
È capitato almeno a tre donne e sarebbero già troppe. Dopo aver abortito, anni fa, al Sant’Anna, si sono sentire chiedere dal cimitero Generale cosa avevano intenzione di fare dei resti del feto estumulato, come avviene per ogni cadavere dopo tot anni. Una notizia choccante perché tutte e tre erano all’oscuro della sepoltura e dell’esistenza della tomba. Perché questo accade dall’inizio degli anni 2000 quando l’assessore ai servizi cimiteriali dell’epoca, l’attuale senatore Pd Stefano Lepri, dispose la creazione del cimitero dei feti dove tumulare quelli tra le 20 e le 28 settimane, perché quelli precedenti, se non c’è una precisa richiesta della madre, finiscono inceneriti come rifiuti ospedalieri, mentre quelli morti 1 giorno dopo le 28 settimane sono per la legge «nati morti» e quindi con obbligo di sepoltura. La cosa è venuta a galla quando si è trattato di procedere alle estumulazioni e le tre donne hanno protestato con l’ospedale e anche con il sindaco. Per risolvere il problema, il pd e radicale Silvio Viale, ginecologo al Sant’Anna, ha proposto una modifica al regolamento chiedendo l’abolizione del cimitero dei feti che dovrebbero essere cremati, sempre che la madre non dia disposizioni diverse, e le ceneri disperse nel roseto del tempio.
* Silvio Viale è consigliere comunale radicale a Torino eletto nelle liste del Pd.
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