa politica del Partito democratico nelle regioni. Nicolini, Napoleoni, Bonino, meritano attenzione e rispetto. Il Pd non può ignorare queste novità e deve uscire al più presto dallo stallo che dura da mesi», dice il senatore, augurandosi che «il partito avvii rapidamente un confronto aperto, chiarendo una volta per tutte se ci sono le condizioni per alleanze ampie, solide, sincere». Un passaggio che per il cardiochirurgo non può prescindere dalle primarie, «per coinvolgere gli elettori, attraverso un metodo democratico, nella scelta del candidato migliore».
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