
“Mi aspetta una giunta su Expo, una giunta in cui credo moltissimo che deve decidere su un accordo di programma che non condivido. Difficile. Ciao”.
Alla fine le ragioni della (buona) realpolitik hanno prevalso e Stefano Boeri, architetto di fama, progettista "pentito" del G8 alla Maddalena, candidato sconfitto alle primarie di Milano, capolista e più votato del Pd alle comunali (oltre 7.000 voti), ora assessore alla cultura della giunta Pisapia, ha detto sì.
Non deve essere stato facile e il messaggio notturno postato su Facebook, infatti, ne annunciava tutta la difficoltà. Perché sulla sua visione dell'Expo Boeri aveva scommesso molto e raccolto consensi (e voti) e permettere l'approvazione all'unanimità di un accordo di programma non troppo dissimile da quello predisposto dalla precedente giunta deve essere stato un rospo davvero indigesto. Addio sogni, orto planetario permanente, parco scientifico agroalimentare più grande del mondo, addio. I tre anni persi dalla Moratti si sono abbattuti come un macigno sui progetti più avveniristici. E però, se il rafforzamento delle deleghe operative per l'Expo arriverà così come gli è stato promesso, Boeri avrà l'opportunità di dimostrare che il suo sacrificio non è stato vano. Per ora gli è stato affidato il compito di predisporre il testo dell'ordine del giorno e del documento di indirizzo che andranno in consiglio comunale il prossimo 25 luglio. Di scrivere, cioè, i paletti entro i quali circoscrivere l'accordo.
Al contrario, se l'architetto innamorato della sua idea fosse prevalso sull'uomo politico responsabile, si sarebbe prodotta la prima grave frattura nella giunta ancora fresca di vittoria e di nomina. Una brutta grana per Pisapia, ma anche per i milanesi che ci hanno creduto con entusiasmo.
Certo, non mancano i delusi, sulla piazza di Fb si sono già espressi e sicuramente non taceranno. Altri problemi potranno arrivare dai radicali e dalla Federazione della sinistra il 25. A maggior ragione, dunque, risulta apprezzabile il gesto di Boeri. «Ci turiamo tutti il naso per non bloccare l'Expo - ha spiegato il capogruppo pd - vogliamo anche che il commissario sia il sindaco».
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